{"id":13107,"date":"2007-10-09T04:23:51","date_gmt":"2007-10-09T04:23:51","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-10-12T00:53:42","modified_gmt":"2007-10-12T00:53:42","slug":"la-storia-e-le-ragioni-dell-architettura-il-caso-della-pietra-molera-di-malnate","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-storia-e-le-ragioni-dell-architettura-il-caso-della-pietra-molera-di-malnate\/","title":{"rendered":"La storia e le ragioni dell\u2019architettura: il caso della pietra molera di Malnate"},"content":{"rendered":"
Gloria del passato e testimonianza presente<\/strong> – Lo sviluppo dell'architettura nella nostra regione, a partire dal Medioevo, fu il segno forse più evidente di una nuova consapevolezza culturale e sociale i cui cardini erano la rinnovata esperienza religiosa, la crescente dignità del lavoro e l'attestazione dei centri cittadini come luoghi di accresciuta importanza. Da decenni le cave, che in tempi lontani procacciavano il materiale da costruzione per tagliapietre e carpentieri, ingegneri e capimastri, hanno cessato la loro attività e spesso se ne è perduta la traccia e addirittura la memoria, anche in zone nelle quali la lavorazione della pietra ha costituito per secoli la principale fonte di lavoro e di reddito. Tra le pietre protagoniste della grande stagione di "costruzione e ricostruzione" del Medioevo lombardo risalta, tra le prime fila, la pietra molera di Malnate, un'arenaria di largo impiego per la realizzazione di mole (da cui il nome), ma largamente presente anche nell'edilizia rurale e nella realizzazione di ricercati e preziosi dettagli scolpiti in edifici residenziali e monumentali.<\/p>\n Fino in Galleria Vaticana<\/strong> – Massimiliano Naressi<\/strong> ci racconta, con fare limpido ed accessibile, la fortuna dell'arenaria di Malnate in alcuni dei principali e più conosciuti cantieri della Lombardia nord-occidentale. Il volume "Lapides Molares. Antiche glorie della pietra molera",<\/strong><\/em> (Macchione Editore, 2007), con la prefazione di Roberto Bugini<\/strong>, ricercatore del CNR di Milano per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali, presenta la storia di questo antico materiale da costruzione, dalle prime testimonianze fino all'epoca industriale, mettendo a disposizione anche un'interessante appendice documentaria e bibliografica. Il libro, inoltre, propone, con mirati e accorti affondi storici, un itinerario tra architettura e paesaggio, decorazione scultorea e scienza delle costruzioni. E, con gran sorpresa, una rapida passeggiata nelle Gallerie Vaticane<\/strong>. Su queste pareti, affrescate negli anni '80 del 1500, sono indicate anche le colline che separano Malnate da Como ed è segnalata, con un cartiglio, la zona di estrazione e lavorazione della pietra molera.<\/p>\n Illustri esempi<\/strong> – L'architettura, si sa, accoglie in sé attese ideali, problematiche concrete e complesse, esigenze funzionali e liturgiche come in nessuna altra arte è possibile rintracciare con eguale intensità. Scrive l'autore: "Le pietre molere sono state una realtà economica importante per varie zone della Lombardia (e non solo) tra cui Malnate. Viaggiando per le strade lombarde ci si può imbattere in numerosi edifici che sono stati costruiti utilizzando questa pietra, edifici dalle tipologie più disparate, dalle case coloniche alle fontane, dalle chiese ai palazzi. (…) Si tratta di testimonianze preziose di un'epoca ormai passata, tanto più che la molera è soggetta ad un degrado che potrebbe, prima o poi, portare alla loro scomparsa in mancanza di interventi di recupero". Nel Varesotto ritroviamo l'arenaria di Malnate in alcune porzioni architettoniche della Collegiata<\/strong> e della Chiesa di Villa di Castiglione Olona<\/strong>, negli edifici dell'antica Castelseprio<\/strong>, nella chiesa di San Matteo<\/strong>, nella cappella di San Rocco<\/strong> e in alcune edicole votive di Malnate<\/strong>. Tra gli illustri esempi documentati da Naressi compaiono anche balaustre, basamenti e dettagli scolpiti in pietra molera nella basilica di San Fedele di Como<\/strong>, nella chiesa di San Simpliciano a Milano<\/strong> e nel Palazzo Visconti Maineri<\/strong> a Cassinetta di Lugagnano<\/strong>.<\/p>\n Un'Accademia per tutti i Curiosi<\/strong> – Il volume è presentato dall'Accademia dei Curiosi di Malnate<\/strong>, un'associazione animata dal desiderio di conoscere, promuovere e condividere iniziative culturali con attento sguardo rivolto verso il territorio locale e l'orizzonte globale più vasto. Il logo dei "Curiosi" si ispira alla cappelletta di San Rocco, ‘testimone in muratura' di oltre cinque secoli di storia malnatese. Così si legge nella presentazione dell'Associazione: "Non certo l'Accademia dei Lincei o quella della Crusca ma, più modestamente, un gruppo di curiosi che, animati dal desiderio di sapere sempre qualcosa di nuovo, intendono promuovere iniziative culturali di ampio respiro, con particolare attenzione al nostro territorio. L'Accademia dei curiosi è nata perché riteniamo che tante persone condividano la nostra passione e che il nostro territorio offra numerosi motivi di interesse".<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Logo dell'Accademia dei Curiosi Gloria del passato e testimonianza presente – Lo sviluppo dell'architettura nella nostra regione, a partire dal Medioevo, fu il segno forse più evidente di una nuova consapevolezza culturale e sociale i cui cardini erano la rinnovata esperienza religiosa, la crescente dignità del lavoro e l'attestazione dei centri cittadini come luoghi di […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":13108,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[13,50,51],"tags":[],"yoast_head":"\n