{"id":13572,"date":"2007-11-27T05:16:43","date_gmt":"2007-11-27T05:16:43","guid":{"rendered":""},"modified":"2007-11-30T09:03:31","modified_gmt":"2007-11-30T09:03:31","slug":"il-ritratto-di-milano-un-immagine-in-movimento","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-ritratto-di-milano-un-immagine-in-movimento\/","title":{"rendered":"Il ritratto di Milano: un’immagine in movimento"},"content":{"rendered":"
Archivi benemeriti<\/strong> – Mussolini campeggia gigantesco dalla facciata del Duomo. Dintorno la città riallestita a finti marmi accoglieva il Duce tra le folla festante. Tra loro anche un fotografo che immortala la retorica dell'allestimento, figlio di un dio minore, e lo consegna ai posteri. Sarà, questa di Mussolini effigiato sulla cattedrale milanese, una delle tante immagini che restitueranno la storia di Milano dell'ultimo secolo attraverso l'immagine fissa dei suoi fotografi ma soprattutto attraverso quelle istituzioni benemerite che sono gli archivi che quel patrimonio hanno nei decenni conservati. L'archivio di AEM<\/strong>, innanzitutto, storica azienda cittadina fornitrice di energia elettrica; quello di Atm<\/strong>, l'azienda che ha fatto viaggiare milioni di milanesi; quello della Rcs<\/strong>, depositario di squarci di vita vissuta a livello della strada e non solo da geniali fotoreporter; quello di Contrasto<\/strong>, infine che da tempo è quasi sinonimo di fotografia d'autore e che annovera nel suo carnet numi tutelari come Berengo<\/strong>, GianColombo<\/strong>, Garolla<\/strong>, fino ai più giovani delle ultime generazioni. Immagine fissa che parla tuttavia di una città che, boccionianamente parlando, si muove, cammina, corre. Sale. <\/p>\n Un lungo lavoro di ricerca <\/strong>– "Un lavoro di ricerca enorme", sintetizza la varesina Monica Palermo<\/strong>, che lavora presso lo spazio Forma, sede della mostra "Milano: ritratto in movimento. La metropoli che cambia"<\/strong>, e che per l'occasione il curatore Denis Curti<\/strong>, firma prestigiosa nell'ambito, ha voluto accanto a sé come responsabile della ricerca iconografica. L'orgoglio lombardo<\/strong> – Dalla fine dell'Ottocento agli scatti realizzati dai maestri degli ultimi anni; un saggio esaustivo di cosa è stata la città nel XX secolo e di cosa abbia significato la rappresentazione di sé attraverso il mezzo fotografico. Milano da subito, forse prima di altre città, ne ha capito il senso, ne ha cullato i suoi artefici. Aem<\/strong>, in questo senso, è esemplare. Svolgendo in tempi precoci il mestiere di manifestare il proprio orgoglio lombardo-imprenditoriale attraverso una serie di campagne fotografiche commissionate, ad esempio, ad Antonio Paoletti<\/strong>, 'reporter aziendale' che ha lasciato nel proprio Fondo una precisa documentazione del lavoro sotto tutti i suoi aspetti. Una tradizione che continua ancora oggi, sintomo di una concezione che si potrebbe definire 'illuminata' e che ha visto coinvolti negli ultimi anni fotografi dell'importanza di Ghirri<\/strong>, Barbieri<\/strong>, Basilico<\/strong>, Parr<\/strong>, Berengo Gardin<\/strong>, Meyerowitz<\/strong>. <\/p>\n C'era una volta <\/strong>– "Una mostra su Milano e i milanesi – continua Monica Palermo – voluta e dedicata a queste istituzioni che hanno contribuito in termini culturali, imprenditoriali, concettuali a modificare la città, il suo aspetto urbanistico, le sue abitudini, la vita stessa degli abitanti". Più di duecento le immagini in visione, originali, vintage, una quarantina per ogni singolo archivio, una decina per ogni singolo autore contemporaneo. Dal bianco e nero al colore. Dalle fotocamere in legno sul treppiede alle digitali. Anche così può iniziare una storia che non è ancora finita. <\/p>\n Milano: ritratto in movimento. La metropoli che cambia. Un secolo di vita cittadina raccontato dagli archivi fotografici<\/strong> 1948. Sulla impalcatura di galleria V. Emanuele II. ©Giancolomb Archivi benemeriti – Mussolini campeggia gigantesco dalla facciata del Duomo. Dintorno la città riallestita a finti marmi accoglieva il Duce tra le folla festante. Tra loro anche un fotografo che immortala la retorica dell'allestimento, figlio di un dio minore, e lo consegna ai posteri. Sarà, questa […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":13573,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[12,230,45,64],"tags":[],"yoast_head":"\n
"E' da otto mesi che abbiamo cominciato a cercare negli archivi. Difficile dire il numero esatto delle immagini viste, ma sicuramente nell'ordine delle migliaia; molte migliaia".
Nei segreti della città <\/strong>– Ma è anche l'aspetto più affascinante del lavoro. La frequentazione dei quattro archivi si è rivelato un viaggio alla scoperta di, un romanzo, da consumare avidamente pagina dopo pagina, immagine dopo immagine. "Inizialmente in Rcs, ho consultato solo quanto già digitalizzato – conitnua il suo racconto la ricercatrice – poi però ho cercato anche di accedere a quanto ancora è conservato nelle buste, le mitiche buste gialle dell'archivio di via Solferino. Le stampe originali, che non spiccano tutte per qualità, sono uno spaccato incredibile di vita: in mostra sarà visibile ad esempio una serie realizzata da un fotoreporter testimone casuale di una rissa per strada per una mancata precedenza o di altri aspetti minuti della quotidianità della città". Una prima selezione, di questa enorme massa di documenti visivi, poi l'ulteriore scelta definitiva, decisa dal curatore. <\/p>\n
Forma – Centro Internazionale di Fotografia
Milano – Piazza Tito Lucrezio Caro 1 20136 Milano
dal 6 dicembre 2007 al 20 gennaio 2008
inaugurazione: mercoledì 5 dicembre ore 18
orari: tutti i giorni 10-20; giovedì 10-22
info: info@formafoto.it
www.formafoto.it<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"