{"id":14016,"date":"2008-01-18T05:04:14","date_gmt":"2008-01-18T05:04:14","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-01-18T05:19:58","modified_gmt":"2008-01-18T05:19:58","slug":"capolavori-s-ma-di-cartapesta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/capolavori-s-ma-di-cartapesta\/","title":{"rendered":"Capolavori, s\u00ec, ma di cartapesta"},"content":{"rendered":"
La prima volta<\/strong> – Circa una cinquantina di opere, veri e propri capolavori, realizzati non con i materiali canonici della scultura (marmo e legno), bensì con l'umile cartapesta, sono per la prima volta esposte in una mostra, grazie ad un iniziale, ma ben documentato e approfondito studio intrapreso da tempo dai curatori della stessa: Raffaele Casciaro<\/strong> e Paolo Biscottini<\/strong>. Arte: sorella gemella<\/strong> – La mostra si articola in ben quattro sezioni scandite cronologicamente per sottolineare anche l'ampio arco di tempo nel quale con approcci tecnici diversi la cartapesta si è avvicendata accanto e contemporaneamente alle arti cosiddette maggiori. Lo stesso Vasari<\/strong> ne parlò a proposito di apparati effimeri realizzati da grandi scultori e architetti del Rinascimento; ad esempio riferendosi a Brunelleschi<\/strong> scrisse che fece gli "ingegni del paradiso di San Felice in piazza" in occasione dei festeggiamenti della festa della Nunziata, non vi è la certezza dell'uso della cartapesta, ma successivamente si sa di certo, che Bernini<\/strong> realizzò colossali scenografie di cartapesta e legno per un perduto ma documentato carro carnevalesco per Agostino Chigi<\/strong> nel 1658. <\/p>\n Solo nel 1681 si trova la definizione canonica di cosa s'intende per cartapesta grazie alla voce nel Vocabolario<\/strong> di Baldinucci<\/strong>, che così spiega: "Cartapesta. Ogni sorte di rottami di carta, tenuti per più giorni in macero in acqua chiara; poi benissimo pesti in mortaio, tanto che la macera carta sia ridotta quasi come un unguento. Con questa si fanno le maschere che s'adoperano il Carnevale, e ogni sorta di figure, d'intero o non intero rilievo…". Prima di allora, già in pieno Rinascimento era utilizzata come una delle tante tecniche plastiche di cui i maestri e le loro botteghe si avvalevano per realizzare bozzetti, apparati effimeri, oppure veri e propri calchi di opere note e richieste sul mercato di tema religioso e decorativo. <\/p>\n La mostra<\/strong> – Proprio dal Rinascimento e in particolare da Firenze e Venezia inizia il viaggio nel mondo della cartapesta, che vede protagoniste le maggiori botteghe toscane e quella di Donatello<\/strong> e del suo entourage, nelle quali si sperimentano contemporaneamente la scultura in terracotta e stucco. Allora, ci si potrà imbattere nella seconda sezione, in opere degli scultori fiorentini Benedetto da Majano<\/strong> e Antonio Rossellino<\/strong> che esaudivano in tal modo le pressanti richieste di riilievi e sculture in cartapesta più facili anche da trasportare, che replicavano i modelli rinascimentali. Dalla terra veneta, invece, Jacopo Sansovino<\/strong>, veneziano d'adozione realizza dei maestosi altorilievi come la Madonna col Bambino<\/strong> del Museum of Fine Arts di Budapest del 1530 circa e un allievo di Donatello, Bartolomeo Bellano<\/strong> ci ha lasciato una elegante e raffinata Madonna col Bambino<\/strong>, della metà del XV secolo, visibile in mostra. Il periodo <\/p>\n straordinario per l'arte della cartapesta si rivela ampiamente nell'età barocca ove i maggiori artisti si cimentano in veri e propri capolavori realizzati con tale tecnica e allora possiamo ammirare opere e bozzetti di artisti come Gian Lorenzo Bernini<\/strong>, Alessandro Algardi<\/strong> fino alla grande scuola del Settecento napoletano. Il punto debole <\/strong>– Duttilità e leggerezza sono caratteristiche che a prima vista non rilevano all'occhio perché la scultura in cartapesta è spesso mimetica di altri materiali ben più solidi come l'oro, l'argento, il legno, …. Lascia sgomenti quando si scopre che lo strato, che l'artista modella secondo il proprio ingegno, è fatto con fibre tessili e dal ph neutro (soprattutto se antica) e risulta in tal modo compatto ed elastico, privo di fenditure, e nessun tarlo lo può attaccare. Il punto debole di tale materiale è che una minima pressione lo può deformare. <\/p>\n La scultura in cartapesta. Sansovino, Bernini e i maestri leccesi tra tecnica e artificio<\/strong> Un'opera di G. L. Bernini La prima volta – Circa una cinquantina di opere, veri e propri capolavori, realizzati non con i materiali canonici della scultura (marmo e legno), bensì con l'umile cartapesta, sono per la prima volta esposte in una mostra, grazie ad un iniziale, ma ben documentato e approfondito studio intrapreso da tempo […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14017,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[45,64,17],"tags":[],"yoast_head":"\n
Un' occasione per avvicinarsi alla bellezza e alla perizia di esecuzione di queste opere che fortunatamente si sono salvate dal loro destino segnato dal carattere effimero del materiale di cui sono fatte e che tale mostra contribuirà certamente a scongiurare e a farle vivere ed apprezzare sempre più dal pubblico e dagli studiosi di storia dell'arte. <\/p>\n
Al termine del percorso troviamo un riconoscimento legittimo della tradizione della lavorazione di tale materiale, che già dalla fine del Seicento e poi successivamente con fasi alterne si è perpetuato nella città di Lecce e dei suoi dintorni. Un maestoso ovale raffigurante San Michele Arcangelo domina l'ultima sezione oltre ad opere eccellenti settecenteschi tra le quali quelle di Mauro Manieri ed altre di carattere devozionale e cronologicamente più vicine a noi.<\/p>\n
Milano, Museo Diocesano (Corso di Porta Ticinese, 95)
15 gennaio – 30 marzo 2008
orari: 10-18. Lunedì chiuso
Catalogo Silvana editoriale<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"