{"id":14044,"date":"2008-01-22T11:12:32","date_gmt":"2008-01-22T11:12:32","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-01-30T06:36:25","modified_gmt":"2008-01-30T06:36:25","slug":"il-sussurro-della-shoa-nell-opera-di-raphael-de-vittori-reizel","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-sussurro-della-shoa-nell-opera-di-raphael-de-vittori-reizel\/","title":{"rendered":"Il sussurro della Shoa nell’opera di Raphael De Vittori Reizel"},"content":{"rendered":"
\"L'artista\"L'artista<\/span><\/div>\n

Segni della memoria –<\/strong> "Chi non conosce la storia è destinato a ripeterla", e Primo Levi<\/strong> non si sbagliava. Con questo monito ben presente Raphael De Vittori Reizel<\/strong> decide di parlare di Shoah e di sterminio di massa. Un soggetto non semplice, triste e cruento. Un soggetto che ci appartiene in quanto uomini. Ricordare è necessario ed indispensabile. Raphael prova a farlo a suo modo raggruppando opere che stanno girando di anno in anno nei nostri comuni e che vanno anche oltre.
"Sono dei racconti che narrano la storia di quel terribile periodo. Sono degli episodi di un racconto. I racconti hanno una forte potenza comunicativa, sono parola che vola, assume vita propria e si dilata in mille significati – ci spiega la scultrice- Il racconto educa, istruisce. La memoria umana è pigra e a volte troppo corta, bisogna quindi ribadire con segni che aiutino a ricordare".<\/p>\n

Zachor –<\/strong> Le opere di piccolo formato scelte dall'artista devono in primo luogo comunicare. Racconta Raphael "sono racconti sottovoce, ma dal tono continuo ed incalzante. Bisogna rappresentare per continuare a vivere e credere nella vita, anche quando la speranza, a volte, è lasciata alle spalle". Nella mostra, che inaugura venerdì 25 gennaio a  Laveno, troveremo le sculture realizzate negli anni scorsi dall'artista e anche qualche opera <\/p>\n

\"Esistenza\"Esistenza<\/span><\/div>\n

appena terminata. "Ho appena finito un grande libro in terracotta bianca che porta al centro una scritta: Jacord<\/em>, che vuol dire Ricorda in ebraico – ci spiega Raphael – La superficie non è limpida, ma sporca di cenere e sopra vi sono apposte grandi lettere ebraiche in rame e oro che formano una spirale che sale verso il cielo". Continua poi l'artista "quest'opera è un monito per ricordare l'importanza dello studio delle lettere dell'alfabeto, basilare per imparare a leggere e scrivere, fondamentale per i giovani di Israele". Tra una spiegazione e l'altra parla spesso di Primo Levi e cita una frase molto bella "Il narrare non solo come testimonianza, ma come via vera per la sopravvivenza". Durante le sue mostre la scultrice si mette a disposizione dei visitatori, in particolare delle scuole. Già in passato ha infatti organizzato veri propri incontri-dibattito con gli allievi degli istituti, incentrati sulla riscoperta di questa parte della storia; iniziative fortamente volute da Raphael  "far parlare è importante, l'informazione che hanno i giovani è pochissima e i pregiudizi sono molti. Non viene spesso affrontata la storia di Israele. Serve per i ragazzi che hanno una gran voglia di verità".

Tra passato e futuro –<\/strong> Quest'intineraio intorno al tema della Shoah non è l'unico affrontato dalla scultrice; Raphael ha dato corpo alle Donne della Bibbia<\/strong> e ai personaggi mitologici, in particolare ai Minotauri<\/strong>. Una questione personale l'ha spinta a dare sempre maggior importanza al tema dell'Olocausto nel suo fare artistico creando sculture che hanno una forte potenzialità espressiva e che riescono davvero ad impressionare lo spettatore. Anche se a volte sono di piccole dimensioni hanno una grandezza intrinseca che va oltre e mette in soggezione lo spettatore, che si sente minuscolo di fronte alla loro forza. Oltre alla mostra di Laveno è in corso nell'antica Sinagoga di Casal Monferrato una sua esposizione dove oltre alle sculture si trova anche un'installazione sul deserto. Ma il futuro riserva per l'artista altre soddisfazioni. Raphael è stata infatti invitata dal museo d'arte moderna di Perugia. Ma per ora è ancora tutto da decidere.<\/p>\n

Immagini della Shoah
UN GENOCIDIO IN EREDITA'
mostra di sculture di RAPHAEL DE VITTORI REIZEL<\/strong>
dal 25 gennaio al 21 febbraio 2008
Villa Frua – Laveno Mombello
orari: dal martedì al venerdì, dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 – il sabato dalle 8.30 alle 12.30<\/p>\n

venerdì 25 gennaio
ore 18 – sala consiliare
conferenza di Laura Tirelli: "Leggi razziali ed Ebrei in provincia di Varese"
seguirà l'inaugurazione della mostra da parte del Sindaco, con "Musiche dai ghetti" di Manuela Sorani (chitarra e voce)<\/p>\n

info:Liviana Fontana – biblioteca di Laveno Mombello
0332 667403 bibliotecalaveno@tin.it <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

L'artista Segni della memoria – "Chi non conosce la storia è destinato a ripeterla", e Primo Levi non si sbagliava. Con questo monito ben presente Raphael De Vittori Reizel decide di parlare di Shoah e di sterminio di massa. Un soggetto non semplice, triste e cruento. Un soggetto che ci appartiene in quanto uomini. 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