{"id":14065,"date":"2008-01-24T04:31:57","date_gmt":"2008-01-24T04:31:57","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-01-25T04:10:50","modified_gmt":"2008-01-25T04:10:50","slug":"il-ritorno-di-carlo-cocquio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-ritorno-di-carlo-cocquio\/","title":{"rendered":"Il ritorno di Carlo Cocquio"},"content":{"rendered":"
Varesino <\/strong>– Sono passati nove anni da quando, per il suo centenario, Cantello<\/strong>, suo paese di nascita, dedicò una retrospettiva a Carlo Coquio<\/strong>, di cui fra pochi giorni cade il venticinquesimo anniversario della scomparsa, avvenuta il 12 febbraio del 1983. Quella occasione fu l'ultima per rivisitare l'opera di un pittore varesino come pochi, che ha attraversato buona parte del secolo, con baricentro il suo studio di via Veratti. Un pittore varesino, che pure era conosciuto anche fuori dai confini, come attestano le sue frequenti mostre a Milano, in particolare, a Genova, Venezia, Bologna, nonché i suoi impegni di freschista soprattutto in Svizzera. <\/p>\n Doppia mostra<\/strong> – A Cocquio oggi ripensano gli amministratori di Cantello, presso le cui sale comunali è conservato un discreto fondo della sua opera: l'idea è quella di allestire una mostra a Varese, dove negli anni il pittore frequentava assiduamente la famosa Ca' Vegia di via Orrigoni, la Galleria Prevosti, la Grossetti, al tempo del suo sfollamento in città, la Galleria Bilancia. Obiettivo, oggi, è una retrospettiva sull'artista che coinvolga il Liceo Artistico<\/strong> e la Sala Veratti<\/strong>. Varesino – Sono passati nove anni da quando, per il suo centenario, Cantello, suo paese di nascita, dedicò una retrospettiva a Carlo Coquio, di cui fra pochi giorni cade il venticinquesimo anniversario della scomparsa, avvenuta il 12 febbraio del 1983. Quella occasione fu l'ultima per rivisitare l'opera di un pittore varesino come pochi, che ha […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14066,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[65,15,49],"tags":[],"yoast_head":"\n
I cartoni e le tele<\/strong> – "Vorremmo una mostra divisa in due – conferma Silvano Rolandi<\/strong>, assessore alla cultura di Cantello – in modo da distinguere una sezione didattica, da quella propriamente pittorica. Nelle sale del Frattini a Masnago, si prevede l'esposizione dei cartoni relativi alla sua apprezzata opera di affrescatore; nella sala varesina, in via Veratti, invece, l'esposizione dei suoi quadri".
Il frescante di buone mani<\/strong> – Pittore tradizionale ma sanguigno, cantore del lavoro operaio, della fatica manuale, ma molto spesso epico trascrittore di paesaggi montagnosi, così come di intense raffigurazioni evangeliche, è proprio nella decorazione sacra che forse trova la più alta definizione. Numerosissime i cantieri e le impalcature che Cocquio ha frequentano, affrescando tra chiese e oratori centinaia di metri quadri di parete, di repertorio iconografico religioso rifacendosi ad una sana tradizione. L'appuntamento con l'opera di Cocquio è fissato probabilmente per l'autunno prossimo. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"