{"id":14324,"date":"2008-02-22T06:04:18","date_gmt":"2008-02-22T06:04:18","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-02-22T07:51:26","modified_gmt":"2008-02-22T07:51:26","slug":"varese-world-presentato-a-tradate","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/varese-world-presentato-a-tradate\/","title":{"rendered":"Varese World presentato a Tradate"},"content":{"rendered":"
Macchione e Meazza-<\/strong> Duecento immagini ‘da non perdere' dei luoghi in cui viviamo. Questi luoghi, che non conosciamo, questi luoghi che avrebbero tanto da raccontare, questi luoghi che non vediamo ormai più, perché l'abitudine, la disattenzione, la poca consapevolezza del stare in un posto, del sentirlo proprio, e del percepirlo fonte di ricchezza interiore, lo rendono estraneo. La magia che incanta –<\/strong> Il paesaggio è un elemento importante, che influenza indirettamente la qualità della vita di ciascuno. Chi si accorge dell'esistenza dell'elemento naturale, sia esso il fiume, il lago, la montagna, il bosco, diventa, anche, garante della sua stessa tutela e sopravvivenza. Varese World –<\/strong> Ognuno troverà una fotografia, che gli permetterà di vedere con occhi nuovi il paesaggio in cui vive, oppure di vederlo per la prima volta e diventarne consapevole. Le immagini privilegiano proprio il paesaggio naturale e urbano in altri casi, con la sensibilità di un fotografo, che in più conosce molto bene i luoghi ed ha scoperto per noi scorci da ritrovare ripercorrendo lo stesso cammino. Questo infatti è possibile farlo grazie ad un agile testo, che accompagna le fotografie, sia da un punto di vista storico che descrittivo dei luoghi. Pietro Macchione ha voluto sottolineare con convinzione l'importanza di divulgare il più possibile la ricchezza paesaggistica della provincia varesina, e a tale scopo il testo è tradotto anche in lingua inglese, per promuovere una vocazione turistica che stenta a decollare. Probabilmente, perché alla grande bellezza naturale non corrisponde un impegno culturale altrettanto ampio per valorizzare al meglio gli elementi naturali, artistici, storici, presenti sul nostro territorio. Dalla Valganna al Lago di Lugano e al Lago Maggiore, alla zona non meno bella del sud dolce della Provincia di Varese è un volo panoramico su una realtà, che è sotto i nostri occhi quotidianamente, ma occorrono, forse, occhi sensibili alla bellezza per vederla.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Macchione e Meazza Macchione e Meazza- Duecento immagini ‘da non perdere' dei luoghi in cui viviamo. Questi luoghi, che non conosciamo, questi luoghi che avrebbero tanto da raccontare, questi luoghi che non vediamo ormai più, perché l'abitudine, la disattenzione, la poca consapevolezza del stare in un posto, del sentirlo proprio, e del percepirlo fonte di […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14325,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[13,50],"tags":[],"yoast_head":"\n
Tutto questo, fortunatamente, è contrastato con costanza, da Pietro Macchione<\/strong>, che con le sue iniziative editoriali pregevoli, valorizza gli innumerevoli elementi di cultura varesina e in questo caso da Carlo Meazza<\/strong>, fotografo varesino, che ha unito l'amore per la fotografia con quello verso il paesaggio della provincia in cui è nato, Varese.<\/p>\n
Carlo Meazza ha fatto tre esempi di persone, che si sono innamorate del paesaggio caratterizzante la nostra provincia tanto da decidere di rimanere a risiedere a Varese e diventare essi stessi punti di riferimento per motivi culturali, economici, od altro ancora. Il primo personaggio a molti noto, è il professor Furia<\/strong>, che in un giorno di sole, rimase folgorato proprio dalla visione fugace, perché avvenuta dal treno delle ferrovie dello Stato, del Lago col Monte Rosa, così maestoso sullo sfondo e poi, più in là, Sacro Monte e Campo dei Fiori: "Ideale per un Osservatorio astronomico" pensò. Un sogno, un pensiero fattivo, che si è realizzato. Anche, l'ing. Antonino Mazzoni<\/strong>, che da poco ci ha lasciati, provò la stessa esperienza, proprio facendo lo stesso tratto di viaggio in treno, proveniva da Piacenza e giunto a Varese per ragioni di studio e di ricerca sullo sviluppo urbanistico di Varese, che allora era diventata da poco provincia, non la lasciò più. Infine, anche Carlo Scalderoni<\/strong>, ebbe lo stesso immediato feeling con la bellezza, quasi disarmante nella semplicità, del paesaggio varesino.<\/p>\n