{"id":14334,"date":"2008-02-25T09:19:19","date_gmt":"2008-02-25T09:19:19","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-02-29T09:23:30","modified_gmt":"2008-02-29T09:23:30","slug":"quei-corridoi-naturali-dove-gli-animali-si-salvano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/quei-corridoi-naturali-dove-gli-animali-si-salvano\/","title":{"rendered":"Quei corridoi naturali dove gli animali si salvano"},"content":{"rendered":"
In viaggio nel tempo<\/strong> – "Mentre l'uomo tentenna a trovare soluzioni contro il riscaldamento globale, Madre Natura trova soluzioni per garantire la sopravvivenza degli animali minacciati". E' un progetto naturocentrico – l'uomo non è la creatura privilegiata, motore primo, il suo non è il punto di vista scelto – l'ultimo lavoro di Eugenio Manghi<\/strong>, fotonaturalista, giornalista, filmmaker indipendente. "GOING NORTH, vie di fuga dal riscaldamento globale"<\/strong>, 55 minuti di animazione tra terra e spazio, tra l'attualità più stringente e l'origine del tempo, almeno sino a quella che ha visto terminare l'ultima glaciazione. <\/p>\n Gli uccelli e l'istrice<\/strong> – E' il viaggio visto e raccontato da una prospettiva a volo d'uccello o da quella rasoterra dell'istrice; "I primi, gli uccelli – racconta Manghi – in molti casi hanno già spostato di più di mille chilometri a nord il punto finale delle loro migrazioni. Gli istrici invece sono emblematici. Solo ai tempi di Plinio, era impensabile vederli oltre l'Appennino oggi se trovano tranquillamente nel nord Italia". E la migrazione coatta, costretta dall'affanno di trovare habitat più idonei. "La stessa urgenza – fa per chiarire l'autore – che l'esodo di esseri umani dall'Africa è cresciuto così massicciamente negli ultimi anni. Riscaldamento vuol dire temperature insopportabili. Scarse possibilità di salvezza". <\/p>\n Il corridoio <\/strong>– Gli uccelli se la cavano volando, gli uomini in qualche modo, pure. Ma l'orso polare che è in grossa crisi? E l'istrice? E' più facile che si arrampici sull'Appennino che riesca a superare l'autostrada. Questo il senso del lavoro di Manghi, durato quattro anni con il contributo di Antenna Media<\/strong>, del Parco della Valle del Ticino-Regione Piemonte<\/strong>, del Consiglio Nazionale delle Ricerche<\/strong>, della Fondazione CIMA<\/strong> e della Regione Autonoma della Valle d'Aosta<\/strong>. Individuare e far emergere le soluzioni naturali: i corridoi della bio-diversità, quelle zone franche, ancora a disposizione, perchè gli animali possano sostare, transitare, stanziarsi in condizione di relativa omogeneità, rispetto al proprio habitat originario. <\/p>\n Zone franche nella parcellizzazione<\/strong> – "Questi corridoi esistono, non sono tanti ma ci sono. Basti pensare a certi alvei dei fiumi nella Lomellina, inutilizzati per le risaie, o il vasto asse Ticino-Po", spiega Manghi; zone protette, dove non è in questione tanto il grado di avvelenamento dell'aria, di inquinamento dell'acqua, che tuttora esistono, quanto una vera e propria zona franca in un mondo parcellizzato, atomizzato, disintegrato nella sua unità dalle strutture umane, nell'impossibilità da parte dei differenti ecosistemi di comunicare tra di loro. <\/p>\n Mistico e mozzafiato<\/strong> – Il film documentario spazia dall'epicentro del Ticino<\/strong> "che è una zona assolutamente rappresentativa", sottolinea il filmmaker, originario di Reggio Emilia, da una decina d'anni residente tra Brinzio e Bodio, fino ad arrivare a casi altrettanto rappresentativi nel mondo: dalle Montagne Rocciose<\/strong> canadesi, ai ghiacciai svizzeri, alla Selva Boema<\/strong>, ai fiordi norgevesi. "Un film spettacolare ma scientifico; drammatico ma positivo; mistico ma mozzafiato", frutto di una lunga esperienza sul campo anche come fotografo. <\/p>\n Quasi un lieto fine <\/strong>– E ha un tesi ben precisa. Non necessariamente catastrofista, come va piuttosto di moda ultimamente: "Il globale warming – spiega – non è una novità degli ultimi anni. La terra ha sempre avuto a che fare con rivoluzioni climatiche. Certo, oggi ci troviamo di fronte a uno scenario senza precedenti dove l'impatto
dell'uomo è determinante rispetto al passato". Eppure l'uomo ha ancora la possibilità non solo di salvarsi, ma di salvare. Come? "Assecondando le risorse di Madre Natura", assicura Manghi. "La natura si organizza attraverso i corridoi biologici; se prima erano una fonte di arricchimento della biodiversità, oggi diventano delle vie di fuga. E l'uomo ha ancora la possibiltà di preservarle".
Il film, prossimamente recensito da Antonio Cianciullo su Repubblica Tv, è destinato alla televisione e all'home video, anche in HD, probabilmente anche alle sale cinematografiche digitali.