{"id":14344,"date":"2008-02-26T08:48:57","date_gmt":"2008-02-26T08:48:57","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-02-29T09:26:37","modified_gmt":"2008-02-29T09:26:37","slug":"la-strage-di-fallujah-nell-opera-di-mariuccia-secol","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-strage-di-fallujah-nell-opera-di-mariuccia-secol\/","title":{"rendered":"La strage di Fallujah nell’opera di Mariuccia Secol"},"content":{"rendered":"
Mark 77 –<\/strong> Domenica ha aperto una delle esposizioni più singolari e forti tra quelle proposte dai Liberi Artisti. La mostra, se così si può definire, di Mariuccia Secol<\/strong>. Più che una mostra, un'opera d'arte collettiva, o per lo meno così è stato il giorno dell'inaugurazione. Quando meravigliati ed attenti ci siamo trovati a diventar tutt'uno con il suo lavoro. Un'installazione fatta di carta di giornale e stoffe che riproduce la mappa della città di Fallujah. Per terra all'interno di una stanza dell'Accademia musicale di Crosio della Valle<\/strong>, non nel centro di Milano. Perchè forse ogni voce ha valore al di la del luogo in cui prende forza. Poi un pianoforte, dei bambini in attesa del loro momento e un paio di attrici pronte col loro pezzo letterario. Infine una vocalist, Rossana Maggia Maffina <\/strong>che con la sua voce registrata ha invocato nomi di donna che oggi non ci sono più, vittime del bombardamento. Mariuccia Secol<\/strong> si fa da sempre portavoce dei grandi o piccoli drammi che investono la modernità, lacerazioni che traduce con un linguaggio espressivo pregnante, coinvolgente e anche un pò duro. <\/p>\n <\/strong><\/p>\n Il trittico contemporaneo –<\/strong> L'opera stesa a terra porta il nome di Mark 77<\/strong>, lo stesso nome delle armi di distruzione di massa al fosforo bianco usate anche nella strage irachena. "L'installazione dei 77 quaderni ha tre livelli di rappresentazione. Ci sono i Corpi<\/strong>, con quaderni che hanno al loro interno parti di vestiti dell'artista; i quaderni Anima<\/strong> e quaderni Simbolo<\/strong> dell'eccidio" un trittico contemporaneo, come spiega il foglio di giornale che, lasciato all'ingresso dell'accademia a disposizione del pubblico, riporta oltre ad un brano della Secol<\/strong> anche interventi di letterati e giornalisti. Manuela Gandini<\/strong>, Jaime Diaz-Rozzotto<\/strong>, Padre Giuseppe Pirola<\/strong>, Fabrizio Rovesti<\/strong>, Eliana Galvani<\/strong>, Pablo Neruda<\/strong>, Rossana Maggia Maffina<\/strong>. Interventi intensi che riguardando al nostro passato si trovano a fare i conti con l'eterna parabola della storia che si ripete. E l'arte è di nuovo in prima linea. Come Goya <\/strong>nell'ottocento che dava voce alle sue guerre o la più vicina ed incrollabile Guernica<\/strong> di Picasso del 1937. Altra epoca, stesse volontà, linguaggi diversi.<\/p>\n La forza di una donna – <\/strong>Quella di domenica scorsa è stata un'inaugurazione diversa dal solito; una piccola grande donna, capace ancora di indignarsi, a dispetto dell'esperienza, sceglie di far dire alla sua arte ciò che spesso dimentichiamo. Domenica pomeriggio si è provato a far questo, a ricordare. Ricordare la strage del 2004 in Iraq, ma ricordare anche in qualche modo gli attimi di violenza che ci riguardano anche se non succedono a casa nostra. Mariuccia Secol<\/strong> ha avuto il coraggio di provare a smuovere dentro di noi delle emozioni forti e credo che abbia colpito nel segno. Uno dei meriti dell'arte è forse proprio la versatilità. Creare opere può comprendere una così infinita possibilità di variabili che difficilmente si etichetta il buono o il cattivo. O per lo meno persistono più opinioni differenti. L'artista può provocare il riso, la rabbia, la gioia o il pianto. E come nel passato più volte chi creava si è messo in prima linea nella difesa delle minoranze o dei popoli oppressi, oggi Mariuccia Secol prova a fare quello che prima di tutto dovrebbe fare l'arte: provocare emozioni.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Mariuccia Secol all'inaugurazione Mark 77 – Domenica ha aperto una delle esposizioni più singolari e forti tra quelle proposte dai Liberi Artisti. La mostra, se così si può definire, di Mariuccia Secol. Più che una mostra, un'opera d'arte collettiva, o per lo meno così è stato il giorno dell'inaugurazione. Quando meravigliati ed attenti ci siamo […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14345,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[64,48],"tags":[],"yoast_head":"\n