{"id":14350,"date":"2008-02-27T04:54:09","date_gmt":"2008-02-27T04:54:09","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-02-29T09:31:38","modified_gmt":"2008-02-29T09:31:38","slug":"varese-in-evoluzione-con-l-unificazione-delle-stazioni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/varese-in-evoluzione-con-l-unificazione-delle-stazioni\/","title":{"rendered":"Varese in evoluzione con l’unificazione delle stazioni"},"content":{"rendered":"
Varese anni '30<\/strong> – E' il ricordo della Varese<\/strong> anni '30 che introduce l'incontro tenuto martedì 26 febbraio al Teatrino di Via Sacco. E' Riccardo Blumer<\/strong> a presentare la serata, che verterà sul progetto ancora agli albori, di unificare le due stazioni cittadine. Un dibattito che ha visto la partecipazione dello storico Luigi Zanzi<\/strong> e dell'architetto Guglielmo Mozzoni<\/strong>. A chiarire le dinamiche degli interventi architettonici e viabilistici sono presenti il sindaco Attilio Fontana<\/strong> affiancato da Fabio Binelli<\/strong>, assessore alla pianificazione territoriale del Comune di Varese.<\/p>\n Premettendo che<\/strong> – "Il progetto in esame trasforma e comprende una buona parte di città – introduce Blumer – ogni intervento architettonico tocca la vocazione della città". Da qui ha avuto inizio l'intervento di Luigi Zanzi<\/strong> che ha voluto ripercorrere le trasformazioni della nostra città. A partire da quando "Varese era un insieme di borghi, collocati tra vallicelle e colline ai piedi del Campo dei Fiori. La prima grande svolta si ha negli anni '30 quando due sono i grandi fenomeni che modificano la città", spiega Zanzi. "Primo fra tutti l'apporto architettonico di Giuseppe<\/strong> Sommaruga<\/strong> che insedia realizzazioni che attirano innanzitutto turismo. Queste non coinvolgono il centro città ma zone periferiche. Si ha così il primo stravolgimento dell'ambiente esterno". Altro elemento è, secondo la terminolgia dello storico, "la nazionalizzazione<\/strong> del territorio, cioè Varese diventa il fulcro di sedi gestionali di interesse nazionale. La zona era perfetta per il bisogno di una sede di frontiera. Arrivano poi gli anni '50 e primi anni '60 e Varese subisce quel radicale cambiamento che la porta a stravolgere l'idea di città policentrica voluta dalla storia, a favore dello sviluppo non curato, non pensato, su base affaristica. Al pari però non crescono le strade e le vie di comunicazioni. L'unica, la più veloce da pensare e realizzare è il raccordo autostradale Varese-Milano. Ecco allora lo sguardo sulla città che permette di inquadrare la realtà delle stazioni, che a Varese sono nate male, come punto finale e non di transito", conclude Luigi Zanzi<\/strong>. <\/p>\n Con i ricordi fino ad oggi<\/strong> – Anche Guglielmo Mozzoni<\/strong> orienta le sue idee in questa direzione. Nonostante i suoi 93 anni, la voglia di creare, di pensare a migliorie possibili, a nuove strategie è molto sentita, la vis polemica non difetta. Entrambi i relatori sottolineano l'importanza della vocazione<\/strong> che si vuole dare e che ha Varese. Città turistica, religiosa, commerciale? "Tutte le città europee sono nate accanto ad un fiume. Era la via di comunicazione importante. Al pari di questo oggi abbiamo le ferrovie", dice l'architetto. L'idea di questo incontro è nata dalla volontà da parte, soprattutto dell'amministrazione comunale, di coinvolgere il più possibile la cittadinanza in questo progetto. Anche Mozzoni afferma l'importanza di questo, proponendo un referendum<\/strong>, per sentire così il parere della gente. Un modellino e pannelli grafici esplicano l'idea progettuale di Mozzoni, che inserisce nell'area interessata dai lavori anche l''Albergo Girasole'. Un'idea che nasce dal cuore, dalla volontà di essere vicino alla città, di volerla veramente migliore, più vivibile e contemporaneamente valorizzare le realtà esistenti.<\/p>\n Da parte del Comune<\/strong> – L'obiettivo principe, scaturito dalle parole del sindaco Fontana<\/strong>, è quello del collegamento di Varese, da un lato con la vicina svizzera e le ferrovie ticinesi, e dall'altro con Malpensa. Idea nata dai relatori, ma approvata pienamente dal sindaco, è quella di un convolgimento a livello progettuale di respiro internazionale. Questo per poter al meglio gestire la situazione che non si prospetta sicuramente semplice. Un bando d'architettura aperto al mondo per valorizzare Varese, le aspettative in merito sono molte.<\/p>\n Tra sogno e realtà<\/strong> – Sono state presentate le prime fasi del progetto. Le idee si moltiplicano. L'incontro si è chiuso con la promessa di altri confronti pubblici sull'argomento. Il pubblico è intervenuto più volte chiedendo chiarimenti sia a livello tecnico che di curiosità spicciole. I cittadini rimangono giustamente curiosi. Si prospetta un intervento massiccio sotto tutti i punti di vista. Senza dimenticare l'impatto visivo che avrà tale realizzazione. Sembrerebbe che tutte le possibilità siano state prese in considerazione o almeno preventivate. Non ci resta che attendere le evoluzioni, nella speranza che la visione storica e probabilmente più sentita di Zanzi e Mozzoni, riesca a fare breccia nelle più distaccate considerazioni da parte dell'amministrazione. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Zanzi, Blumer e Mozzoni Varese anni '30 – E' il ricordo della Varese anni '30 che introduce l'incontro tenuto martedì 26 febbraio al Teatrino di Via Sacco. E' Riccardo Blumer a presentare la serata, che verterà sul progetto ancora agli albori, di unificare le due stazioni cittadine. Un dibattito che ha visto la partecipazione dello […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14351,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[11,51],"tags":[],"yoast_head":"\n