{"id":14463,"date":"2008-03-13T11:39:38","date_gmt":"2008-03-13T11:39:38","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-03-14T08:46:40","modified_gmt":"2008-03-14T08:46:40","slug":"caravaggio-il-sacrificio-e-il-suo-doppio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/caravaggio-il-sacrificio-e-il-suo-doppio\/","title":{"rendered":"Caravaggio, il Sacrificio e il suo doppio"},"content":{"rendered":"
Qualche novità<\/strong> – Due opere pressoché identiche, se non in qualche piccolo particolare. Una la copia dell'altra? Non esattamente. Forse davvero lo stesso soggetto, dipinto dalla stessa mano, probabilmente nello stesso momento. Lo confermerebbero le indagini accurate condotte in merito. Fosse una copia, dalle radiografie sarebbe emersa la usuale quadrettatura; fosse un emulo dell'originale, le analisi non invasive non avrebbero confermato l'identico modus operandi di Caravaggio. Confermata la mano dell'artista, e confermato l'arrivo a Villa Mirabello della tela del Merisi,<\/strong> raffigurante il Sacrificio di<\/strong> Isacco<\/strong>, datata 1602<\/strong>. Una iniziativa coltivata a lungo dall'Associazione VareseVive<\/strong>, che per l'occasione si avvale della collaborazione indiretta di uno studioso di vaglia in cose caravaggesche come Maurizio Marini<\/strong> per quanto inerisce ad un catalogo dedicato esplicitamente all'opera e per la parte più propriamente varesina di una autore e di una firma ben collaudata, anche dallo stesso sodalizio che fa capo a Giuseppe Redaelli, quale Silvano Colombo<\/strong>. <\/strong> L'allestimento<\/strong> – Questo l'appoggio: lo strumento critico che dovrebbe servire a sgombrare il campo da dubbi sulla legittimità dell'attribuzione, che tuttavia appare certa, se non altro alla luce inequivocabile di esami radiografici, stratigrafici, e di fluorescenza. L'ideatore del percorso espositivo varesino, Silvano Colombo,<\/strong> ha illustrato dal canto suo le metodologie di lavoro, le ricerche svolte e le ipotesi di confronto scaturite nel corso del progetto. "La mostra sarà composta da due parti: il quadro, l'unico pezzo originale della rassegna, sarà esposto nella prima sala; illuminato da una luce appositamente studiata, in modo da poter cogliere ogni dettaglio". A fianco della tela, un pannello esplicativo per quanto riguarda gli esami non invasivi eseguiti sulla tela. "Un passaggio utile per comprendere la metodologia di lavoro del maestro", spiega Colombo. Dopo la dovuta attenzione data in questa sala al quadro protagonista della scena, si passa alla sala ottagonale<\/strong> dove il percorso si dirama tra artisti e luoghi diversi. <\/p>\n Viaggio nella luce<\/strong> – 'Luci di Lombardia. Un percorso tra Milano, Varese e il Sacro Monte di Varallo Sesia, come introduzione e commiato del Sacrificio di Isacco<\/em> di<\/strong> Caravaggio 1602<\/strong>'. E' questo il titolo dell'indagine svolta da Silvano Colombo<\/strong>. Una ricerca che muove tra le possibili suggestioni percepite da Caravaggio da rinvenibili non solo nelle nostre zone. Il testo redatto dallo storico accompagnerà il visitatore durante il percorso della mostra. "In questa seconda sala si troveranno le riproduzioni delle immagini di opere di Simone Peterzano<\/strong>, maestro del Merisi. Tre versioni dello stesso soggetto, la 'Deposizione<\/strong>' in San Fedele a Milano, quella attribuita al Peterzano in San Vittore a Varese e la tela del Caravaggio in Vaticano. Questo per creare un confronto sull'utilizzo luministico del maestro con quello dell'allievo, captandone ammodernamenti ed evoluzioni", sottolinea l'ex direttore dei Musei Civici. <\/p>\n Spaziare per conoscere<\/strong> – Il percorso continuerà allargando gli orizzonti artistici, con l'auspicio, confessato dall'autore, di invogliare i visitatori a scoprire altre realtà culturali che hanno probabilmente influenzato Caravaggio. "La gita del Merisi al Sacro Monte di Varallo negli anni 1584\/85, in contemporanea con gli esordi nella bottega milanese del Peterzano, ha messo il pittore di fronte ad un suggestivo impianto scultoreo, in particolare nell'XI cappella. La luce che caratterizza d'ora in poi l'operato dell'artista, è più avvicinabile all'effetto luministico scultoreo che non pittorico", sottolinea lo studioso. Nello stesso spazio espositivo, saranno presentati tre nomi della pittura varesina del '500: Morazzone<\/strong>, Cerano<\/strong> e Serodine<\/strong>. "Questo per ricordare la produzione nella nostra zona, nel momento in cui Caravaggio avrebbe potuto farne tesoro. Da osservare nelle opere di tali maestri è la scelta della luce come elemento distintivo di una nuova pittura". <\/p>\n Dialogo col pubblico<\/strong> – Silvano Colombo<\/strong> sarà accompagnato nella stesura del testo per la mostra dalla storica dell'arte varesina Clara Castaldo<\/strong>. Verrà da quest'ultima fornita una sezione tecnica che spiegherà le metodologie di studio che sono state adottate per la lettura delle opere d'arte. Si svolgeranno durante la permanenza della mostra alcune serate sul tema, che vedranno coinvolti gli studiosi coinvolti nel progetto a cominciare da Marini che introdurrà l'opera in un incontro a Villa Mirabello e gli stessi Colombo e Castaldo che incontreranno il pubblico probabilmente nel teatrino di Via Sacco. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Ritratto del Merisi, 1621 Qualche novità – Due opere pressoché identiche, se non in qualche piccolo particolare. Una la copia dell'altra? Non esattamente. Forse davvero lo stesso soggetto, dipinto dalla stessa mano, probabilmente nello stesso momento. Lo confermerebbero le indagini accurate condotte in merito. 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Pubblicazione prestigiosa<\/strong> – Ci sarà dunque un volume ad illustrare compiutamente l'esegesi e la certezza autografa dell'opera del Merisi, a cura di Marini che nel corso degli anni ha avuto modo di approfondire aspetti meno conosciuti, in particolar modo, del collezionismo caravaggesco in ambito non solo italiano ma, ad esempio, spagnolo. Una lettura che ha permesso la ricostruzione di molti passaggi di mano di opere dell'artista. Maurizio Marini <\/strong>risulta essere <\/strong>tra i più continui studiosi del pittore lombardo; vanta tra le sue numerose pubblicazioni il catalogo filologico sull'artista "Io, Michelangelo da Caravaggio<\/strong>" (Roma, edizione tedesca "Caravaggio Werckverzeichnis" 1980), "Caravaggio Pictor<\/strong> Praestantissimus<\/strong>", 1987 (nuova edizione 2001). Nel 1997 ha curato il volume "Caravaggio, Murtola e la chioma<\/strong> avvelenata di Medusa<\/strong>" (New York). Molteplici le mostre sull'artista che hanno visto l'impegno di Maurizio Marini in Italia e all'estero. <\/p>\n