{"id":14498,"date":"2008-03-18T16:53:38","date_gmt":"2008-03-18T16:53:38","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-03-21T07:31:16","modified_gmt":"2008-03-21T07:31:16","slug":"le-nuove-esposizioni-del-ceresio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/le-nuove-esposizioni-del-ceresio\/","title":{"rendered":"Le nuove esposizioni del Ceresio"},"content":{"rendered":"
Latitudini del Ceresio <\/strong>– Il taglio del nastro per le due esposizioni di Rancate è avvenuto in contemporanea: sabato 15 marzo 2008. A dare il benvenuto al pubblico, presentando le rispettive mostre, i due curatori Mariangela Agliati Ruggia<\/strong> per la storia del celebre Gambrinus<\/strong> ed Edoardo Villata<\/strong> per la vicenda del pittore seicentesco Luigi Reali<\/strong>. Mostre diverse sia per tematiche storico-artistiche che per ventaglio cronologico considerato, ma accomunate dal desiderio di ricostruire significative e inedite tappe della storia delle latitudini prealpine e dell'ambiente del Ceresio. Così si legge nel catalogo della mostra Paesaggi luganesi di Gioachimo Galbusera<\/strong>: "Ricostruire e ripercorrere la lunga storia della birreria (o birraria, come si scriveva una volta) Gambrinus<\/strong> di Lugano (1906-1971) è come fare un tuffo in un mondo remoto, anagraficamente ancor più lontano dell'effettiva realtà cronologica e di spazio". Il Gambrinus conteneva, inseriti all'interno di un'elegante boiserie, una preziosa serie di dipinti – presentati in mostra – del pittore luganese Gioachimo Galbusera<\/strong>. Eseguiti nel 1911, rappresentano alcuni dei paesaggi più pittoreschi dei dintorni di Lugano.<\/p>\n Le opere prima di tutto<\/strong> – "Si è voluto ricostruire l'ambiente del Gambrinus, rimasto nella memoria di molti luganesi e non solo. Niente mobili in stile o invadenti suppellettili che porterebbero diretti sulla strada del falso o peggio ancora del kitsch ma una ricostruzione sobria, essenziale che dia solo una suggestione di essere nell'originale locale". Claudio Cavadini<\/strong>, responsabile dell'allestimento delle due esposizioni e della passata rassegna dedicata a Camillo Procaccini, mi accompagna per le sale della Pinacoteca Züst. La mostra intende proporre la ricostruzione semplice e storicamente rispettosa di questa birreria luganese – gestita fino alla sua chiusura dalla famiglia Hunziker – ricreando l'atmosfera liberty che le aveva <\/p>\n conferito l'architetto Giuseppe Bordonzotti. Ed è sempre Cavadini a condurmi al secondo piano dove è allestita l'esposizione dedicata a Luigi Reali. Ancora una volta, un allestimento semplice che mette prima di tutto in risalto i dipinti, valorizzandone la fruizione, senza sopraffare o tiranneggiare i visitatori con studiati "effetti speciali". mescolano ecletticamente, come parlate dialettali locali, con istanze diverse, desunte dalle opere di Morazzone, di Cerano e dalla tradizione gaudenziana. Quindi un fiorentino in un certo senso "rinnegato", che al di là di isolati ricordi toscani sparsi lungo le sue opere, come certi cangiantismi tipici della stagione del Manierismo, compie (come dice argutamente Roberto Contini), un risciacquamento in Arno alla rovescia; un risciacquamento nel torrente Mastallone, o nell'acqua dolce dei laghi lombardi. E colpisce, nella sua carriera errabonda per le coste lacustri e per le valli prealpine, l'ostinata fedeltà al mondo delle confraternite o delle parrocchiali di paese".<\/p>\n Dialoghi toscani<\/strong> – "Mostra di tutela e rigorosamente territoriale, dal momento che le opere pervengono da chiese ticinesi", conclude il curatore. Le ricerche sul territorio hanno portato a riconoscere altre opere del Reali: tra queste appaiono di particolare importanza la Pentecoste di Rivera, che con la data 1633 sposta più indietro la cronologia nota del pittore, o le due belle tele di Bironico. Il panorama della sua attività si irrobustisce con la presenza in mostra di opere a lui attribuite per la prima volta in questa occasione, ubicate ancora a Rivera e Bironico, a Mezzovico e Verscio. A corredo, si fanno dialogare questi dipinti con presenze toscane e centroitaliane nell'attuale Svizzera italiana e con opere a lui contemporanee, che sembrano intrattenere una serrata dialettica col nostro pittore: è il caso del ligneo Sant'Antonio da Padova, vero equivalente tridimensionale della pittura di Reali, o del San Rocco, forse dell'ambito dei fratelli Recchi, entrambi di Vacallo.<\/p>\n <\/p>\n Luigi Reali: Firenze 1602 – post 1660 nel Canton Ticino Mariangela Agliati Ruggia Latitudini del Ceresio – Il taglio del nastro per le due esposizioni di Rancate è avvenuto in contemporanea: sabato 15 marzo 2008. A dare il benvenuto al pubblico, presentando le rispettive mostre, i due curatori Mariangela Agliati Ruggia per la storia del celebre Gambrinus ed Edoardo Villata per la vicenda del pittore […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14499,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41,64,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
Firenze, Canton Ticino, andata e ritorno<\/strong> – La vicenda del pittore Luigi Reali<\/strong>, nonostante la sua posizione appartata nella storia dell'arte italiana, si presenta curiosa, sia sotto il profilo biografico sia sotto quello critico visto anche quel suo insistente proclamarsi "florentinus", come orgogliosamente esibito in numerose opere firmate. E nel catalogo, in cui compaiono saggi di Lara Calderari, Roberto Contini, Patrizio Pedrioli, Edoardo Villata, si legge: "La mostra alla Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst vuole render conto proprio di queste perplessità, proponendo nuove ipotesi. Da un lato, grazie a un importante ritrovamento documentario, si conferma la nascita fiorentina del Reali (nel 1602) e, dall'altro, a seguito del riconoscimento della sua mano in numerosi affreschi dall'appena restaurato chiostro di Santa Maria della Grazie a Bellinzona, cerca le sue tracce nel Canton Ticino, del quale potrebbero addirittura essere originari i suoi genitori". Troverebbero così una più consistente conferma quelli che sembrano essere gli esordi ticinesi di questo curioso fiorentino del Ceresio.
Risciacquare i panni nei laghi lombardi<\/strong> – Spiega Edoardo Villata: "Una piccola figura di pittore, nelle cui opere è possibile vedere suggestioni della pittura devozionale del fiorentino Francesco Curradi, anche se le opere di Reali si<\/p>\n
Gli esordi di un fiorentino rinnegato e girovago<\/strong>
Paesaggi luganesi di Gioachimo Galbusera
Milano 1870 – Lugano 1944 nella vecchia birreria Gambrinus
<\/strong>Dal 16 marzo al 17 agosto 2008
marzo – giugno da martedì a domenica
9.00 – 12.00\/14.00 – 17.00
luglio – agosto da martedì a domenica
14.00 – 18.00
Lunedì chiuso
www.ti.ch\/zuest
tel.: +41 (0)91 646 45 65<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"