{"id":14528,"date":"2008-03-20T11:40:49","date_gmt":"2008-03-20T11:40:49","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-03-21T07:17:17","modified_gmt":"2008-03-21T07:17:17","slug":"schiele-klimt-kokoschka-un-belvedere-a-villa-olmo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/schiele-klimt-kokoschka-un-belvedere-a-villa-olmo\/","title":{"rendered":"Schiele, Klimt, Kokoschka: \u00e8 un Belvedere a Villa Olmo"},"content":{"rendered":"
Un viaggio nell'arte<\/strong> – L'abbraccio è temporale, perché la mostra colta e raffinata, presenta veri e propri capolavori, esemplari degli anni che vanno dalla metà del Settecento alla metà del Novecento. Sono circa ottanta le opere<\/strong> presenti, che provengono dal Museo del Belvedere<\/strong>, che ha sede nel castello barocco situato nel cuore di Vienna. Tale collezione d'arte è la seconda d'importanza presente in Austria ed è unica al mondo perché conta il numero più elevato di opere di Gustav Klimt<\/strong>, tra le quali Il bacio<\/em>. Ora, molte opere di tale collezione sono in trasferta sulle rive del lago lariano e la loro visione nel contesto settecentesco di Villa Olmo<\/strong>, straordinariamente consona alla rassegna appena inaugurata e già sede prestigiosa di altre e precedenti mostre, offrono un'emozione unica.<\/p>\n Il cuore della mostra<\/strong> – Le sale sono nove e ospitano le opere di medie e grandi dimensioni, alcune delle quali monumentali. Emergono dal buio, grazie alla luce magistralmente orchestrata, che le valorizza tanto da suscitare la sensazione che la stessa provenga da dentro le singole opere. Tale effetto è notevole nelle sale, che ospitano i dipinti del primo Novecento e, più precisamente, in quella dedicata alla Secessione<\/strong> (sala 7) con sei Schiele <\/strong>e cinque Klimt<\/strong>, che conquistano l'occhio dell'osservatore. In essa si trova, anche, vertice assoluto, L'Abbraccio (Coppia di amanti II)<\/em> di Egon<\/strong> Schiele<\/strong>, olio su tela del 1917, che è posto in fondo alla sala, al centro: attira immediatamente l'attenzione di chi entra e gli altri capolavori, come il Ritratto del dottor<\/em> Hugo<\/em> Koller <\/em>alla sua destra guardando e Madre con due<\/em> bambini<\/em> III (Madre III)<\/em>, olio su tela, 1915-17, a sinistra, entrambi di Egon Schiele gli fanno da ali, che si aprono come ad abbracciare l'osservatore che non può rimanere indifferente alla bellezza delle opere, al trionfo della pittura, alla capacità intrinseca dell'arte di essere messaggera di valori, che vanno oltre la materia esteriore. Il percorso prosegue verso una sala, che accoglie ancora la Secessione interpretata da altri artisti come Egger-Lienz<\/strong> con una monumentale opera intitolata, Le età della vita<\/em>, che invita a meditare sull'esistenza umana e sul suo inesorabile declino. Poi, la sala seguente accoglie una maestosa, dinamica, coinvolgente opera di Maximilian Oppenheimer<\/strong>, uno dei massimi esponenti dell'Espressionismo austriaco. Virtuoso del violino egli stesso, alla musica dedicò numerosi dipinti, questo, dal titolo L'orchestra<\/em>, mostra un richiamo agli elementi espressivi del Futurismo italiano. Senza accorgerci si è giunti all'ultima sala dedicata alla Modernità<\/strong> con Oskar Kokoschka<\/strong>, che emerge con la forza dirompente del suo primo espressionismo, del suo colore e gesto, che diviene energia allo stato puro, la mostra si conclude così. <\/p>\n Percorso a ritroso<\/strong> – Dovrebbe concludersi, ma il desiderio di ripercorrerla a ritroso affiora spontaneo e curioso per cogliere soprattutto l'essenza delle prime sale, che ora rivelano ancor più il viaggio intrapreso attraverso due secoli, colti nella loro migliore espressione artistica. Allora, la pittura austriaca settecentesca caratterizzata da quel tardo barocco così irripetibile in Europa assume nuova luce e la maestosità e il solenne fasto raffigurato nei dipinti, ci fanno riflettere sul periodo artistico e soprattutto storico, quello di Maria Teresa<\/strong>, vissuto da quei nobili personaggi ritratti da Martin van<\/strong> Meytens<\/strong>. Sono straordinarie le tre sculture di Messerschmidt<\/strong>, che probabilmente rappresentano degli autoritratti, sia perché, lo erano già allora, per la loro ribellione ai canoni stilistici coevi, sia per la loro immediata capacità comunicativa. Poi, superato il periodo teresiano, di relativa tranquillità politica e sociale l'Austria subisce il terremoto napoleonico, che si conclude con il Congresso di Vienna (1814). Da questa data fino ai primi moti del 1848, trionfa il Biedermeier<\/strong>, stile caratterizzato da una attenzione soprattutto verso la vita quotidiana<\/strong>, con particolare rappresentazioni di scene d'interni<\/strong>, di vita familiare<\/strong>, e con la nascita anche del genere "ritratto di Bambino<\/strong>". Il maggior esponente di questo stile borghese è Ferdinand<\/strong> Georg Waldmüller<\/strong>. Poi, si trova una sala tutta dedicata al mito del "Grand-Tour<\/strong>" e agli artisti, che hanno compiuto tale esperienza di formazione insostituibile per i giovani aristocratici di allora. Tra gli artisti presenti c'è Rudolf von<\/strong> Alt<\/strong>, che è stato il più grande acquarellista viennese e che in seguito sarà il presidente onorario della Secessione, quello effettivo sarà Gustav Klimt<\/strong>. Veri capolavori, che fanno di questi paesaggi gli antisignani, nell'approccio alla visione e all'inquadratura, di quelli della Scuola di<\/strong> Barbizon<\/strong> e dell'Impressionismo<\/strong>. Infine, dopo i moti del Quarantotto e l'elezione a imperatore di Francesco Giuseppe inizia una fase di graduali riforme, che toccano tutta la società austriaca. La pittura ne è riflesso e gli esponenti di spicco della Belle Epoque <\/strong>viennese sono Reiter<\/strong>, Makart<\/strong> e Romako<\/strong>, che in modi diversi, e con ricerche personali esprimono il sentire e il fermento di un'epoca in evoluzione, che sfocerà poi nella Secessione, che dai più è nota, soprattutto, per le figure miliari di Klimt<\/strong>, Schiele<\/strong> e Kokoschka<\/strong>, così ben rappresentati dai capolavori presenti nella mostra lariana. ABBRACCIO DI VIENNA. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Opera di F.G. Waldmuller, 1835 Un viaggio nell'arte – L'abbraccio è temporale, perché la mostra colta e raffinata, presenta veri e propri capolavori, esemplari degli anni che vanno dalla metà del Settecento alla metà del Novecento. Sono circa ottanta le opere presenti, che provengono dal Museo del Belvedere, che ha sede nel castello barocco situato […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14529,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[42,64,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
L'abbraccio intenso e affascinante della mostra prosegue fino a luglio e la location di notevole attrattiva può suscitare il desiderio di fare più di una visita, perché oltre alla chiave di lettura cronologica della mostra, può essere interessante approffondire anche quella stilistica, psicologica e culturale che ha fatto dell'Austria, per un certo periodo, il riferimento artistico più importante per la storia dell'arte europea. <\/p>\n
Klimt, Schiele e i capolavori del Belvedere<\/strong>
Como, Villa Olmo (via Cantoni 1)
15 marzo – 20 luglio 2008
Orari: martedì, mercoledì e giovedì 9.00-20.00; venerdì, sabato e domenica 9.00-22.00 (la \t \tbiglietteria chiude un'ora prima); lunedì chiuso
Biglietti: Intero: 9 €; Ridotto: 7 € giovani fino a 18 anni e studenti fino a 26, over 65
Gruppi (min.20 persone – gratuito per l'accompagnatore); Ridotto scuole: 5 € gruppi \t\t scolastici (min. 20 persone – gratuito per due accompagnatori); Gratuito: bambini fino a 6 \t anni, disabili con accompagnatore; On line: www.ticketone.it
Catalogo: Silvana Editoriale (pp. 194; Euro 29 in mostra, Euro 35 in libreria)
Sito internet: www.grandimostrecomo.it; Infoline: 039.206868<\/p>\n