{"id":14579,"date":"2008-03-27T06:12:17","date_gmt":"2008-03-27T06:12:17","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-03-28T06:27:49","modified_gmt":"2008-03-28T06:27:49","slug":"dove-va-l-arte-dopo-l-11-settembre","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/dove-va-l-arte-dopo-l-11-settembre\/","title":{"rendered":"Dove va l’arte dopo l’11 settembre?"},"content":{"rendered":"
L'arte dopo ground zero<\/strong> – Manazza non è solo un addetto ai lavori dotato di quel fondamentale senso ironico a volte deficitario tra i suoi colleghi, è anche un saggista di grande spessore. L'isterilimento dell'arte<\/strong> – Come nota Raffaele De Grada<\/strong> nella premessa all'opera, Manazza è però riuscito a svolgere un compito inconsueto, trattando argomenti non facili in modo semplice e discorsivo. Così che il libro risulta alla fine leggibile da parte di tutti. Scopo dell'opera è dimostrare che di fronte alla guerra di religione scatenata dopo l'11 settembre 2001 con l'attentato alle torri Gemelle si possa e si debba cercare la salvezza degli animi e della società nella "seduzione" dell'arte"<\/strong>, termine mutuato dal filosofo francese Jean Boudrillard<\/strong>. L'arte come via di pacificazione <\/strong>– Chi riduce la coscienza al proprio sé rischia, secondo l'autore, "la dannazione della coscienza. Se questo ha valore per l'Occidente, proiettato verso la desertificazione dei piaceri in nome del profitto, lo ha però anche il radicalismo religioso. Qualsiasi fondamentalismo immiserisce e invalida la sua stessa vocazione. Nella scoperta di un valore altro dal proprio sé il centro di ogni problema cesserà di coincidere con la propria verità, obbligando ciascun singolo individuo a sovresporsi nel quesito relativo al destino della specie. Sotto questo profilo etica ed estetica sono a un passo dalla contaminazione reciproca. Ciò significa che lo sviluppo delle arti è ormai uno strumento politico e filosofico per l'intero pianeta perché potrebbe essere in grado di indicare la nuova strada di sviluppo e pacificazione. L'unica sulla quale persino l'individuo singolo potrebbe ricavare vantaggi durevoli e reali. Se questa visione del mondo concepisce l'eticità generale come scopo dei singoli e, nel contempo, l'estetizzazione della vita individuale come generale profitto, allora gli orizzonti delle differenze saranno costretti a trasformarsi nella logica dello sviluppo e della pacificazione". Paolo Manazza <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La copertina del volume L'arte dopo ground zero – Manazza non è solo un addetto ai lavori dotato di quel fondamentale senso ironico a volte deficitario tra i suoi colleghi, è anche un saggista di grande spessore.Tanto che ci permettiamo di raccomandare a quanti credono nell'arte e nel suo fondamentale ruolo nella società un suo […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14580,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[13,45],"tags":[],"yoast_head":"\n
Tanto che ci permettiamo di raccomandare a quanti credono nell'arte e nel suo fondamentale ruolo nella società un suo splendido saggio del 2006 (O barra O edizioni). Si intitola Sulle finalità dell'arte dopo l'11 settembre <\/strong>ed è un libro non proprio di immediata lettura, per le implicazioni filosofiche contenute.<\/p>\n
Manazza analizza la "vanità" di gran parte del mondo artistico contemporaneo, opinione peraltro supportata dal parere autorevole dello studioso Nigel Warburton<\/strong> della britannica Open University<\/strong>, circa le stranezze fatte passare per arte in sedi illustri, anche nelle nostre celebrate Biennali di Venezia<\/strong>. E ricorda che in Italia come altrove il dibattito sull'arte si è isterilito, finalizzato spesso a stimolare il versante economico in vista di alti profitti.
Verso inedite consapevolezze<\/strong> – Abbandonare dunque la strumentalizzazione dell'arte, accoglierne una nuova visione affrontando i rapporti tra arte e filosofia, puntare infine alla ricerca del Bello sono i tre passaggi fondamentali sviluppati dall'autore nel suo saggio.
"La ricerca di un nuovo orizzonte etico – scrive Manazza – potrebbe essere concepita proprio sul piano di intense provvidenziali contaminazioni estetiche (…) E' arrivato il tempo di cercare oltre, nella direzione di ripidi sentieri che conducono – come direbbe il Calvino<\/strong> delle Lezioni Americane<\/strong> – verso inedite consapevolezze".<\/p>\n
Un libro per amico<\/strong> – A garantire della serietà dell'opera è ancora De Grada che conclude la sua premessa con una piena promozione del saggio di Manazza: "Libri come questo non sono destinati a uno scoop giornalistico. Sono un serio invito alla riflessione su ciò che può aiutare, come appunto l'arte, a una ricomposizione di ragione e sentimento per i destini dell'uomo".
Libri come questo, aggiungiamo noi molto più modestamente, sono come gli amici della allegra brigata di Viceversa<\/strong>. Vorresti averli sempre vicini. Perché credono nelle stesse cose in cui tu credi.
E perché ti consolano e ti danno speranza. Come gli amici veri.<\/p>\n
Sulle finalità dell'arte dopo l'11 settembre
<\/strong>Edizioni Obarrao
Collana agli-estremi dell'Occidente (in-Arte)
2006, pp.79, € 11,00<\/strong><\/p>\n