{"id":14609,"date":"2008-03-31T11:36:07","date_gmt":"2008-03-31T11:36:07","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-04-03T12:18:53","modified_gmt":"2008-04-03T12:18:53","slug":"nella-casa-bioecologica-l-arte-pulita-di-livio-borghi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/nella-casa-bioecologica-l-arte-pulita-di-livio-borghi\/","title":{"rendered":"Nella casa bioecologica, l’arte pulita di Livio Borghi"},"content":{"rendered":"
L'urlo e la denuncia <\/strong>– Lui, la sensibilità 'ecologica', l'aveva in tempi non sospetti. Quando, allora giovane pittore figurativo, intitolava le sue opere Alla ricerca del verde perduto<\/strong>. Erano figure di ragazzi con in mano grappoli d'uva, o altri frutti. Non avevano la malizia e l'ambiguità dei bacchini di Caravaggio<\/strong>, ma la precisa consapevolezza di un'inversione incontrollabile del rispetto verso la natura. Anni dopo, Livio Borghi<\/strong>, aggredì ancor più polemicamente il problema. "Erano gli anni delle prime discariche – ricorda – a metà degli anni sessanta. Si facevano, con una certe leggerezza, senza bonificare il terreno, senza impermeabilizzarlo, in vecchie cave o luoghi di simili. Anche dalle nostre parti, nel Varesotto, spuntavano all'improvviso cumuli di rifiuti. Mi ribellavo a questo spettacolo. Documentavo la crescita di questi luoghi, con un bianco e nero aggressivo e con la pittura che era il corrispettivo di una denuncia. Era la fase dell'urlo". Ecce homo al tramonto<\/strong> – Dalla fase dell'urlo, Borghi ha poi aggiustato il tiro, cercando di porre in atto sotto la traccia della denuncia anche il momento della proposta: una proposta sempre rivolta in chiave lirica, estetica, non programmatica; fino ad oggi, quando la sua sensibilità allertata ha partorito una nuova forma di riflessione sul tema: gli Ecce Homo<\/strong>, ambientati come sua abitudine nel contesto della natura. Una natura brulla, autunnale, colorata ma morente. Qui, Borghi fissa con la fotografia la sua ombra; a fianco l'arbusto esangue, la foglia o il fiore a proiettare la propria ombra accanto a quella sua; e ancora di fianco l'elaborazione al computer della presenza vegetale, in modo che la sua artificialità venga rimarcata. Livio Borghi L'urlo e la denuncia – Lui, la sensibilità 'ecologica', l'aveva in tempi non sospetti. Quando, allora giovane pittore figurativo, intitolava le sue opere Alla ricerca del verde perduto. Erano figure di ragazzi con in mano grappoli d'uva, o altri frutti. Non avevano la malizia e l'ambiguità dei bacchini di Caravaggio, ma la precisa […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14610,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[37,230,64,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
Lo spazio congruo<\/strong> – A distanza di quasi quarant'anni, il problema vive ormai una sua certa virulenza; da preoccupazione periferica e laterale sta assumendo gli aspetti di un'urgenza concreta e quotidiana. L'arte di Livio Borghi, pionieristica allora, ha conservato febbrilmente la sua fedeltà e adesso non corre il rischio di volersi trovare al posto giusto nel momento giusto. C'era già. E la mostra che va ad inaugurare nello spazio della Casa Bioecologica<\/strong> di Busto Arsizio<\/strong>, non fa altro che confermare quanto certe sue ossessioni, magari ingenue degli inizi, siano confermate dall'attualità. La stessa scelta dello spazio, intanto: "Uno spazio – spiega – che è predisposto al rispetto dell'ambiente, alle tematiche legate ad un uso intelligente delle risorse, del riscaldamento, dell'utilizzo dell'acqua".
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Tempi slavati<\/strong> – Una sintesi di tutta la sua riflessione: "In fondo quello che ho sempre cercato di realizzare è fare uscire il pittore dalla sua tela. Farlo uscire e farlo vivere nell'ambiente che lo circonda. Farlo convivere con la natura e con la tecnologia, trovare un punto di equilibrio; sapendo che l'ambiente va tutelato e la tecnologica e il progresso che si porta dietro non vanno demonizzati. Anche se siamo in un passaggio epocale e i rischi di farsi trascinare via in questo momento sono altissimi". Come i suoi segni lavati, piccoli lavori cartacei, immersi nell'acqua che scorre. Una parte di colore resiste, si accende cromaticamente, il resto viene slavato e cancellato. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"