{"id":14659,"date":"2008-04-04T04:08:31","date_gmt":"2008-04-04T04:08:31","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-04-04T04:19:22","modified_gmt":"2008-04-04T04:19:22","slug":"il-fai-apre-lo-scrigno-sacro-di-daverio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-fai-apre-lo-scrigno-sacro-di-daverio\/","title":{"rendered":"Il Fai apre lo scrigno sacro di Daverio"},"content":{"rendered":"
La chiesa apre le sue porte<\/strong> – Racchiusa tra le case antiche del nucleo storico di Daverio, la piccola chiesa di Santa Maria Assunta<\/strong> è uno di quei gioielli di architettura "minore" di cui il nostro territorio è sorprendentemente ricco. Sono edifici dal fascino sobrio e discreto, della cui esistenza è facile dimenticarsi, perchè il loro aspetto esterno volutamente dimesso si mimetizza perfettamente nel tessuto urbanistico. Sabato 5 e domenica 6 aprile la porta di Santa Maria verrà aperta al pubblico nell'ambito delle Giornate di primavera del FAI<\/strong>, e grazie agli Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico<\/strong> di Varese svelerà alcuni dei segreti della sua storia. volle aggiungere all'immagine un commento in versi, sotto forma di un sonetto vagamente misterioso, in cui si accenna ad un naufragio, non si sa se reale o spirituale, da cui il santo l'avrebbe salvato. Altri pericoli attendevano però i daveriesi, visto che alla fine del secolo la peste avrebbe colpito in tutta la Lombardia. Non stupisce quindi trovare, proprio a lato della porta, un affresco votivo datato 1577, in cui la Madonna è accompagnata dai santi Rocco e Sebastiano<\/strong>, da sempre invocati contro il terribile morbo. L’esterno della chiesa La chiesa apre le sue porte – Racchiusa tra le case antiche del nucleo storico di Daverio, la piccola chiesa di Santa Maria Assunta è uno di quei gioielli di architettura "minore" di cui il nostro territorio è sorprendentemente ricco. Sono edifici dal fascino sobrio e discreto, della cui esistenza è facile […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14660,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[16,48],"tags":[],"yoast_head":"\n
Le soprese dall'archeologia<\/strong> – I restauri conclusi nel 2000, grazie alla collaborazione tra Parrocchia e Comune, non hanno infatti soltanto ridato alla chiesetta bellezza e dignità, ma hanno contribuito a far luce su molte vicende del passato. Sui muri dell'edificio è infatti possibile vedere la traccia di elementi architettonici, come il rosone di facciata, che erano rimasti per anni nascosti dall'intonaco. Ma è dall'archeologia che è venuta la sorpresa più grande, poiché gli scavi sotto il pavimento hanno portato alla luce, oltre alle consuete sepolture, anche i resti di due edifici precedenti. Sulla collina di Daverio c'era dunque una cappella anteriore all'anno Mille, piccola, con una sola navata e una minuscola abside quadra. In seguito nello stesso luogo fu costruita una chiesa romanica un po' più grande, con due navate e due absidi. Difficile dire quale fosse la sua funzione, dato che Daverio aveva già un'altra chiesa di una certa importanza, quella di San Pietro, citata più volte dai documenti del XII secolo e destinata a diventare la parrocchiale del luogo. Forse c'era qui un monastero, come sostiene la tradizione locale? L'unica certezza è che nel ‘400 la chiesa venne nuovamente ingrandita fino ad assumere la forma attuale, grazie all'intervento dei Sessa<\/strong>. Questa nobile famiglia aveva la sua dimora negli edifici contigui alla chiesa, di cui resta un porticato quattrocentesco, con tracce di affreschi e stemmi scolpiti che ne proclamano la parentela con i Bossi<\/strong>, signori della zona.
Da Sant'Antonio a Carlo Borromeo<\/strong> – La chiesa rinnovata venne decorata con elementi in cotto, secondo il gusto del gotico lombardo, e ornata di affreschi. Di questi resta soltanto il notevole paliotto dell'altare, che mostra il Cristo in Pietà<\/strong>, sostenuto dalla Madonna e da San Giovanni, ed affiancato da un santo vescovo in preghiera, dipinto da un artista anonimo nei modi tipici della pittura varesina tra ‘400 e ‘500.
Non molti anni più tardi, nel marzo 1523, vennero dipinti i riquadri con immagini della Madonna e dei Santi<\/strong> sulla parete meridionale ad opera di un pittore diverso e più aggiornato. Nello stesso anno e nello stesse mese fu affrescato anche il grande Sant'Antonio Abate<\/strong> della controfacciata, accompagnato dall'inseparabile porcello, ma collocato su un insolito sfondo di lago e di barche. In questo caso il committente Giacomo Sessa, oltre ad apporre lo stemma della sua casata e quello dei Visconti,<\/p>\n
E alla memoria di un Santo che si distinse proprio nel soccorso agli appestati, il grande Carlo Borromeo<\/strong>, fu dedicato l'ultimo intervento artistico di rilievo nella chiesetta. Nella prima metà del ‘600 fu infatti aggiunta la cappella di San Carlo, con una statua lignea di impressionante realismo, di cui i restauri hanno rimesso in luce il volto scavato e la barbetta rada <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"