{"id":14760,"date":"2008-04-16T05:08:21","date_gmt":"2008-04-16T05:08:21","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-04-18T09:28:39","modified_gmt":"2008-04-18T09:28:39","slug":"le-ultime-parole-famose-di-francis-haskell","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/le-ultime-parole-famose-di-francis-haskell\/","title":{"rendered":"Le ultime parole famose di Francis Haskell"},"content":{"rendered":"
Mostre – monstre<\/em><\/strong> – Cieli affollati da aerei che sfrecciano da una parte all'altra del mondo; le stive piene di Rembrandt, Rubens, Tiziano, Poussin, Van Dick, Goya, da collocare, temporaneamente, e dunque effimeramente, ora in un grande museo ora in un altro. Sono le mostre blockbuster, bellezza. Quelle esposizioni di arte antica, in grado di richiamare milioni di persone, di spostare varie umanità, con una contabilità che il passato non aveva mai conosciuto; di smuovere un circuito di interessi, scientifici e non solo, intorno al patrimonio artistico. Francis Haskell<\/strong> (1928 – 2000), docente di storia dell'arte ad Oxford fino al 1995, studioso ed autore tra i più incisivi della seconda metà del secolo scorso, ha analizzato tra i primi questo assommarsi di mostre monstre<\/em>, acutamente definendone luci ed ombre. <\/p>\n In uscita per i tipi di Skira, il volume La nascita delle mostre<\/strong> è la prima traduzione italiana integrale di The ephemeral museum<\/strong>, il libro uscito postumo dopo il 2000, realizzato da Haskell sulla base di una serie di conferenze tenute presso la Normale di Pisa. Idea di Eileen Romano<\/strong>, di Skira, puntualmente alla ricerca di nuove idee per il mercato editoriale artistico italiano, tradotto da Roberta D'Adda<\/strong> e da Federica Ammiraglio<\/strong>, responsabile scientifico dei Musei di Castiglione Olona<\/strong> e in forza all'ufficio Progetti Nazionali del Fai<\/strong>. Orgoglio nazionale e marketing<\/strong> – Il concetto di grande mostra ha un suo risvolto persino ideologico. Un aspetto, questo, che Haskell, autore in precedenza di volumi fondamentali come Mecenati e pittori<\/strong> o L' arte e il linguaggio della politica<\/strong>, ha sempre avuto particolarmente a cuore. Il procedere cronologico del volume gli consente di addentrarsi nell'analisi di esibizioni che hanno fatto storia anche per questo specifico sottotesto. Dal contributo politico dell'arte e della sua esibizione sotto Napoleone, a quelle più recenti: "La mostra del 1929 a Londra di arte italiana – ricorda la traduttrice – promossa da una nobildonna inglese ma fortemente caldeggiata da Mussolini; o la di poco precedente mostra dedicata al Seicento italiano, a Palazzo Pitti, ordinata da Ugo Ojetti, pontefice massimo dell'arte italica". Mostre che hanno avuto meriti indiscussi, ma non estranee a ragioni di esibizione muscolare del primato italiano, non molto lontano dalle ragioni di marketing che oggi spingono il Ministero dei Beni Culturali ad esportare Leonardo o Tiziano in Giappone. <\/p>\n I riflessi sulla letteratura <\/strong>– D'altra parte il procedere in questo modo da parte di Haskell fa emergere anche un altro ruolo peculiare dei grandi appuntamenti espositivi: quelli che hanno dato vita a successivi casi letterari. "Come per la celebre analisi di Johan Huizinga<\/strong>, L'autunno del Medioevo<\/strong>, nato alla luce di una grande mostra sull'arte fiamminga allestita a Bruges nel 1902. O l'altro specifico caso, ancora più emotivamente coinvolgente: il riferimento nelle pagine della Recherce <\/strong>di Proust<\/strong> alla morte di Bergotte, lo scrittore già da tempo malato, davanti alla Veduta di Delft<\/strong> di Jan Vermeer<\/strong>"; l'identificazione tra Bergotte e Proust, abbagliato a Parigi dal maestro olandese, è tale da rendere la mostra del pittore olandese un vero e proprio motore di suggestioni profonde e potenti. La nascita delle mostre. I dipinti degli antichi maestri e l'origine delle esposizioni d'arte<\/strong> Federica Armiraglio Mostre – monstre – Cieli affollati da aerei che sfrecciano da una parte all'altra del mondo; le stive piene di Rembrandt, Rubens, Tiziano, Poussin, Van Dick, Goya, da collocare, temporaneamente, e dunque effimeramente, ora in un grande museo ora in un altro. Sono le mostre blockbuster, bellezza. Quelle esposizioni di arte antica, in […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":14761,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[38,230,13],"tags":[],"yoast_head":"\n
La criticità delle grandi mostre <\/strong>– "Il filo rosso del volume – spiega Armiraglio – è quello cronologico. Haskell, nelle lezioni pisane poi approfondite per la stesura del volume, muove da una analisi che dal Cinquecento arriva sino al secolo scorso. La sua tesi di fondo è precisa: una critica verso i prestiti di opere d'arte che spogliano il patrimonio dove sono conservate. Il flusso dell'arte comporta vantaggi per il pubblico e la sua conoscenza ma dall'altra parte, Haskell vede il rischio per le opere stesse, per la sottomissione del personale scientifico alle logiche del mercato; e soprattutto l'idea che queste grandi mostre finiscano per imbrigliare quasi ogni attività di ricerca, con risultati inevitabilmente parziali a scapito dell'indagine monografica".<\/p>\n
Collaborazioni illustri <\/strong>– Il volume, la cui traduzione ha visto coinvolti come preziosi interlocutori, la vedova di Haskell, già a sua volta conservatrice dell'Hermitage e Nicholas Penny<\/strong>, per anni vicino all'autore, conservatore e da pochi giorni ufficialmente direttore della National Gallery<\/strong> di Londra, attende ancora una data e una sede definitiva per la presentazione al pubblico, auspicabilmente in una sede prestigiosa. Ma l'auspicio è anche che, vista la collaborazione di Federica Armiraglio, possa trovarsi uno spazio per una presentazione anche a Varese. <\/p>\n
di Francis Haskell
traduzione di Federica Armiraglio e Roberta D'Adda
p. 304
€ 25
Edizioni Skira<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"