{"id":15270,"date":"2008-06-12T12:22:50","date_gmt":"2008-06-12T12:22:50","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-06-13T09:11:32","modified_gmt":"2008-06-13T09:11:32","slug":"racconti-femminili-da-scoprire","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/racconti-femminili-da-scoprire\/","title":{"rendered":"Racconti femminili da scoprire"},"content":{"rendered":"
Donne donne… –<\/strong> <\/strong>La nuova mostra che aprirà sabato al Museo d'arte moderna e contemporanea di Varese offre una visione coinvolgente dell'arte della seconda metà dell'Ottocento. Un periodo storico di passaggio, di sperimentazione e di soluzioni differenti ed innovative. Un passaggio che porta dall'accademismo vero e proprio, velato di pudica malizia, della Tamar di Giuda <\/strong>di Francesco Hayez<\/strong>, datata 1847, che inizia il percorso espositivo, fino al divisionismo di un giovane Giacomo Balla<\/strong> che, con la sua Bambina coi fiori<\/strong>, saluta il visitatore. 40 opere, di cui 7 della collezione permanente del Castello e le altre ricavate da collezioni private. Una scelta selettiva che ha portato il curatore, Silvano Colombo<\/strong> a visionare fino a 200 pezzi. Una selezione fortemente tematica, in un ampio raggio di possibilità; lo studioso ha deciso alcuni soggetti che avrebbero fatto da cardine e, convinzione alla mano, ha così estrapolato il nucleo esposto e l'ha radunato nel suo 'percorso per immagini'<\/strong>. Tempi diversi – <\/strong>Il nudo accoglie il visitatore: il corpo della donna che si mostra solo se 'protetto dalla censura', in quanto soggetto sacro; si passa poi alla desolazione umana di una donna lasciata da un giovane amante, che piange disperata con l'ultima lettera tra le mani. Un passaggio chiaro: nel 1847 non si poteva ancora osare, non rientrava nella morale dell'epoca, ma solo trent'anni dopo tutto muta e l'artista non teme di descriveree l'illiceità di una relazione o il disagio amoroso raffigurando la donna nella sua concretezza, senza maschere o vestimenti pomposi. 'Tempi antichi e moderni'<\/strong>, prima sala, racchiude questo passaggio in un nucleo di poche opere coinvolgenti e patetiche. Nella galleria si respira tutt'altra aria: dalla figura femminile da salotto, adagiata in un interno alla Visconti<\/strong>, si passa alla strada. Da una parte la borghesia di Molteni, Toemermer, Bouvier e Fumagalli<\/strong>, dall'altra le popolane di Lega, Favretto, Boldini, Mosso<\/strong> e delle altre protagoniste allestite nella 'galleria dei ritratti, dai salotti alle strade'<\/strong>. <\/p>\n Attenzione ai dettagli –<\/strong> Dal cuore della Lombardia<\/strong>, si va a Venezia <\/strong>e poi si incontrano nelle strade e nei cortili di Napoli<\/strong>. La mamma milanese, un pò sofferente lascia spazio ad una florida giovane con le guance rosse e paffute. La sala maggiore racchiude più emozioni, più realtà. 4 tele raccontano Napoli, l'allegria della sua gente e la dolcezza ostentata delle sue madri, altrettanti quadri guardano Venezia coi foulard rossi ed i merletti. Poi si sale sui monti e si scopre la neve ed infine si scende al piano e si raccolgono i fiori. "Ogni opera di questa mostra ha dentro una storia, bisogna avvicinarsi e soffermarsi sui dettagli, capire bene, per poterla scoprire" dice il curatore. Quindi che i dettagli non passino inosservati, che si colga quanto di romantico racchiude un abito d'altri tempi e quanta dolcezza o malinconia suscita una giovane madre. Tanti i sentimenti che racchiude questa mostra, tanti i racconti e gli spunti artistici da scoprire.<\/p>\n "Donne donne…per un profilo della figura femminile nella pittura del secondo ottocento in Italia: una antologica"<\/strong>
Epoca di passaggio –<\/strong> Il tema principe è la donna, il gentil sesso che ha visto e, in alcuni momenti subito in maniera assolutamente singolare, il cambio di mentalità. Fuori la politica dal campo visivo. Non c'è una Anita Garibaldi<\/strong>, il Risorgimento, i moti, si sentono solo da lontano. Le tele del Castello trattano vari ambiti, ma l'impegno non c'è; sembra che sia passato e in qualche artista abbia lasciato un segno inetriore che si traduce pittoricamente in sottili ombre. Le donne in mostra raccontano da una parte il cambiamento dello status sociale<\/em>, della mentalità, e dall'altra il cambio di stile pittorico intercorso in quel periodo. "Nella seconda metà dell'Ottocento c'è un passaggio dall'accademismo, dal rigore nel disegno e nella forma, al divisionismo, al gesto più libero, istintivo" spiega il curatore. <\/p>\n
14 giugno – 31 agosto
Castello di Masnago
Via Cola di Rienzo, 42
Varese
orario: da martedì a domenica 10-12.30\/14.30-18.30
per info: 0332-820409, www.varesevive.it
ingresso al museo comprensivo di mostra: 4 euro (con catalogo: 5 euro)
mostra a cura di Silvano Colombo con contributo di Clara Castaldo
inaugurazione sabato 14 ore 11