{"id":15394,"date":"2008-06-27T03:58:09","date_gmt":"2008-06-27T03:58:09","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-06-27T06:54:31","modified_gmt":"2008-06-27T06:54:31","slug":"le-sculture-amate-dai-borghesi-e-dimenticate-dai-bustocchi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/le-sculture-amate-dai-borghesi-e-dimenticate-dai-bustocchi\/","title":{"rendered":"Le sculture amate dai borghesi e dimenticate dai bustocchi"},"content":{"rendered":"
Manuela Ciriacono<\/strong>, giovane studentessa della Statale di Milano ha discusso la sua tesi del triennio lo scorso anno, un lavoro di ricerca incentrato su un tesoro ormai scomparso della sua città: le sculture della Villa Ottolini Tosi di Busto Arsizio<\/strong>. Una ricerca inedita e sottoscritta da Giorgio Zanchetti<\/strong>, esperto di scultura ottocentesca e suo docente in storia dell'arte contemporanea. Un lavoro che mancava e che prova a dare nuove certezze su un nucleo scultoreo purtroppo disperso.<\/p>\n "Sculture nel parco della villa di Ernesto Ottolini a Busto Arsizio". Quali sono i punti salienti di questa ricerca?<\/strong> Chi sono gli autori di queste sculture?<\/strong> Come hai fatto a risalire a queste informazioni se le opere non sono più nel parco?<\/strong> Quali sono le scoperte che hai fatto?<\/strong> Dal punto di vista delle sculture quindi cos'hai scoperto?<\/strong> Un lavoro inedito che speri possa avere un seguito?<\/strong> Il lavoro di Manuela ha ricostruito la storia di questa storica villa, dei suoi abitanti che con gusto avevano deciso come abbellirla, ma che poi il tempo ha usurato, e le scelte hanno portato alla dispersione del suo piccolo 'tesoro' scultoreo. La studentessa bustocca intanto prosegue i suoi studi e dai banchi della Specialistica in Storia dell'arte non è detto che non riservi qualche altra importante sorpresa.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Manuela Ciriacono Manuela Ciriacono, giovane studentessa della Statale di Milano ha discusso la sua tesi del triennio lo scorso anno, un lavoro di ricerca incentrato su un tesoro ormai scomparso della sua città: le sculture della Villa Ottolini Tosi di Busto Arsizio. Una ricerca inedita e sottoscritta da Giorgio Zanchetti, esperto di scultura ottocentesca e […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":15395,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[37,230,18],"tags":[],"yoast_head":"\n
"Il mio lavoro è incentrato sul gruppo scultoreo di questa dimora storica di Busto. Sono in totale sei opere plastiche, delle quali sono rimasti solo due esemplari, che oggi si trovano accorpati alla facciata. La Villa risale ai primi del '900 e il suo proprietario di allora, era Ernesto Ottolini<\/strong>, importante imprenditore tessile. La dimora è infatti situata di fronte all'attuale Museo del Tessile<\/strong> che all'epoca era il suo cotonificio".<\/p>\n
"I nomi sono tre: Ernesto Bazzaro<\/strong>, scultore attivo tra la fine del 1800 e inizio del 1900, esponente della scapigliatura e allievo di Giuseppe Grandi<\/strong>, di lui è rimasta una parte di un'opera realizzata per la Villa, 'Il dolore'<\/strong>, che in origine era parte di un gruppo scultoreo, 'Il volo degli angeli'<\/strong>, che si trovava nel parco, ed ora è accorpata alla facciata. Poi c'erano due sculture di Achille Alberti<\/strong>, di cui uno schiavo 'Ilota Ubriaco' <\/strong>– monito morale borghese -, anche lui attivo tra Milano e Varese negli stessi anni del collega, ed infine due sculture di Michele Vedani<\/strong>, il meno noto, ma importantissimo scultore della Milano borghese di inizio secolo".<\/p>\n
"Sono partita dall'unico testo disponibile: "Villa Ottolini-Tosi a Busto Arsizio" <\/strong>edito nel 2005 dal Comune di Busto, realizzato da Chiara Bus<\/strong>, Carlo Capponi <\/strong>e Giuseppe Paciarotti<\/strong>. In questo testo ci sono riproduzioni fotografiche storiche della Villa e delle sculture, materiale unico e prezioso per il mio lavoro, un punto di partenza non facile perchè anche degli autori non si sapeva molto. Mentre Alberti e Bazzaro erano già stati studiati, di Michele Vedani non c'era praticamente nulla se non le documentazioni che lo vedevano attivo nella Milano bene degli anni a cavallo tra i due secoli".<\/p>\n
"Ho ricostruito la storia di questa casata imprenditroriale, ma solo a livello documentario perchè, nonostante ci siano eredi a Milano quando sono entrata nella sfera privata non ho ricevuto risposte. Il cotonificio è stato diretto da Ernesto Ottolini fino agli anni '20, poi i suoi soci, che, tramite un movimento di azioni, sono riusciti ad impadronirsene e si pensa che proprio alcuni di loro abbiano preso, oltre alla villa anche le statue. E' stata rinvenuta una cartolina degli anni '40 con due delle sculture dell'Ottolini in una scuderia che apparteneva appunto ad uno dei soci. Questa è l'ultima immagine conosciuta che ritrae le opere. L'altra parte che mi ha soddisfatto è stata la ricerca propriamente iconografica e stilistica".<\/p>\n
"Tutte e sei le opere sono accomunate dall'iconografia tipica delle committenze borghesi, e gli scultori coinvolti hanno avuto modo di confermare la loro bravura e il loro stile già accreditato da altre opere commissionate a Milano<\/strong>, ad esempio al Cimitero Monumentale<\/strong>. Poi ho provato a sostenere una nuova attribuzione che mi è stata confermata da Giuseppe Paciarotti – che mi ha aiutato nella ricerca – e da Zanchetti stesso. C'era infatti una statua raffigurante un 'Demolitore'<\/strong> – un uomo con il piccone in mano – che la Bus aveva attribuito ad Enrico Butti <\/strong>per affinità di stile e soprattutto per soggetto. In realtà l'opera deve essere di Michele Vedani<\/strong> perchè nonostante le mie ricerche in biblioteca e nel museo Butti non risulta un'opera così delle scultore viggiutese, nè bozzetti che ne attestino la realizzazione. Inoltre lo stile del 'demolitore' è vicino a quello del Vedani perchè monumentale, robusto. Poi Vedani oltre alle due opere per il parco ha realizzato anche un piccolo ritratto a figura intera di Ernesto Ottolini, questa è un'altra conferma dello stretto rapporto che legava i due".<\/p>\n
"E' stato difficile lavorare basandomi solo su immagini fotografiche e sui pochi elementi rimasti, ma credo che l'argomento meritava davvero di ricevere più attenzione. E' un esempio di committenza borghese che ha fatto esprimere importanti artisti dello scorso secolo, una testimonianza locale da non sottovalutare. Mi piacerebbe che studiosi, ma anche i cittadini di Busto, riconoscessero l'importanza di queste sculture. Sarebbe bello se si ritrovassero gli originali oppure che se ne parlasse in maniera ancora più approfondità".<\/p>\n