{"id":15741,"date":"2008-08-22T03:53:28","date_gmt":"2008-08-22T03:53:28","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-08-22T06:21:59","modified_gmt":"2008-08-22T06:21:59","slug":"spampinato-la-scultura-come-lavoro-quotidiano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/spampinato-la-scultura-come-lavoro-quotidiano\/","title":{"rendered":"Spampinato: la scultura come lavoro quotidiano"},"content":{"rendered":"
"Lavoratore dell'arte"<\/strong> – Il suo carattere è schivo e forte allo stesso tempo, come la materia che ha sempre lavorato: il marmo, quello bianco di Carrara, quello che utilizzava anche Michelangelo e che per alcune opere Domenico Spampinato<\/strong>, classe 1920, sceglieva personalmente, quando lavorava nel suo laboratorio di Busto Arsizio. Lo aprì nel 1954, dopo aver vissuto la guerra e un'infanzia a Catania, assai breve, perché dopo le scuole elementari non potè proseguire gli studi verso i quali nutriva vivo interesse, anche, per la sua naturale facilità di apprendere, la stessa che poi lo avrebbe aiutato in tutta la vita. Dovette subito, farsi carico insieme al padre, di una famiglia numerosa. Infatti, lui è il primo di sei fratelli, tre maschi e tre femmine: già il nonno e poi suo padre erano marmisti con operai alle loro dipendenze, ma la sua fortuna fu quella di andare ad imparare da un amico del padre, che aveva come collaboratore un bravo "sgrossatore", in grado di dare forma alla scultura che poi l'artista avrebbe rifinito. <\/p>\n Maestro cosa ne pensa della scultura di oggi e degli artisti che la praticano?<\/strong> Cos'è la scultura per lei?<\/strong> Lavora ancora, e quali sono i soggetti o i temi, che ama di più?<\/strong> C'è qualcosa, che vorrebbe dire ai giovani scultori, che sono all'inizio della loro carriera artistica?<\/strong> Un insegnamento difficile<\/strong> – Un insegnamento difficile, oggi, da seguire, ma comunque importante da rammentare, perchè le opere di Domenico Spampinato<\/strong> sono lo specchio di questa onestà a tutto tondo. La visita fatta insieme a lui nel cimitero di Busto Arsizio ha svelato un mondo di opere scultoree, steli, e sculture in bronzo e marmo, dai risvolti personali, e umani inconsueti e profondi. Una ricerca artistica, che va oltre la scultura e dà un'interpretazione personale di temi sempre presenti nella storia dell'uomo, resi plasticamente in un linguaggio classico e in gruppi di figure che occorre soffermarsi e riflettere sul loro significato, non così palese come a prima vista potrebbe sembrare. Insomma, un mondo da scoprire, che merita di essere svelato. <\/p>\n Note biografiche<\/strong> – Domenico Spampinato<\/strong> a soli 14 anni comincia a guadagnarsi da vivere creando piccole statue. È scelto come giovane talento e selezionato dalla regione Sicilia per partecipare a Bologna, alla finale dei "Littoriali" del 1940. Durante la guerra , trova il tempo di dipingere un grande carboncino su cartone dal titolo "Umana Perversione", esposto al Broletto di Novara, dove si trovava come militare. L'opera rappresentava gli orrori dell'umanità e suscita un vivo interesse sia nel popolo, sia nella stampa. Dopo la guerra l'artista partecipa ai lavori di restauro di alcune delle statue danneggiate del Duomo e della chiesa San Fedele a Milano. Inizia così anche un lungo periodo di lavoro su commissione: realizza moltissime statue in marmo per chiese, piazze, e privati. Nel 1979 partecipa alla "III Mostra di Arte Sacra" di Cracovia in onore della visita di Giovanni Paolo II, con il suo Miscredente, che non verrà mai restituito. Dagli anni Ottanta inizia una lunga assenza da concorsi, esposizioni, e mostre per consapevole scelta secondo la sua indole schiva e riservata poco propensa alla commercializzazione dell'opera d'arte. Ma l'attività continua, con l'elaborazione di progetti, e opere anche di grandi dimensioni. E' membro e corrispondente di varie accademie e istituzioni culturali, tra le quali l'Accademia Tiberina, l'International Burckhaard Akademic, l'Accademia dei Cinquecento. Ha insegnato privatamente anatomia scultorea. Durante la sua lunga carriera ha conosciuto o lavorato per scultori come Francesco Messina, Giacomo Manzù, Emilio Greco ed altri.<\/p>\n <\/p>\n Galleria I Portici di Giancarlo e Mirko Spina<\/strong> L'artista "Lavoratore dell'arte" – Il suo carattere è schivo e forte allo stesso tempo, come la materia che ha sempre lavorato: il marmo, quello bianco di Carrara, quello che utilizzava anche Michelangelo e che per alcune opere Domenico Spampinato, classe 1920, sceglieva personalmente, quando lavorava nel suo laboratorio di Busto Arsizio. Lo aprì nel 1954, […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":15742,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[230,17,50],"tags":[],"yoast_head":"\n
"Maestro o artista, sono appellativi ai quali non tengo tanto, perché oggi ci sono tanti meriti inconquistati, per ciò che mi riguarda mi ritengo più un 'lavoratore dell'arte'. Non mi definisco artista, se gli altri me lo dicono, bontà loro…Ho sempre cercato di ragionare con la mia testa, era Socrate, che diceva – Conosci te stesso – non ho mai cercato la notorietà, perché mi è sempre piaciuto essere autonomo e sbrigarmela da me."<\/p>\n
"La scultura è l'arte del cavare e del togliere, lo diceva Michelangelo, e credo che sia proprio questo. Michelangelo, tutto quello che faceva, lo scolpiva direttamente. Fin da piccolo mi affascinai ai grandi scultori del passato, e più approfondivo la tecnica, più li comprendevo e dentro di me si sviluppò presto il desiderio di provarci e farlo anch'io". Lì accanto mi mostra una piccola scultura, piccola di dimensioni rispetto alle altre, presenti nella stanza, e raffigura un Putto, alto circa 65 centimetri, realizzato nel 1935, all'età di quindici anni, straordinariamente morbido, naturalmente 'cavato' dal marmo. <\/p>\n
"Mia moglie, Giovanna, a volte mi dice che mi dimentico di mangiare: quando sono giù in laboratorio ho sempre qualcosa da fare. In questi ultimi anni mi sono dedicato al tema della danza – nel frattempo ci siamo recati nel laboratorio al piano terra, dove numerose sculture in marmo lo abitano illuminandolo di una bellezza silenziosa e delicata – il mio primo maestro d'arte che m'insegnò i rudimenti della scultura, era anche un cultore del canto lirico, ero giovanissimo, così mi appassionai a poco a poco alla musica lirica, alla danza e al teatro, interessi che ho tuttora". Sopra un tavolo una decina, forse venti, figure danzanti, prendono vita e si alzano leggere quasi non avessero peso, tanto la loro eleganza fa dimenticare la materia di cui sono fatte.<\/p>\n
"Credo, di condividere, con i giovani scultori quel sentimento di ribellione che suscita la circostanza che la scultura arriva sempre seconda rispetto alla pittura: è meno valorizzata, o forse, è meno compresa. Ho sempre lavorato per vivere, e non ho mai cercato la notorietà. Quando si hanno delle responsabilità verso i propri figli e la propria famiglia si lavora onestamente per guadagnare il giusto e non ho mai considerato le mie opere più di quello che secondo me valevano, ossia il tempo e il valore del materiale che utilizzavo".<\/p>\n
Orari: tutti i giorni 10.00-12.30 e 16.00-19.30
Via Cavour 11\/13 – Tradate
Tel. 0331 842239<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"