{"id":15930,"date":"2008-09-11T10:05:46","date_gmt":"2008-09-11T10:05:46","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-09-12T05:06:25","modified_gmt":"2008-09-12T05:06:25","slug":"i-segni-e-i-sogni-di-vogt-e-colombo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/i-segni-e-i-sogni-di-vogt-e-colombo\/","title":{"rendered":"I Segni e i Sogni di Vogt e Colombo"},"content":{"rendered":"<div class=\"news_image\" style=\"float: left\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" alt=\"Un'opera di Giorgio Colombo\" height=\"189\" src=\"\/wp-content\/uploads\/2017\/07\/5fae6e5e4a572b2929777b96cfad181a.jpg\" width=\"200\" \/><span>Un&#39;opera di Giorgio Colombo<\/span><\/div>\n<p><strong>La mostra<\/strong> &#8211; Le pareti della splendida <strong>Cascina dell&#39;Arte<\/strong> a Busto Arsizio aprono la nuova stagione di mostre accogliendo le opere di<strong> Giorgio Colombo<\/strong> e <strong>Erika Vogt<\/strong>. I due artisti, affermati sul territorio attraverso numerose esposizioni, presentano i loro lavori insieme e, pur distinguendosi ognuno per uno stile ben individuabile, propongono una lettura incrociata dei loro lavori. Tanta la gente presente all&#39;inaugurazione della mostra, avvenuta sabato 6 settembre, in occasione della quale Cristina Cagnola ha evidenziato il fil rouge di questa mostra.<\/p>\n<p><strong>Opere a confronto &#8211;<\/strong> L&#39;accostamento tra i due pu&ograve; apparire di primo acchito piuttosto singolare e forse risulterebbe pi&ugrave; facile coglierne le differenze. Quello che salta immediatamente all&#39;occhio &egrave;, infatti, la diversa gamma di colori di cui si servono gli artisti: molto caldi per Erika e pi&ugrave; miti per Giorgio. E a questo aspetto possiamo aggiungere anche quello della tecnica: Giorgio, infatti, sperimenta per la prima volta il collage, mentre Erika rimane fedele alla sua tecnica mista che crea effetti materici particolari. <\/p>\n<p><strong>Il sogno di Colombo<\/strong> &#8211; Abituati ai toni lievi e alle trasparenze dei suoi acquarelli, Giorgio questa volta si cimenta con il una tecnica nuova, combinando collages e pittura. Al posto dei suoi paesaggi delicati vediamo cos&igrave; brevi scorci di mondo urbano, piccolissimi dettagli, dai quali poi si dipartono ampie zone di colore che riempiono la tela. I colori si accordano ai piccoli ritagli di giornale, riproponendo una gamma piuttosto fredda, che per&ograve; non rinuncia qua e l&agrave; a qualche tocco di colore che affiora improvviso. Le sue opere parlano il linguaggio della societ&agrave; di massa e del consumo, filtrata attraverso queste piccole finestrelle di mondo, da cui poi per&ograve; si allontana subito spaziando col colore e quasi mettendo a tacere questo caotico mondo. A questo punto prende piedi l&#39;ipotesi di una lettura invertita: questi stralci di vita quotidiana non sono protagonisti dell&#39;opera, ma piuttosto sono apparizioni improvvise che ricordano i brandelli di un sogno che al mattino facciamo fatica a ricostruire. Visoni di un mondo che a volte vorremmo poter guardare da lontano. Un sogno quello di Giorgio che condividiamo, un invito alla riflessione e soprattutto al silenzio. Alla ricerca di quella quiete interiore a cui la sua arte ci ha piacevolmente abituato.<\/p>\n<div class=\"news_image\" style=\"float: right\"><img decoding=\"async\" loading=\"lazy\" alt=\"Un'opera di Voigt\" height=\"200\" src=\"\/wp-content\/uploads\/2017\/07\/c6edaf03db0b96a78b6e789d2b6130dc.jpg\" width=\"143\" \/><span>Un&#39;opera di Voigt<\/span><\/div>\n<p><strong>I segni di Vogt<\/strong> &#8211; E al sogno di Giorgio rispondono i segni di Erika. Segni sulle tracce di un mondo dimenticato, quello del Sud del Mondo. Nei suoi lavori l&#39;artista ripropone nel linguaggio informale che le &egrave; proprio una combinazione di segni e colori ispirata ai tessuti coloratissimi di queste popolazioni. Un tentativo di dare un&#39;immagine dell&#39;Africa che si distacchi da quella quotidianamente fornita dai media del mondo occidentale. Un paese che non vuole essere ricordato solo per i fatti di cronaca cui siamo abituati, che ci parlano di immigrazione, povert&agrave;, malattie e guerre. Erika d&agrave; voce alle radici profonde di questa cultura che emergono  attraverso la forza del colore e i corposi impasti della materia. Erika ama creare superfici ruvide, realizzate mescolando  sabbia, cemento e colla, su cui poi interviene incidendo segni e forme. Ogni opera &egrave; ispirata ad una particolare etnia della nazione, in un viaggio alla riscoperta del lato variopinto e brioso dell&#39;Africa cosiddetta &quot;Nera&quot;.<br \/><strong><br \/>Un unico sogno<\/strong> &#8211; Attraverso i nostri artisti due mondi entrano in contatto tra loro e per una volta entrambi sullo stesso livello: il Sud che alza lo sguardo e reclama il suo riscatto culturale e il Nord che sembra avvertire la necessit&agrave; di un rallentamento negli stili di vita frenetici. Il sogno di Erika e Giorgio arriva quindi a coincidere, in una prospettiva futura che veda queste due lati del mondo finalmente dialogare e dove all&#39;interno di un collage, questa volta etnico e sociale, possano integrarsi armoniosamente tasselli di culture diverse. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Un&#39;opera di Giorgio Colombo La mostra &#8211; Le pareti della splendida Cascina dell&#39;Arte a Busto Arsizio aprono la nuova stagione di mostre accogliendo le opere di Giorgio Colombo e Erika Vogt. 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