{"id":16287,"date":"2008-10-15T03:05:43","date_gmt":"2008-10-15T03:05:43","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-10-17T05:01:56","modified_gmt":"2008-10-17T05:01:56","slug":"mario-schifano-e-la-via-italiana-alla-pop-art","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/mario-schifano-e-la-via-italiana-alla-pop-art\/","title":{"rendered":"Mario Schifano e la via italiana alla Pop Art"},"content":{"rendered":"
Selected works<\/strong> – Dopo la tappa romana è la volta di Milano. Il capoluogo lombardo ospita a partire dal 17 ottobre e fino al primo febbraio 2009 una grande retrospettiva dedicata a Mario Schifano<\/strong>, scomparso dieci anni fa. L'esposizione "Schifano. 1934-1998. Selected works"<\/strong>, curata da Achille Bonito Oliva<\/strong> in collaborazione con l'Archivio Mario Schifano<\/strong>, ricorda l'artista da molti ritenuto l'esponente di spicco della generazione beat e della Pop Art italiana (sebbene lo stesso Schifano preferisse non essere inquadrato in alcuna corrente artistica) che ha saputo dar vita ad una produzione torrenziale e versatile.<\/p>\n L'intreccio tra arte e vita<\/strong> – Esponente della via italiana della Pop Art, insieme con Franco Angeli<\/strong> e Tano Festa<\/strong>, Mario Schifano parte da monocromi acrilici, stesure gocciolate di colore interrotte da scritte e icone prelevate dal mondo pubblicitario. La rassegna milanese, ospitata presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese, la Fondazione Stelline e l'Accademia di Brera, prende avvio dai cicli tematici fino a sconfinare nel linguaggio multimediale. Decennio dopo decennio, la mostra sottolinea come, per quarant'anni, vita e arte siano state inestricabilmente legate nel lavoro dell'artista.<\/p>\n Materia pittorica e linguaggi della multimedialità<\/strong> – Nato ad Homs (Libia) nel 1934, entrò ben presto in contatto con artisti quali Tzara e Duchamp, Rauschenberg e Kline, Dine e Jasper Jones, senza dimenticare Andy Warhol, che Schifano conobbe a New York nel ‘'62. Spesso paragonato al re del glamour artistico di New York, Mario Schifano è stato uno dei favoriti della "scuderia d'arte" di Ileana Sonnabend <\/strong>e uno tra i primi ad usare il computer nel campo dell'arte, elaborando immagini digitali da riportare su tele emulsionate (le cosiddette "tele computerizzate").<\/p>\n Arte totale <\/strong>– I numerosi prestiti presenti in mostra, concessi soprattutto da collezionisti privati, restituiscono un ritratto completo dell'artista e tutta la forza anticipatrice delle sue opere. L'ultima sezione della rassegna, inoltre, dove sarà esposta per la prima volta la cartella grafica realizzata con il poeta Frank O'Hara<\/strong>, comprende i disegni e le polaroid: istanti di vita che spesso l'autore trasferisce sulle grandi tele. Tra i primi a sperimentare innesti tra pittura e altre forme d'arte come musica, cinema e fotografia, Schifano sonda anche il mondo della multimedialità. Chiude la retrospettiva il montaggio antologico dei film dello stesso Schifano, a cura di Luca Ronchi<\/strong>, che restituisce tutta la vitalità elettrizzante di un artista dal prodigioso talento. Il catalogo, edito da Electa<\/strong>, è ricco di contributi che raccontano tutti gli eccessi di vita e l'anticonvenzionalismo dell'artista morto a Roma a 64 anni.<\/p>\n Inviato speciale nella realtà<\/strong> – "Gli anni che andarono dal 1959 al 1969, e soprattutto i primi cinque, sono trascorsi per Mario Schifano a un ritmo feroce: probabilmente ha pagato per tutto il resto della vita quella prima accelerazione con un'accentazione dei suoi lati infantili, quegli stessi che affascinarono la critica e riempirono i rotocalchi di fotografie non solo delle sue opere, ma anche del suo corpo elegante e dal suo sguardo mediorientale. Piacque perché era maledetto, e piacque tanto che si trovò poi schiavo di un successo ottenuto e bruciato prima di compiere trent'anni. (…) Schifano non descrive mai se stesso, se non in quanto si riconosce come una macchina vedente che assorbe esattamente quelle immagini che colpirebbero chiunque altro. (…) Per Manzoni l'achrome è l'ambito dell'ironia condotta sulla retorica di idee come "quadro", "autore", "cromatismo". Schifano sembra giungere al monocromo come sistema di fuga da uno spirito tardo romantico, dell'arte come area disgiunta rispetto a quella reale e congiunta solo alla vita interiore, in cui era implicita quell'estetica del bohémien che troppo spesso è servita a spiegare, o piuttosto a oscurare, il senso del suo lavoro". Sono, queste, parole di Angela Vettese, che trovano spazio in un illuminante testo nel catalogo della mostra allestita dieci anni or sono a Conegliano, in Palazzo Sarcinelli e riassumono, con chiarezza ineguagliata, il lavoro di Schifano. <\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n "Schifano. 1934-1998. Selected works"<\/strong> 'O sole mio' Selected works – Dopo la tappa romana è la volta di Milano. Il capoluogo lombardo ospita a partire dal 17 ottobre e fino al primo febbraio 2009 una grande retrospettiva dedicata a Mario Schifano, scomparso dieci anni fa. L'esposizione "Schifano. 1934-1998. Selected works", curata da Achille Bonito Oliva in collaborazione con l'Archivio […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":16288,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[45,64,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Palazzo Stelline e Accademia di Brera
Dal 17 ottobre 2008 al 1 febbraio 2009
Da martedì a domenica, 10.00\/19.00
Catalogo Electa<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"