{"id":16295,"date":"2008-10-15T05:58:52","date_gmt":"2008-10-15T05:58:52","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-10-20T03:42:33","modified_gmt":"2008-10-20T03:42:33","slug":"statua-a-casbeno-qualcuno-ci-sente","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/statua-a-casbeno-qualcuno-ci-sente\/","title":{"rendered":"Statua a Casbeno: qualcuno ci sente?"},"content":{"rendered":"
Posso lanciare una sorta di petizione che dia voce al malessere generale che la nostra città sta vivendo dopo le strutture non temporanee che i campionati mondiali di ciclismo hanno lasciato sul "terreno"? Non metto in gioco la "costruzione" di manufatti infrastrutturali, architettonici o artistici, in sé, quanto la qualità che essi hanno in relazione a quello per cui sono stati pensati e realizzati.
Purtroppo è estremamente facile (e mi spiace nel dirlo) la critica al nuovo hotel di fronte all'ippodromo, indubbia architettura pasticciata e con un impatto formale che non si cura del contesto (non nel senso della mimetizzazione, quanto di semplice mancata bellezza) degna di una scarsa periferia metropolitana e non per quella scenografia fantastica del nostro monte, triste è poi dover citare il motel per coppiette realizzato a Capolago rincorrendo l'idea che tutto ciò che dorme sotto tetti a falde in tegole è architettura tradizionale ed autoctona (non sapevo inoltre che i politici potessero continuare a firmare progetti, non è deontologicamente sbagliato?), tralascio poi la scultura dei ciclisti sempre in zona lago, per il suo carattere che spero sia temporaneo, anche se sconsiglierei a qualsiasi politico di auto commiserarsi con iconografie di qualsiasi genere in relazione al ruolo sociale che la politica ha soprattutto in atteggiamenti "vincenti" a rischio di retorica, ma impossibile mi è continuare a vedere fissa e imperturbata un'orribile scultura al limite tra il kitsch e il cattivo gusto incernierata con la pretesa di fulcro e centro della rotatoria della piazza della Questura.
Chi è che ha dato rilievo pubblico ad un manufatto di tale bruttura privata? Da ignorante mi sembra uno di qui tipici progetti che vengono da Roma, inteso come potere istituzionale, che per passare le varie fasi di approvazione burocratica deve essere sostanzialmente "pesante". Si badi bene che intendo parlare di chilogrammi. Il valore dell'arte in certi ambienti ha questo parametro.
Io passo spessissimo davanti al piccolo mostro per andare a cercare, professionalmente o didatticamente, la fiducia nella ricerca della bellezza quale ideale sociale per migliorare la vita di tutti soprattutto quando le difficoltà della vita stessa ci chiamano ad essere testimoni protagonisti della nostra epoca. Quel luogo è la porta sud della nostra città.
Devo quindi chiedere di rimuovere la scultura in zona meno urbana perché i cittadini si riapproprino del centro di quella piazza, che come la geometria ci insegna, ne è generatore.
Credo fermamente che il Giusto e il Vero siano fermamente legati in triplice catena al Bello e che questi siano fonte di Libertà, nome che la piazza-rotonda si "picca" di portare. Se la Polizia di stato vuole un simbolo artistico, pronti ad aiutarla senza misura, grati del loro servizio ma custodi dei luoghi. La rimozione con sostiuzione "riconfigurera' " la soglia di attenzione anche per i manufatti architettonici.<\/p>\n
Qualcuno mi sente?<\/p>\n
Riccardo Blumer <\/strong><\/p>\n Le considerazioni dei colleghi architetti Carissimo collega Riccardo Blumer, Cari saluti _____________________________________________________<\/p>\n La pizza e piazza Libertà. Vi siete mai trovati invitati dagli amici a mangiare una pizza assieme? Finisce sempre che la pizza per i "furbetti" è poca cosa per cui a spese di tutti questo qualcuno ordina invece della pizza Carlo Lavit Nicora La statua in Piazza Libertà Posso lanciare una sorta di petizione che dia voce al malessere generale che la nostra città sta vivendo dopo le strutture non temporanee che i campionati mondiali di ciclismo hanno lasciato sul "terreno"? Non metto in gioco la "costruzione" di manufatti infrastrutturali, architettonici o artistici, in sé, quanto la qualità […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":16296,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[229,17,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
<\/strong><\/p>\n
proprio ieri passando davanti alla nuova scultura di piazza Libertà (cosa che faccio tutti i giorni avendo lo studio in Svizzera e l'abitazione dalla parte opposta della nostra città rispetto al confine) mi sono detta che, se dovessi muovermi secondo un atteggiamento responsabile nei confronti della tutela della nostra città, della sua architettura e dei suoi spazi pubblici avrei il DOVERE, in quanto architetto, di denunciare certe operazioni come quelle da Lei menzionate nello scritto. Credo inoltre che non sia solo un problema di decorazione (si spera che questi "oggetti" offensivi per la cultura contemporanea vengano davvero rimossi al piu' presto) ma anche un problema di infrastruttura. Lo spazio costruito in maniera solida e definitiva è più difficile da "risanare"; l'ente pubblico dovrebbe avere maggiori IDEE e STRATEGIE e non subire le decisioni del privato. In mancanza, infatti, di una visione futura sulla città il privato impone le sue scelte condizionando la vita di tutti e non sempre con lo scopo di migliorare la qualità dell'ambiente. Mi riferisco, ad esempio, alle varie rotonde che nascono in prossimità dei centri commerciali. E' il caso della rotonda della COOP di Casbeno. Solo per citare una conseguenza di tale scelta, forse non verificata fino in fondo prima della costruzione, non c'è mai stata coda su quella stada come dal momento della costruzione di questa nuova rotatoria. Ma non voglio ridurre la questione a una mera questione legata al traffico….mi preoccupa di piu' il destino di alcuni luoghi pubblici come ad esempio piazza Repubblica.<\/p>\n
Katia Accossato<\/strong><\/p>\n
gli spaghetti allo scoglio, il tiramisù ed un cafferino corretto. Ecco, l'atteggiamento che i nostri amministratori locali mi sembrano abbiano cavalcato da che sono al governo è quello di consumare il più possibile più
degli altri,intanto a pagare poi si fa alla "romana" (diviso pro capite). E così via, più si fa nella "res pubblica" e più siamo furbi, a discapito del necessario e dell'eticamente,esteticamente e socialmente corretto: vedasi la maghetta magò<\/em> di Piazza Libertà che se eticamente e socialmente corretta resta esteticamente una sottomisura di monumento insultante più che
celebrante. Una rotonda semplice come quella fatta poco più in su all'incrocio fra lo stesso Viale XXV Aprile e la Via Sanvito Silvestro sarebbe stata segno di misura ed eleganza. <\/p>\n
architetto<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"