{"id":16439,"date":"2008-10-28T06:59:37","date_gmt":"2008-10-28T06:59:37","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-10-28T09:56:05","modified_gmt":"2008-10-28T09:56:05","slug":"i-maestri-commacini-punti-fermi-e-problemi-aperti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/i-maestri-commacini-punti-fermi-e-problemi-aperti\/","title":{"rendered":"I Maestri Commacini: punti fermi e problemi aperti"},"content":{"rendered":"
Le vie della storia e dell'arte <\/strong>– Quali sono i principali caratteri dell'età di transizione dell'Italia tra Bizantini e Longobardi? Quali cambiamenti in campo amministrativo ed ecclesiastico hanno giocato un ruolo decisivo nell'Alto Medioevo? Quali sono le basi e le origini del feudalesimo? E in che modo le rappresentazioni artistiche si sono intrecciate con tutto questo? Questi e molti altri sono stati i sentieri di ricerca che le tre giornate di studio (23, 24 e 25 ottobre 2008, Università degli Studi dell'Insubria: Chiostro di Sant'Abbondio, Como – Villa Toeplitz, Varese) hanno voluto percorrere, benché il cammino sia ancora tutto da affrontare e approfondire anche per la complessità e l'intreccio dei saperi coinvolti. Trenta relatori, esperti di diverse discipline, sono intervenuti riordinando, intorno ad alcuni nuclei, le diverse ipotesi finora avanzate sui Magistri Commacini<\/strong> e hanno posto quesiti nuovi alla Storia, stimolando filoni di indagine finora inesplorati. Il Convegno si innesta nel ricco progetto culturale condotto dalla Fondazione Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo di Spoleto <\/strong>che, forse non a caso, ha come logo la 'corona ferrea', il prezioso diadema monzese, uno tra i più pregnanti simboli dell'Arte Medievale.<\/p>\n Sondaggi territoriali ed inedite scoperte<\/strong> – Differente la provenienza (anche geografica) degli studiosi intervenuti in sede di convegno. Attraverso alcuni contributi, si sono approfonditi gli 'ingredienti' della mirabile rinascita carolingia che diede vita alla Schola palatina, un cenacolo di uomini di varia cultura, animato dal monaco anglosassone Alcuino di York. Intervento dopo intervento, si sono risaliti i secoli del Medioevo, tracciando il profilo della società, della politica e dell'arte del Regnum Italiae nell'XI secolo e il quadro di riferimento culturale nel Medioevo lombardo (fino al XII secolo). Nella sede comasca sono intervenuti Jorg Jarnut<\/strong> (I magistri commacini come indicatori della situazione culturale del regno longobardo), Claudio Azzara<\/strong> (Magistri commacini, maestranze e artigiani nella legislazione longobarda), Bruno Andreolli<\/strong> (Misure e mercedi. Costo e valutazione del lavoro nel Memoratorium de mercede commacinorum), Ermanno Arslan <\/strong>e Gianfranco Pertot <\/strong>(Cultura monetaria e prezzi nel Memoratorium), Carlo Alberto Mastrelli<\/strong> (Magistri commacini: la questione linguistica e un esame del lessico tecnico), Saverio Lomartire <\/strong>(Commacini e marmorarii. Temi e tecniche della scultura tra VII e VIII secolo nella Langobardia maior), Silvia Lusuardi Siena<\/strong> (Punti fermi e problemi aperti nell'archeologia di Castelseprio).<\/p>\n Cultura materiale nel Medioevo<\/strong> – Come l'Arte del Medioevo abbia tradotto in immagine il mondo contemporaneo è visibile, ancora oggi, nell'altare santambrosiano, negli affreschi di Castelseprio e nel fulgore delle oreficerie volute da Ariberto. I relatori hanno così liberato i nomi dei protagonisti della Storia del Medioevo dal 'sottoscala' delle note a pie' di pagina dove sono spesso confinati. La seconda giornata ha visto i contributi di Gian Pietro Brogiolo <\/strong>e Marina De Marchi<\/strong> (Architetture e tecniche costruttive in età longobarda), Maureen C. Miller<\/strong> (I magistri commacini e la cultura materiale: osservazioni dall'attuale storiografia dell'alto medio evo), Paolo Cammarosano<\/strong> (Società e politica nel Regnum Italiae fra X e XI secolo), Marco Petoletti <\/strong>(Testimoni d'arte: epigrafi e monumenti nel Medioevo lombardo secc. VIII-XII), Renzo Dionigi <\/strong>(I segni dei lapicidi: evidenze europee), Angelo Stella<\/strong> (I nomi delle persone, i nomi delle cose), Paolo Lepore<\/strong> (Epigrafi del territorio insubre), Silvana Martin<\/strong> (I materiali litici dell'architettura e della scultura altomedievale dell'area lombarda), Giovanna Bianchi<\/strong> e Marco Valenti<\/strong> (Dal legno alla pietra. Modi di costruzione e maestranze specializzate dall'alto medioevo al Romanico in Toscana).<\/p>\n Artisti e artigiani<\/strong> – L'argomento tangente l'attività dei Magistri Commacini<\/strong> è stato trattato da diverse angolazioni affinché l'apporto congiunto di differenti materie di studio contribuisca a gettare uno spiraglio maggiore di luce sulla loro opera. Alla terza e ultima giornata hanno presentato i loro studi: Hans R. Sennhauser <\/strong>e Katrin Roth-Rubi<\/strong> (La Rezia carolingia. Tradizione e rinnovamento delle forme. La scultura ad intreccio), David H. Wright<\/strong> (The Castelseprio Master and the artistic inheritance of Justinian II), Antonio Carile <\/strong>(Artigiani e architetti nella legislazione esarcale e romano-orientale), Fernando Galtier Martí <\/strong>(Los maestros lombardos en la península ibérica), Tiziano Mannoni<\/strong> e Anna Boato<\/strong> (I paramenti murari squadrati e non squadrati. Rapporti tra la Liguria e le valli d'Intelvi), Francesco Gandolfo<\/strong> (Scultori lombardi: uso e abuso di un'idea), Serena Colombo<\/strong> e Marco Rossi <\/strong>(Tra magistri antelami e campionesi: appunti su alcune maestranze scultoree nella seconda metà del XII secolo in Lombardia), Guido Tigler<\/strong> (Maestri lombardi a Lucca: le sculture dell'atrio del Duomo, 1233 circa). <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Villa Toeplitz Le vie della storia e dell'arte – Quali sono i principali caratteri dell'età di transizione dell'Italia tra Bizantini e Longobardi? Quali cambiamenti in campo amministrativo ed ecclesiastico hanno giocato un ruolo decisivo nell'Alto Medioevo? Quali sono le basi e le origini del feudalesimo? 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