{"id":16719,"date":"2008-11-21T03:50:04","date_gmt":"2008-11-21T03:50:04","guid":{"rendered":""},"modified":"2008-11-21T05:04:32","modified_gmt":"2008-11-21T05:04:32","slug":"un-gioiello-dell-arte-lombarda","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/un-gioiello-dell-arte-lombarda\/","title":{"rendered":"Un gioiello dell’arte lombarda"},"content":{"rendered":"
Cinquant'anni fa –<\/strong> Una mostra che ha segnato una svolta nella storia dell'arte italiana. Voluta e pensata da Roberto Longhi<\/strong> l'esposizone dedicata all'Arte Lombarda dai Visconti agli Sforza <\/strong>ospitata a Palazzo Reale<\/strong> nel 1958 ha portato alla luce alcune straordinarie testimonianze artistiche della Lombardia quattrocentesca. Una rassegna che radunava opere del 1300 e del 1400 testimoniando la raffinatezza delle committenze delle corti milanesi e l'abilità di artisti rimasti a lungo in secondo piano. Un filone, quello dell'arte lombarda, segnato da diverse personalità di rilievo, come Carlo Braccesco<\/strong> artista milanese che ha lavorato molto anche in Liguria. Lo stesso Longhi gli ha attribuito un'opera, attualmente esposta al Louvre di particolare bellezza: un trittico databile intorno al 1500. Struttura moderna – <\/strong>Uno dei gioielli riscoperti dalla mostra del 1958 è Il polittico di Treviglio<\/strong>, l'imponente pala d'altare realizzata da Bernardo Zenale<\/strong> e Bernardino Butinone<\/strong>. Il polittico realizzato sullo scadere del '400 e conservato nella chiesa di Santa Maria Assunta e San Martino<\/strong>, a Treviglio<\/strong>. Un'opera esemplare che racchiude in sè tutte le caratteristiche proprie dell'arte lombarda del periodo a partire dall'uso profuso dell'oro che si distanzia dall'accezione gotica, dove era impiegato per lo sfondo, ma diviene ambiente, contesto, elemento unificatore della scena. Mentre le tante figure che affollano la pala, ognuna nel suo spazio architettonico, conserva ancora la classica tipologia di pala d'altare di ambito provinciale già superata dal Mantegna<\/strong> e da Antonello da Messina<\/strong>: i due furono i primi ad unificare le scene, creando un unico spazio. Tuttavia, nonostante la divisione e la presenza di cornici, già nella pala di Treviglio i personaggi dialogano tra loro, con scambi di sguardi e pose, contribuendo a creare un racconto unitario.<\/p>\n Raffinatezze lombarde –<\/strong> Ecco cosa scriveva André Chastel<\/strong> in 'La grande officina' del 1966: "Riprendendo l'edicola a pilastri della pala di San Zeno del Mantegna e suddividendola in scomparti con griglie ed ornamenti dorati, lo Zenale ed il Butinone sono giunti, nel polittico di Treviglio, ad una versione trionfale di questo schema: il polittico sembra esporre la facciata di un edificio immaginario, in un teatro soprannaturale, adorno di Santi e di Sante al balcone". 22 novembre, ore 10,30<\/strong>. Il convegno.<\/strong> Ore 15. Visita guidata al polittico di Butinone e Zenale.<\/strong> Partic. del Polittico di Treviglio Cinquant'anni fa – Una mostra che ha segnato una svolta nella storia dell'arte italiana. Voluta e pensata da Roberto Longhi l'esposizone dedicata all'Arte Lombarda dai Visconti agli Sforza ospitata a Palazzo Reale nel 1958 ha portato alla luce alcune straordinarie testimonianze artistiche della Lombardia quattrocentesca. Una rassegna che radunava opere […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":16720,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[45],"tags":[],"yoast_head":"\n
Nel riquadro centrale un'Annuciazione ritrae la Vergine che spaventata dall'ingresso dell'angelo balza sull'inginocchiatoio e si aggrappa ad una colonna. L'intera scena è pervasa da una luce dorata che accentua l'effetto realistico, lo stile rimanda ai modi di Foppa<\/strong>, ma si notano anche gli influssi fiamminghi nella resa delle vesti e del paesaggio. <\/p>\n
I due artisti sentono l'influsso dell'arte ferrarese, di Tura <\/strong>e Del Cossa<\/strong>, dai modi un pò aspri, ma volgono lo sguardo anche ai fiamminghi. Zenale, più giovane, crea figure più monumentali di tipo brameantesco e poi anche leonardesco. I due artisti collaborano anche nella realizzazione di altre opere in Santa Maria delle Grazie a Milano e realizzarono insieme gli affreschi della cappella Grifi di Gessate.
L'evento –<\/strong> Un appuntamento organizzato dall'Associazione Testori <\/strong>che per l'occasione coinvolge due tra i più importanti critici d'arte e conoscitori del ‘400 del nord Italia, Giovanni Romano<\/strong> ed Enrico Castelnuovo<\/strong>, a raccontare e spiegare le novità e l'importanza di quella mostra longhiana. L'appuntamento è fissato per il 22 novembre a Treviglio, dove è conservato il Polittico di San Martino. Dopo la mattinata di convegno, con proiezione di una serie di foto che documentano in modo esaustivo la mostra milanese, nel pomeriggio ci sarà una visita guidata al Polittico, nella Basilica trevigliese.<\/p>\n
Enrico Castelnuovo, Scuola Normale di Pisa
Giovanni Romano, Università degli Studi di Torino.
Coordinano: Simone Facchinetti, conservatore del Museo Diocesano di Bergamo e Davide Dall'Ombra, direttore dell'Associazione Giovanni Testori.
Treviglio, Auditorium Cassa Rurale, Aula Melograno, via Carcano 15.
INGRESSO LIBERO, seguirà rinfresco<\/p>\n
Con Stefania Buganza, Università Cattolica di Milano.
Treviglio, Basilica di San Martino e Santa Maria Assunta, via San Martino 3.
I posti sono limitati e la prenotazione alla visita è vivamente consigliata.
L'offerta devoluta sosterrà le attività dell'Associazione Giovanni Testori Onlus:
Visita: 15,00 euro; Studenti: 10,00 euro.
È stato appositamente predisposto un pullman per Treviglio da Milano (prenotazione obbligatoria).
Partenza: Milano, piazzale Cadorna ang. via Paleocapa, ore 9. Rientro previsto ore 19.
t. 02.55.22.98.369
f. 02.55.22.98.376
www.associazionetestori.it<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"