{"id":17037,"date":"2009-01-02T05:01:53","date_gmt":"2009-01-02T05:01:53","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-01-02T05:37:56","modified_gmt":"2009-01-02T05:37:56","slug":"i-restauri-a-torba-chiudono-l-anno-in-bellezza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/i-restauri-a-torba-chiudono-l-anno-in-bellezza\/","title":{"rendered":"I restauri a Torba chiudono l\u2019anno in bellezza"},"content":{"rendered":"
L'anno che verrà –<\/strong> Tra i motivi per cui brindare, salutando l'anno vecchio e aspettando il 2009, il FAI ne ha qualcuno in più. Terminati i lavori di restauro della chiesa di S. Maria di Torba<\/strong>, ora si attende il prossimo febbraio per il brindisi finale. Quando cioè il bene, di proprietà del FAI, riaprirà i battenti dopo la chiusura annuale. Le mosse finali del restauro e l'ultimo tocco di belletto al complesso datano, grosso modo, tra novembre e dicembre. L'intervento, costato attorno ai 62 mila euro, ha riguardato il lotto specifico degli intonaci interni e dei frammenti d'affresco di S. Maria (risalenti al XI – XIII secolo). Decursus temporis – <\/strong>Abbandono, incuria, infiltrazioni di acque meteoriche e il danno è fatto. Il cattivo stato di conservazione nel quale versavano gli intonaci e gli affreschi superstiti di S. Maria a Torba era imputabile, principalmente, a fattori di degrado legati all'ambiente nel quale questi sono collocati. Le infiltrazioni d'acqua, in particolare, avevano causato, all'interno della stanza, un aumento esponenziale dell'umidità relativa che aveva agito negativamente sulla conservazione dei dipinti murali. L'intervento di restauro ha previsto un'operazione urgente di consolidamento dei frammenti d'affresco (soprattutto di quei riquadri non più aderenti al sottostante arriccio e al supporto murario di conci in pietra), cui è seguita la rimozione dei rappezzi precedentemente realizzati con malte cementizie non idonee. Pulitura, risarcimento delle lacune e integrazione pittorica hanno completato l'intervento. L'ultimo tassello è stato quello di ricollocare in situ le porzioni di affresco strappate una ventina d'anni fa e temporaneamente ospitati presso la sede del FAI. Gli interventi sugli intonaci e sull'abside della chiesa sono indubbiamente le voci più importanti di bilancio: quasi 45 mila euro.<\/p>\n Là, sulla vecchia torre –<\/strong> Più articolata la situazione sulla parete ovest. Le indagini effettuate su una porzione della parete interna in corrispondenza di quella che un tempo doveva essere la base di una cella campanaria, hanno permesso di riportare in luce interessanti frammenti di pitture murali databili tra VIII e IX secolo. A detta degli esperti, si tratta di dipinti dal carattere decorativo localizzati nell'intradosso ed in prossimità della fronte del grande arco. In generale la leggibilità dei lacerti di pittura murale appariva molto confusa a causa del loro avanzato stato di degrado. Gli strati d'intonaco e di affresco interessati da problemi di sollevamenti dal supporto murario, sono stati consolidati con iniezioni di malta a base di calce idraulica naturale. Una volta risanato l'ambiente è stato possibile ricollocare in situ, nell'intradosso dell'arco di accesso alla torre, anche il frammento di pittura staccato durante un precedente intervento di restauro. <\/p>\n Novità e ricerche –<\/strong> Buone notizie anche sul versante degli studi e delle nuove acquisizioni. Lo studio della tecnica esecutiva è stato compiuto per tutto l'arco dell'attività di risanamento, soprattutto in seguito al completamento dell'operazione di pulitura delle superfici decorate. La realizzazione di prelievi micro-stratigrafici ha consentito, inoltre, di acquisire ulteriori elementi per il riconoscimento delle sostanze costitutive della materia pittorica originale e quindi di realizzare uno studio analitico sulla tecnica artistica. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Parete est post restauro L'anno che verrà – Tra i motivi per cui brindare, salutando l'anno vecchio e aspettando il 2009, il FAI ne ha qualcuno in più. Terminati i lavori di restauro della chiesa di S. Maria di Torba, ora si attende il prossimo febbraio per il brindisi finale. Quando cioè il bene, di […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":17038,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[16,50],"tags":[],"yoast_head":"\n
In ossequio al principio di continuità – <\/strong>Un recupero a regola d'arte, supervisionato dalle Soprintendenze competenti per materia e territorio e già in parte annunciato dal notiziario trimestrale del FAI (n. 107, pag. 9). Il restauro è stato curato e portato avanti dalla Pinin Brambilla Barcilon<\/strong>, nota internazionalmente e "volto noto" qui a Torba per aver curato, già alla fine degli anni '70, il primo restauro degli affreschi della torre. L'esigenza di intervenire è stata resa ancora più impellente da due progetti che, come si sa, coinvolgono il bene: il primo, di carattere locale, interessa la gestione associata ed integrata dell'intera area archeologica di Castelseprio (come siglato nel Protocollo d'Intesa con Soprintendenza Archeolog. della Lombardia, FAI e Provincia di Varese); il secondo, a livello internazionale, riguarda l'ormai noto sito "Italia Langobardorum. Centri di potere e di culto" che comprende, insieme al complesso di Castelseprio, anche Cividale del Friuli (UD), Brescia, Campello sul Clitunno (PG), Spoleto (PG), Benevento e Monte Sant'Angelo (FG).<\/p>\n