{"id":17225,"date":"2009-01-22T11:34:44","date_gmt":"2009-01-22T11:34:44","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-01-23T06:26:19","modified_gmt":"2009-01-23T06:26:19","slug":"dal-museo-vela-un-genio-alato-per-l-omaggio-a-canova","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/dal-museo-vela-un-genio-alato-per-l-omaggio-a-canova\/","title":{"rendered":"Dal Museo Vela, un genio alato per l’omaggio a Canova"},"content":{"rendered":"
Il cerchio sui chiude<\/strong> – In principio c'erano Tiziano<\/strong> e Raffaello<\/strong>. Chi guardò come sacri quegli inarrivabili esempi, fu lo scultore Antonio Canova<\/strong>; il quale, da scultore è ritenuto il modello di riferimento di Francesco Hayez<\/strong>, benché pittore e benché già affacciato e protagonista di un'altra epoca della storia dell'arte ottocentesca. Vincenzo Vela<\/strong>, scultore a sua volta, era nelle grazie di Hayez<\/strong> a tal punto che il pittore veneziano fece omaggio di un suo dipinto, Il genio alato<\/strong>, proprio all'artista ticinese. Oggi quell'opera, rimasta nella proprietà di Vela e facente parte del suo museo a Ligornetto<\/strong> è l'unica del Canton Ticino<\/strong> ad essere presente nella grande mostra che va ad inaugurare il 25 prossimo a Forlì, dal titolo inequivocabile "Canova. L'ideale classico tra scultura e pittura"<\/strong>. E il cerchio così si è chiuso. <\/p>\n Il genio e Paride<\/strong> – Nella grande retrospettiva dedicata allo scultore di Possagno, al suo tempo, alla cultura tra fine Settecento e Ottocento inoltrato, tra emuli ed eredi – la più estesa per numero di opere e ampiezza di riferimenti degli ultimi decenni – il quadro di Hayez rappresenta un tramite di sicura continuità; dipinta nel 1817, attribuito per molto tempo all'Appiani<\/strong>, ma iscritto <\/p>\n con certezza al catalogo hayeziano da un recente restauro, e raffigurante una figura androgina, l'opera è molto somigliante ad un "Paride"<\/strong> canoviano, realizzato in gesso, conservato al Museo Correr<\/strong> di Venezia, nel 1807, mentre la definitiva versione in marmo è a Monaco, alle Neue Pinakothek<\/strong>; simile il gesto della mano, molto affine la posa. <\/p>\n Passaggio di testimone<\/strong> – 160 opere (gessi, bassorilievi, bozzetti, dipinti, disegni), più di venti marmi del grande scultore, provenienti da prestigiose collezioni di tutto il mondo, dall'Ermitage di San Pietroburgo<\/strong> al fiorentino Palazzo Pitti<\/strong>. Tra pittura e scultura, l'esposizione insegue un sottile filo rosso che lega artisti come Raffaello<\/strong> e Tiziano<\/strong> alle suggestioni di pittori contemporanei di Canova; da Landi<\/strong> a Giani<\/strong> allo stesso Hayez<\/strong>. E a questo comune sentire che lega più generazioni di artisti, sintonizzati su ideali non dissimili, non era estraneo neanche lo stesso Vela<\/strong>. Non presente in mostra con proprie opere, ma con quella che, probabilmente, rappresentava un pieno atto di stima da parte del più edificante e spesso conturbante pittore italiano dell'Ottocento. Come un ulteriore passaggio di testimone. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il Genio alato Il cerchio sui chiude – In principio c'erano Tiziano e Raffaello. Chi guardò come sacri quegli inarrivabili esempi, fu lo scultore Antonio Canova; il quale, da scultore è ritenuto il modello di riferimento di Francesco Hayez, benché pittore e benché già affacciato e protagonista di un'altra epoca della storia dell'arte ottocentesca. Vincenzo […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":17226,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41,59,15],"tags":[],"yoast_head":"\n