{"id":17445,"date":"2009-02-17T07:07:03","date_gmt":"2009-02-17T07:07:03","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-02-20T05:20:04","modified_gmt":"2009-02-20T05:20:04","slug":"caravaggio-torna-a-varese-in-originale-e-in-copia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/caravaggio-torna-a-varese-in-originale-e-in-copia\/","title":{"rendered":"Caravaggio torna a Varese: in originale e in copia"},"content":{"rendered":"
La coppia misteriosa<\/strong> – La Caravaggio-mania rischia di non esaurirsi più. E Varese ne fa i conti. Con una idea, per ora tale è la situazione, di riportare il Merisi<\/strong> in città a distanza di un anno dal Sacrificio di Isacco<\/strong> di provenienza privata modenese. Fondo Edifici di Culto<\/strong> – Facendo ricerche in Internet, e mettendo insieme i pochi elementi a disposizione, però si può fare una ipotesi, probabilmente credibile. Si dovrebbe trattare proprio del Caravaggio, che insieme ad altri nomi e monumenti arcinoti della nostra tradizione, è inserito nel Fondo Edifici di Culto<\/strong>, un patrimonio ricchissimo la cui Direzione Centrale<\/strong> ha come rappresentante legale proprio il titolare del Viminale, oggi, il varesino Roberto Maroni<\/strong>. Che, giuridicamente, oltre a doversi occupare di beghe e criticità più urgenti ed immediate, è anche il 'tutore' degli edifici di culto, edifici aperti al pubblico e concessi in uso gratuito all'Autorità Ecclesiastica, diffusi su tutto il territorio nazionale, provenienti dagli enti religiosi disciolti dalla cosiddetta legislazione eversiva di fine 800: opere architettoniche e capolavori inclusi, di cui il Fondo si occupa di garantire salvaguardia, tutela, valorizzazione. Più di settecento gli edifici sacri, cui vanno ad aggiungersi migliaia di beni mobili e anche qualche tesoro ambientale. <\/p>\n Quasi gemelli<\/strong> – Tra i settecento siti anche le chiesa di San Pietro a Carpineto Romano<\/strong>, da cui proviene una tela, un San Francesco in meditazione<\/strong>, attualmente in deposito presso la Galleria Nazionale d'Arte Antica<\/strong> di Palazzo Barberini<\/strong>. Ma anche la chiesa romana di Santa Maria della Concezione<\/strong>, più nota come I Cappuccini<\/strong>, che conserva tuttoggi, un quadro gemello, un San Francesco in preghiera<\/strong>. Quadri gemelli: quasi gemelli. Intorno a loro ruotano da decenni iscrizioni al catalogo di Caravaggio. Dovrebbero essere queste due opere a giungere a Varese con il loro carico di suspense e di incroci attributivi. <\/p>\n Alla prova dei pentimenti<\/strong> – Due tele di altissima qualità entrambe; la prima, quella di Carpineto, rivalutata a partire dal 1968, oggetto di recenti restauri, da cui sono emersi pentimenti e correzioni probabilmente legate alle vicende del committente, si ipotizza il Cardinale Aldobrandini<\/strong>, della destinazione dell'opera e dell'artista stesso. La seconda, quella dei Cappuccini, ritenuta in passato più autografa dell'altra, è oggi più riletta come una ottima copia. Stessa iconografia, ma per quanto simile non sovrapponibile alla prima. E con una qualità complessiva nella scelta delle polveri, dei particolari cromatici, di quelli anatomici che la apparentano ad un rifacimento di lusso, di mano caravaggesca o più probabilmente di un ottimo seguace; e ovviamente senza alcun pentimento. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" "San Francesco in meditazione" di Palazzo Barberini La coppia misteriosa – La Caravaggio-mania rischia di non esaurirsi più. E Varese ne fa i conti. Con una idea, per ora tale è la situazione, di riportare il Merisi in città a distanza di un anno dal Sacrificio di Isacco di provenienza privata modenese. L'idea è direttamente […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":17446,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[15,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
L'idea è direttamente del primo cittadino, Attilio Fontana<\/strong>. Esternata in termini molto vaghi ancora. "Una mostra proveniente dagli Stati Uniti" ha preannunciato il sindaco.
Pochi dettagli ulteriori poi sono emersi: si tratterebbe di una coppia di opere di un genio dell'arte italiana, due opere apparentemente identiche, difficili e ingarbugliati casi attributivi, di proprietà dello stato italiano fin dai tempi di Porta Pia e sotto le tutela attuale del Ministero degli Interni<\/strong>. Quadri che, appunto, dovrebbero emigrare oltreoceano per essere esposti in sedi istituzionali per poi fare ritorno in Italia. <\/p>\n