{"id":18022,"date":"2009-04-23T07:07:40","date_gmt":"2009-04-23T07:07:40","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-04-24T10:54:31","modified_gmt":"2009-04-24T10:54:31","slug":"i-benefattori-alla-base-dell-ospedale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/i-benefattori-alla-base-dell-ospedale\/","title":{"rendered":"I benefattori alla base dell’Ospedale"},"content":{"rendered":"
Solide basi <\/strong>– Un'iniziativa legata all'arte che nasce per una finalità benefica. Ieri come oggi l'Ospedale di Circolo – Fondazione Macchi di Varese, è realtà aperta e strettamente ancorata all'evoluzione e alla gente della città. Un'occasione quella della mostra 'L'Arte & il Sorriso' <\/strong>per conoscere il patrimonio artistico custodito nel tempo, donato da diverse personalità all'Ospedale. Tali donazioni non sono solo materiali, o meglio, non semplicemente artistiche. Un'intervista a Serena Contini<\/strong>, che in occasione dell'esposizione si è occupata della ricerca storica, stendendo anche un testo sulla specifica crescita dell'Ospedale grazie ai suoi benefattori, accanto agli altri contributi di Daniele Cassinelli <\/strong>e <\/strong>Giuseppe Armocida<\/strong>, presidente della Società Italiana di Storia della Medicina e della Società Storica Varesina.<\/p>\n Una mostra che unisce diverse realtà, ma soprattutto che collega l'Ospedale del passato con quello del presente.<\/strong> Quali sono stati i criteri di scelta per la selezione delle opere in mostra?<\/strong> Quali sono stati i contributi più significativi?<\/strong> Nomi e storie che hanno segnato non solo la nascita dell'Ospedale ma anche quella della città stessa?<\/strong> Daniele Cassinelli e Serena Contini Solide basi – Un'iniziativa legata all'arte che nasce per una finalità benefica. Ieri come oggi l'Ospedale di Circolo – Fondazione Macchi di Varese, è realtà aperta e strettamente ancorata all'evoluzione e alla gente della città. Un'occasione quella della mostra 'L'Arte & il Sorriso' per conoscere il patrimonio artistico custodito nel […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":18023,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[15,231,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
"Si, lo scopo benefico con cui è nata questa iniziativa, ha anche l'intento di far conoscere e rendere noti i benefattori del passato per arrivare a quelli del presente. E' una sorta di ringraziamento per coloro che si sono dedicati nel tempo all'Ospedale, ma nello stesso tempo uno stimolo per il presente a investire energie nella crescita e nel miglioramento della struttura esistente"<\/p>\n
"Il desiderio di mostrare alcune delle opere del Novecento che fanno parte della Quadreria dell'Ospedale. Dall'opera che apre l'esposizione del 1989 al quadro di Scipione Riva-Rocci del 1963. Non ci si trova sempre di fronte a quadri di grande qualità artistica, questa passa a volte in secondo piano; quello che conta in mostre come questa, è il valore storico. Le ricerche per quesa mostra sono state svolte negli archivi, da quello di Stato di Varese, a quello comunale, a quelli di amministrazione dell'Ospedale. Gli ultimi studi, finanziati dall'industriale calzaturiero Ermenegildo Trolli, e la rispettiva pubblicazione ad opera del direttore de La Prealpina, Giovanni Bagaini<\/strong>, dedicati questo patrimonio risalgono al 1930, con i dati raccolti fino al 1929. La parte storica è fondamentale: la biografia del benefattore è elemento portante del quadro stesso. Studiare i benefattori, le schede, i contributi donati, ha condotto a scoprire alcuni dati non noti, partendo dal presupposto che di alcuni benefattori si era a conoscenza solamente del nome".<\/p>\n
"I benefattori si riconoscono in diversi modi; non per forza nella donazione di opere d'arte o di un certo valore. Silvio ed Emma Macchi<\/strong> sono legati al nome stesso della Fondazione dell'Ospedale. Nel 1920 nel testamento lasciano 6milioni e mezzo di lire, per allora una cifra davvero significativa alla Congregazione di Carità per la costruzione di un padiglione dedicato alla cura della tubercolosi. Nel 1929 l'edificio, particolarmente all'avanguardia per i tempi, viene inaugurato. Tra i benefattori di rilievo anche Scipione Riva-Rocci<\/strong>, medico e inventore del sfigmomanometro a mercurio, lo strumento che ancora oggi viene utilizzato per la misurazione della pressione. Non ha mai voluto riconoscere il suo merito e quindi brevettare l'invenzione, perchè la considerava un aiuto alla medicina. Oltre a questo, Riva-Rocca fu anche il primo direttore dell'Ospedale, dal 1901 al 1928, seguendo da vicino tutte le scelte tecniche di costruzione. In merito, saranno in mostra tre vetrine documentarie con i progetti originali dei diversi padiglioni. Ancora, ricordando nomi importanti, i coniugi Danzi<\/strong> che hanno permesso la nascita del reparto di pediatria nel 1955. Forte in questo caso il legame tra passato e presente, dato l'intento e il progetto che sta dietro a tale manifestazione. Accanto a questi molti altri nomi sono ricordati in mostra come i Borghi<\/strong> e i Cattaneo<\/strong>, ma anche altri citati, i Conconi<\/strong> e i Pertini<\/strong> per esempio, di cui non si ci sono più i quadri donati. Alberto Colombo<\/strong>, laureato in farmacia e co-fondatore del Liceo Classico cittadino, con un piccolo quadro di Giuseppe Talamoni. Dopo la morte di Colombo, come lascia detto in testamento, viene venduto il suo studio milanese e il ricavato è dedicato al padiglione di medicina nucleare".<\/p>\n
"Quello che traspare da queste vicende è esattamente la storia della città, queste opere sono della città stessa. Un momento in cui grazie a questa mostra, collaborano città, comune, ospedale, cittadini. C'è ancora molto da fare e da conoscere per quanto riguarda il patrimonio artistico dell'Ospedale". <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"