{"id":18051,"date":"2009-04-28T07:12:14","date_gmt":"2009-04-28T07:12:14","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-04-30T09:04:15","modified_gmt":"2009-04-30T09:04:15","slug":"la-pelle-come-limite","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-pelle-come-limite\/","title":{"rendered":"La pelle come limite"},"content":{"rendered":"
Il non limite del tempo<\/strong> – Cinquant'anni, un'età per insegnare e imparare contemporaneamente. Riccardo Blumer <\/strong>architetto e design dedica molto del suo tempo e delle sue energie all'insegnamento universitario. Tra Mendrisio e San Marino, a contatto con i giovani che si stanno affacciando al mondo del design, l'architetto propone esperimenti sempre nuovi e diversificati, a partire dai suoi 'Esercizi fisici di architettura<\/strong>': mettersi in gioco in prima persona, conoscere il proprio corpo e la relazione di questo con l'ambiente, seguendo le leggi della fisica. In piccolo quello che succede in grande. Presente anche quest'anno all'appuntamento milanese del Salone del Mobile<\/strong>, e attore sulla copertina della pubblicazione Interni<\/strong>, Blumer, accompagnato dalla sua squadra, si divide anche in questa manifestazione tra le sue grandi passioni attuali. <\/p>\n 'La pelle come limite'<\/strong> – Questo il progetto che ha visto impegnati i giovani studenti del semestre estivo del Corso di Laurea in Disegno Industriale all'Università di San Marino<\/strong> (a.a. 2007\/08). Una mostra nello scenario della suggestiva Galleria Luisa delle Piane<\/strong>, frutto della sperimentazione sulla pelle, vista come limite, come contorno, come protezione, come ritratto-racconto della vita di ogni uomo. Alle pareti appese bambole gonfiabili, ognuna caratterizzata da un simbolo, da un oggetto, da una specifica lavorazione che trasmette il concetto per il quale bisogna osare oltrepassare i limiti per conoscere e conoscersi. Idee e concetti sviluppati recentemente, dopo l'incontro, che spesso torna nei racconti di Blumer, con Otto Frei<\/strong>, architetto tedesco, tra i padri dell'architettura leggera moderna. 'I sensi sono l'unica cosa che abbiamo', ha affermato Frei; partendo da questa riflessione, muove la lettura del progetto didattico sfociato nella mostra milanese.<\/p>\n Il tatto e gli altri sensi<\/strong> – 'Il tatto non mente', recita una didascalia all'ingresso della mostra: 'quando io tocco un corpo, io tocco la pelle e quando la tocco non solo ho il senso della mia presenza, ma ho il senso della presenza dell'altro attraverso la sua pelle', scrive Riccardo Blumer <\/strong>nella pubblicazione che accompagna il progetto. Avere coscienza di sé per conoscere l'altro. Citazioni e frasi create dagli studenti accompagnano le bambole gonfiabili, 'paradosso del possedere sessualmente un'altra persona gonfiando d'aria la sua pelle', spiega l'architetto, 'fare design è riflettere sul mondo per conoscerlo e progettare come lo vorremmo. Lavorare con la pelle e il cuoio per realizzare mobili e complementi deve essere anche questo'. I ragazzi hanno così scoperto cos'è la pelle, che cosa rappresenta, che cosa descrive: 'sulla pelle il marchio è indelebile presenza o assenza', 'la pelle è un libro. Perennemente aperto', 'la pelle è disposta a tutto', 'la pelle è la forma della mutazione', 'nascondersi è nascondere la pelle', 'sotto la pelle il corpo si nasconde, sopra si manifesta'. Solo alcuni degli spunti di riflessione e dei momenti di studio che hanno caratterizzato quest'analisi. Nel volume edito a corredo della mostra, anche uno scritto dello storico varesino Luigi Zanzi<\/strong>: Pensare la pelle<\/em>. Dalla gran pelle, la pelle della Terra, alla pelle umana, dalla raffigurazione di Michelangelo, ai versi di Dante Alighieri, Zanzi ripercorre quello che è il 'limite' descritto da Blumer difficile da ricercare ma essenziale da riconoscere.<\/p>\n Sedia di curve e di mani<\/strong> – In mostra alla Galleria Luisa delle Piane<\/strong> anche un oggetto di design che ha trovato la corrispondenza degli esperimenti riportati sulle pareti dello spazio stesso. La BB<\/strong> disegnata per Poliform<\/strong>, una sedia con struttura ad esoscheletro in cuoio, realizzata con Matteo Borghi<\/strong>. Un progetto che non ha risparmiato gli esperimenti didattici: sedie di radici di liquirizia, pane secco, riso e colla di pesce, perché il cibo è un elemento strutturale perfetto per capire certe dinamiche. Un altro esempio, questo, dello sguardo curioso e attento che sono portati ad avere i giovani nella palestra dell'architetto. Oltre alla BB, Blumer ha presentato al Salone ufficiale, il letto Rem per Flou<\/strong>, nato da una struttura ipocomplessa, dal desiderio di scoprire l'aria presente intorno a noi e sperimentare con questa.<\/p>\n La Leggera nuovamente protagonista<\/strong> – Alla Triennale di Milano, un progetto firmato da Michelangelo Pistoletto<\/strong> per Alias<\/strong>, che vede diventare attrice, la Leggera<\/em> di Blumer, la sedia progettata nel 1996 e insignita del Compasso d'Oro due anni più tardi. 200 di queste sedie nell'installazione di Pistoletto 'Mari Mediterranei<\/strong>'. Un incontro. Arte e design 'chiamano idealmente a raccolta una serie di comunità umane paragonabili e le fa sedere attorno a tavoli invisibili nella materia, ma tangibili attraverso lo spirito del dialogo e della collaborazione', scrive Pistoletto. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Copertina 'Interni' Il non limite del tempo – Cinquant'anni, un'età per insegnare e imparare contemporaneamente. Riccardo Blumer architetto e design dedica molto del suo tempo e delle sue energie all'insegnamento universitario. Tra Mendrisio e San Marino, a contatto con i giovani che si stanno affacciando al mondo del design, l'architetto propone esperimenti sempre nuovi e […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":18052,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[11,65,51],"tags":[],"yoast_head":"\n