{"id":18299,"date":"2009-05-28T06:31:23","date_gmt":"2009-05-28T06:31:23","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-06-03T06:12:45","modified_gmt":"2009-06-03T06:12:45","slug":"il-coraggio-giovane","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-coraggio-giovane\/","title":{"rendered":"Il coraggio \u00e8 giovane"},"content":{"rendered":"
Il duo –<\/strong> C'erano anche loro. Sebastiano Grasso<\/strong> – da più di vent'anni al Corriere della Sera<\/strong> come giornalista responsabile del settore arte – e l'istrionico Flaminio Gualdoni<\/strong> – storico e critico d'arte e penna 'ribelle' del Giornale dell'Arte. All'ex cinema Rivoli di Varese Varesevive <\/em>e il Liceo Artistico Frattini hanno deciso di offrire una occasione rara per gli studenti e per tutta la comunità: una tavola rotonda ad ingresso libero che ha attirato poco pubblico oltre agli addetti ai lavori. Proprio i due 'ospiti d'eccezione' arrivati da Milano hanno rilasciato un'intervista ad Artevarese in cui hanno dato la loro opinione sull'arte contemporanea e sulle prospettive lavorative di chi si affaccia oggi al mondo del lavoro in un campo non proprio semplice.<\/p>\n La 'schizofrenia' – <\/strong>"Bisogna aiutare i giovani – commenta Sebastiano Grasso – Anche a Varese ci sono dei talenti e dobbiamo promuoverli, a patto di riuscire ad essere selettivi." L'ottimismo – <\/strong>Ma se il problema non è lo studio liceale e nemmeno l'università, bensì il risvolto pratico, dove sbagliano i giovani d'oggi? Dalla parole dei due ospiti si percepisce un pacato ottimismo. Le vie di fuga per gli aspiranti critici e giornalisti non mancano: "Non dobbiamo limitarci ai percorsi ordinari, cioè alle mostre, alle gallerie, al mercato d'arte in senso canonico. Oggi il web e una serie di altri strumenti consentono delle possibilità assolutamente nuove e in gran parte ancora inesplorate". In chiusura, da Grasso è giunto un incoraggiamento ai giovani che hanno scelto la professione del giornalismo di settore (artistisco): "Faccio questo mestiere da quasi ventotto anni. E posso affermare che si tratta di un'esperienza interessantissima, perchè, ciò che appare uguale è, in realtà, sempre diverso".
Sulla stessa linea di pensiero Gualdoni, che punta il dito contro la "schizofrenia" dei nostri tempi: che, da un lato, predicano la valorizzazione dei giovani e, dall'altro, escludono in partenza le nuove generazioni.
"L'arte – ha ricordato – è anche una professione".
Determinato Gualdoni risponde con disinvoltura anche quando ci parla dell'apertura, ormai prossima, della Biennale di Venezia: "La mia abitudine è quella di farmi un'opinione a ragion veduta. Ecco, le premesse non sono entusiasmanti perchè credo ci sia un pò di stanchezza proprio nel modo di progettare le mostre."<\/p>\n