{"id":18704,"date":"2009-07-15T04:04:30","date_gmt":"2009-07-15T04:04:30","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-07-17T12:47:01","modified_gmt":"2009-07-17T12:47:01","slug":"il-macrocosmo-di-paladino","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-macrocosmo-di-paladino\/","title":{"rendered":"Il macrocosmo di Paladino"},"content":{"rendered":"
Temerario –<\/strong> Il coraggio del critico d'arte Flavio Arensi<\/strong> accompagnato dalla perseveranza di una amministrazione che sostiene l'arte contemporanea. A Orta San Giulio<\/strong> si fanno le cose in grande. Una nuova mostra si snoda per le vie della città ed entra negli storici palazzi del borgo novarese. Le opere dell'artista di Benevento, di fama internazionale, Mimmo Paladino<\/strong>, invadono ambienti pubblici e privati; interagiscono con le architetture e mutano gli scorci panoramici che si affacciano sul lago. Dopo Manzù, che ha inaugurato tre anni fa quest'iniziativa, dopo Arnaldo Pomodoro, ospitato lo scorso anno, Flavio Arensi (co-curatore con Valeria Greppi, vicepresidente di Operaprima) ci ha raccontato la genesi di questo nuovo progetto, studiato a misura d'artista e d'ambiente.<\/p>\n Flavio Arensi, come mai ha scelto Mimmo Paladino come protagonista della terza edizione di Ortissima?<\/strong> Come si è sviluppata l'idea espositiva?<\/strong> Quanto tempo è servito per costruire il Cavallo?<\/strong> Dopo questa frequentazione assidua per la mostra, come sono i suoi rapporti con Paladino?<\/strong> Oltre a lei e Paladino anche Berengo Gardin ha dato un contributo importante per questa mostra e per il catalogo. Una collaborazione proficua voluta dallo stesso Paladino. Mimmo Paladino. Sculture<\/strong> Mimmo Paladino, Elmo, 2005. Bronzo.ph Enrico Mocci Temerario – Il coraggio del critico d'arte Flavio Arensi accompagnato dalla perseveranza di una amministrazione che sostiene l'arte contemporanea. A Orta San Giulio si fanno le cose in grande. Una nuova mostra si snoda per le vie della città ed entra negli storici palazzi del borgo novarese. Le […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":18705,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[42,230,64,17],"tags":[],"yoast_head":"\n
"Perchè dopo Manzù e Pomodoro c'era la volontà di tornare sul figurativo e rimanere sul piano della scultura internazionale. Poi, visto che era in corso la mostra di Berengo Gardin, che Paladino apprezza molto, siamo riusciti a creare un progetto con lui, studiato su Orta. Tra l'altro avevo già conosciuto Paladino durante una mia mostra su Testori a Roma, quindi ho riallacciato i contatti per questo nuovo progetto".<\/p>\n
Vetroresina, ph Enrico Mocci<\/span><\/div>\n
"Abbiamo inizialmente pensato a cosa si poteva costruire per Orta. Paladino in principio aveva proposto le figure dei Dormienti<\/em>, sculture di gente che dorme, non di grandi dimensioni, che aveva già esposto per Villa Pisani.
Ma proprio le dimensioni non risultavano adatte all'ambiente della città quindi abbiamo trovato l'idea del Cavallo galleggiante<\/em>, di colore rosso pompeiano e da questa scultura abbiamo poi elaborato l'intero percorso che include forme diverse e soggetti che creano un suggestivo itinerario lungo Orta e sull'Isola di San Giulio, dove è esposto un San Francesco: una figura alta 5 metri. Altrettanto interessante il lungo treno di 40 metri che segue la via del Sacro Monte, un'opera articolata composta da più figure".<\/p>\n
"Dopo l'ideazione, la messa in opera ha richiesto un mese circa di lavoro. E' una scultura in vetroresina che Paladino ha realizzato nel suo studio e poi, dopo aver superato alcuni screzi con gli organizzatori, siamo riusciti a trasporate l'enorme Cavallo galleggiante ad Orta".<\/p>\n
Bronzo. ph Enrico Mocci<\/span><\/div>\n
"Ho incontrato Paladino anni fa, ma dopo questa mostra c'è un rapporto più stretto. Paladino è una persona molto interessata, ma al contempo riservata, solitaria e mi ha stupito trovarlo molto aggiornato su tutto quello che accade a livello internazionale. Lui ha due studi, uno a Benevento e uno a Roma e, anche se trascorre molto tempo in questi luoghi, è sempre informato su ciò che accade nel mondo e mantiene numerosi contatti con i grandi musei, come il Moma. Quest'esperienza mi ha permesso di incontrare un artista che mi ha insegnato a lavorare in modo diverso. Paladino ha un occhio straordinario, cerca di fare le cose in maniera diversa coinvolgendomi nelle sue evoluzioni di pensiero e dando la sua opinione in merito alle mie scelte".<\/p>\n
<\/strong>"Insieme alla mostra sono stati fatti due cataloghi: uno per l'esposizione, in cui si trovano fotografie di Berengo Gardin e di un professionista del territorio e un altro catalogo di dimensioni importanti da distribuire nelle librerie (editi da Allemandi<\/strong>).
Il rapporto che si è instaurato tra artista e fotografo nasce da una stima profonda e dal rispetto della professione di entrambi. Le opere di Paladino sono state tutte fotografate da Berengo Gardin, un onore per lo scultore. Tra l'altro proprio il fotografo, in seguito ad uno scatto fatto a casa di Paladino con la famiglia (Paladino con la moglie Imma, la figlia Ginestra e due nipoti), ha detto: 'Questa è una delle più belle foto che abbia mai fatto'<\/em>".<\/p>\n
Orta San Giulio (NO)
DAL 18 LUGLIO AL 9 NOVEMBRE 2009<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"