{"id":18722,"date":"2009-07-16T04:11:21","date_gmt":"2009-07-16T04:11:21","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-07-17T08:20:01","modified_gmt":"2009-07-17T08:20:01","slug":"il-collega-entra-di-soppiatto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/il-collega-entra-di-soppiatto\/","title":{"rendered":"Il collega entra di soppiatto"},"content":{"rendered":"
L'ospite e l'intruso<\/strong>, un nuovo progetto artistico ha preso il via in centro varese. Mercoledì 15 luglio, nel tardo pomeriggio, si è tenuta l'inaugurazione e la rivelazione del secondo artista coinvolto nella nuova idea di Ermanno Cristini <\/strong>e del critico d'arte Alessandro Castiglioni<\/strong>. L'ampio studio dell'insegnante varesino ha accolto gli artisti che sono stati al 'gioco' costruendo opere da inserire in questo spazio privato, per la prima volta visitabile dal pubblico. Sergio Breviario<\/strong>, da Milano e da Venezia – dove è impegnato per la Biennale d'arte – arriva anche nella città giardino con un'opera affascinante. Dinamica e collaborazione – <\/strong>Guardando attraverso il buco creato dall'artista, nel momento in cui entrambi i supporti sono in posizione verticale, lo spettatore vede i due fili rossi paralleli e di conseguenza appaiono 'ordinate' anche le immagini disposte sul tavolo. I disegni su carta sembrano così disposti in una nuova prospettiva; chi guarda si trova a dover 'dialogare' con una nuovo punto di vista.<\/p>\n L'opera di Breviario ha una forte componente concettuale, è un lavoro non finito che lascia spazio a varianti non calcolate da valutare in corso di realizzazione e in continua precarietà.
Fanzine, primo tempo<\/strong>, un lavoro che occupa lo spazio di un tavolo, ma che contiene al suo interno numerose suggestioni. Una serie di immagini su carta e due pannelli quadrati, forati al centro, legati tra loro da due fili di corda rossa. Un lavoro dinamico che nasce dalla ripetizione degli stimoli visivi e della loro combinazione nello spazio. Breviario accompagna i visitatori alla scoperta della sua opera che può essere vista solo se si guarda attraverso il foro costruito dall'artista.<\/p>\n
Molto concettuali appaiono le opere dell'intruso, Roberto Pugina. Il professore del Liceo artistico di Varese, restio alle esposizioni pubbliche, si è prestato per quest'iniziativa del collega Cristini presentando poche opere 'nascoste' nello studio.
Una terna concettuale – <\/strong>Tre i lavori in cui Pugina racchiude tutta la sua ampia conoscenza della storia dell'arte. Opere in cui traspere una riflessione sulle correnti del Novecento arricchite dall'arte del passato. Un grembiule da cucina, posto sul lavello della cucina, con al centro la riproduzione di un dipinto di Dosso Dosso<\/strong>. Un dipinto d'indubbia bellezza e suggestione, ricco di rimandi iconografici e con numerose possibilità d'interpretazione iconologica.
Cambiando genere Pugina ha poi usato una cerniera bianca che corre lungo una piccola porzione di parete, semi aperta. Il titolo dell'opera suggerisce il gioco concettuale costruito dall'artista, a metà tra il taglio di Lucio Fontana<\/strong> e i ready-made di Marcel Duchamp<\/strong>. Infine un'incisione antica, fotocopiata e riprodotta, diventa lo sfondo per un pennello da pittore e per una matita.
Un esempio visivamente semplice che racchiude in sè la genesi dell'opera d'arte.