{"id":19004,"date":"2009-09-03T05:06:22","date_gmt":"2009-09-03T05:06:22","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-09-04T07:58:50","modified_gmt":"2009-09-04T07:58:50","slug":"gurone-scardinata-la-tesi-del-lotti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/gurone-scardinata-la-tesi-del-lotti\/","title":{"rendered":"Gurone, scardinata la tesi del Lotti"},"content":{"rendered":"
Per Gurone in festa –<\/strong> A marzo 2009 gli organizzatori di "Gurone in festa<\/strong>" chiedono all'Associazione culturale malnatese di condurre una ricerca storica sulla chiesetta di Sant'Anna<\/strong> localizzata nella frazione di Malnate. Lo studio è finalizzato all'approfondimento di qualche aspetto, da presentare durante la festa patronale della parrocchia di San Lorenzo a Gurone, che si sta svolgendo in questi giorni. Sembrava che il piccolo oratorio non potesse rivelare nulla più di quello che il noto restauratore varesino Carlo Alberto Lotti<\/strong> aveva già scritto su di esso in passato. E invece, l'Accademia dei curiosi, rinvenute le prime incongruenze su data e committenti dell'edificio sacro, si è tuffata in mesi di intensa ricerca, i cui risultati sono stati esposti mercoledì sera 2 settembre nel salone dell'oratorio di San Lorenzo alla presenza di un vasto pubblico.<\/p>\n Prima incongruenza: la data – <\/strong>Nel suo libro su Malnate, il Lotti <\/strong>scriveva che Sant'Anna di Gurone fu costruita nella seconda metà del XVII secolo dalla nobile famiglia Odescalchi<\/strong> in onore del loro familiare Benedetto, divenuto papa<\/strong> con il nome di Innocenzo XI<\/strong> nel 1676. Sosteneva inoltre il restauratore che l'affresco dell'abside della chiesa riportasse la data 1681 e che infine il casino di caccia annesso all'edificio sacro fosse stato trasformato in un convento di suore. Recenti pubblicazioni e pagine di siti web dedicate al tema non smentiscono quanto affermato dal noto studioso. Ma qualcosa avrebbe cambiato il verso della storia: la data dell'affresco. Sul dipinto murale che incornicia la bella pala d'altare della chiesetta, infatti, i "curiosi" non hanno trovato alcuna traccia delle cifre 1681, bensì la scritta: 29 agosto 1710 <\/strong>a fianco della firma dell'autore, Francesco Antonio Giovannini<\/strong>.<\/p>\n Da una data ai Bizzozero – <\/strong>Dai carteggi del Lotti non risultava alcuna prova attestante le sue dichiarazioni, così come dallo studio dell'austero e rigoroso Papa Innocenzo XI (committente tra l'altro di alcune opere del Bernini), effettuato da Franco Bai<\/strong>, non risultava nulla che potesse effettivamente legarlo alla piccola chiesa guronese e quindi, come giostrarsi nel mare magnum<\/em> della storia? Il coinvolgimento di un esperto di storia, il prof. Renzo Talamona<\/strong> ha permesso di districare il primo nodo: la terra su cui sorge l'oratorio non fu degli Odescalchi, ma dei Bizzozero<\/strong>.<\/p>\n Documento chiave di volta – <\/strong>A sostegno della tesi del Talamona un documento che l'Accademia ha rinvenuto nell'archivio parrocchiale, con il quale Alfonso Bizzozero<\/strong>, canonico della chiesa di San Vittore a Varese, <\/strong>nel 1724, istituì una cappellanìa con beneficio nell'Oratorio della Natività della Beata Vergine in Gurone (antico nome della chiesa di Sant'Anna). Oratorio che egli stesso fece erigere qualche anno prima. Ogni legame con gli Odescalchi dunque è venuto a cadere. Non solo, nell'atto il canonico parla anche di due edifici, necessari al sostentamento del cappellano: e cioè di una casa da nobili, annessa alla chiesa, e dell'abitazione del massaro. Ed è proprio nell'edificio accanto all'oratorio che un tempo esisteva l'ulteriore prova della connessione dell'oratorio con i Bizzozero: durante i restauri che interessarono la chiesetta venticinque anni fa fu rinvenuto uno stemma della famiglia, purtroppo andato disperso.<\/p>\n Tra il 1706 ed il 1710 – <\/strong>"Se dunque la data dell'affresco della chiesetta, il 1710, fissa il momento prima del quale l'oratorio fu eretto, qual è la data dopo la quale possiamo dire con certezza essere stato costruito?", chiedeva Francesca Mauri dell'Accademia dei Curiosi <\/strong>durante la presentazione. La risposta sta nelle relazioni<\/strong> delle visite vicariali<\/strong> del 1706 e del 1732, che il presidente dell'Associazione, Massimiliano Naressi<\/strong>, ha trovato nell'Archivio Diocesano di Milano: nella prima l'oratorio non viene censito, mentre nella seconda esso viene menzionato come edificio dedicato alla Beata Vergine Maria e di recente costruzione. Pertanto la sua edificazione deve essere necessariamente collocata tra il 1706 ed il 1710. Nessun convento – <\/strong>Grazie alla visita pastorale del cardinale Pozzobonelli<\/strong>, avvenuta nel 1755, si è invece scoperto che la cappellanìa passò nella mani di Aloiso<\/strong>, nipote di Alfonso Bizzozero<\/strong>, perciò nella casa accanto alla chiesetta all'epoca non esistette alcun convento. Altrettanto confermerebbero i documenti relativi al catasto austriaco, che rivelano l'esistenza di chierici a capo della chiesa, non di suore, fino al 1876, quando oratorio ed alcune case vicine finirono in proprietà alla famiglia Cattaneo che dedicò l'edificio di culto a Sant'Anna, da cui il nome con cui oggi viene chiamato.<\/p>\n Quei color pastello –<\/strong> "Anche l'arte pittorica ha un linguaggio settecentesco". A dichiararlo è la professoressa Paola Viotto<\/strong>, membro dell'èquipe di ricerca, che ha riconosciuto nell'ignoto autore della pala d'altare con la Nascita della Vergine Maria, modi seicenteschi nella costruzione delle figure, ma aperti alle cromie settecentesche, come rivelano le sfumature pastello dei volti, anticipatrici delle scelte coloristiche di Magatti. Senza dimenticare l'importanza del Giovannini, quadraturista che ha lasciato prova della sua arte nell'oratorio quando ebbe solo intorno ai vent'anni. "Il canonico Bizzozzero dovette avere grande lungimiranza nel riconoscere in lui un talento" – dichiara la Viotto – "dato che da lì a poco il giovane maestro avrebbe posto la propria firma in opere, realizzate per la cattedrale di Alessandria e nella chiesa di San Martino a Varese, dove lavorò a fianco di Magatti e Francesco Maria Bianchi". <\/p>\n Approfondimenti<\/strong> – Per gli appassionati di arte e ricerca storica informazioni più dettagliate si trovano nella pubblicazione curata dall'Accademia, dal titolo "Il quaderno dei curiosi. 6. Sant'Anna e Gurone<\/strong>", disponibile presso la sede del gruppo culturale in Via Ferrari 55 a Malnate dietro corresponsione di una piccola offerta.<\/p>\n Appuntamento con l'arte di Van Gogh – <\/strong>Gurone continua <\/strong>a festeggiare venerdì 4 settembre con un'altra iniziativa culturale da non perdere: "Un gran fuoco nel cuore<\/strong>". Presentazione video curata dal professore padovano Roberto Filippetti <\/strong>sull'arte impressionista di Van Gogh nella chiesa di San Lorenzo a Gurone, a partire dalle ore 21. Un'occasione in più per visionare l'arte di un "focoso" Van Gogh attraverso l'appassionata grinta di un letterato amante della bellezza.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Affresco e pala d'altare Per Gurone in festa – A marzo 2009 gli organizzatori di "Gurone in festa" chiedono all'Associazione culturale malnatese di condurre una ricerca storica sulla chiesetta di Sant'Anna localizzata nella frazione di Malnate. Lo studio è finalizzato all'approfondimento di qualche aspetto, da presentare durante la festa patronale della parrocchia di San Lorenzo […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":19005,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[13,50,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
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