{"id":19596,"date":"2009-10-22T08:16:20","date_gmt":"2009-10-22T08:16:20","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-10-23T06:52:41","modified_gmt":"2009-10-23T06:52:41","slug":"gelo-a-bardello","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/gelo-a-bardello\/","title":{"rendered":"Gelo a Bardello"},"content":{"rendered":"
Alla ricerca della ghiacciaia –<\/strong> Il cartello marrone che segnala la presenza di un monumento storico in zona lo incontriamo sulla strada che collega Bardello<\/strong> a Gavirate: per trovare la ghiacciaia<\/strong> ci indica di salire verso il centro del paese. Imbocchiamo una stretta strada che ci conduce direttamente tra gli edifici più antichi di Bardello: restiamo subito affascinati dall'inaspettato intrico delle strade del centro storico, in cui i vecchi cortili non tradiscono l'aspetto tradizionale dei borghi contadini varesini. Passiamo il primo incrocio, arriviamo ad una piazza dalla quale, purtroppo, le indicazioni per la ghiacciaia scompaiono. Lasciata la macchina in un parcheggio, proviamo ad addentrarci tra le stradine. Sorpresa –<\/strong> La ghiacciaia di Bardello ci si presenta identica, nella struttura circolare e nella copertura con pesanti lastre di pietra, alle più conosciute sorelle ("i giazer") di Cazzago Brabbia. E' racchiusa dentro un muro di pietra, il cancello che chiude la proprietà – privata – è aperto. Si può fare un giro intorno, gustarsi la perizia e la sapienza di chi eresse le mura circolari e le saldò alle pesanti falde del tetto: sulla cima una specie di minuscolo obelisco abbellisce e dà eleganza a questo edificio, testimoniando un gusto tutto italiano per i particolari, anche nelle costruzioni meno nobili, ma certamente più importanti per la sopravvivenza e per l'economia tradizionale.<\/p>\n Valorizzare –<\/strong> Una poco elegante e moderna copertura in ondulato, appoggiata su due tubi di ferro, fa da tettuccio alla porta di ingresso alla cisterna, intendendo forse proteggerla. La sensazione generale è che l'edificio sia abbandonato a se stesso – c'è anche dell'edera che cresce sui muri – eppure soltanto essere qui, con un'emozionate vista che spazia sulla riserva naturale del lago di Biandronno, colmo di cannette gialle per l'autunno, è una esperienza che consigliamo agli amanti del bello.<\/p>\n Un po' di storia –<\/strong> Le ghiacciaie sul lago di Varese sono nate alla fine del Settecento e sono state usate fino agli anni Settanta, quando vennero messe in pensione dalla diffusione del frigorifero. Questi affascinanti edifici, chiamati in dialetto "giazer", erano progettati per mantenere grandi quantità di ghiaccio raccolte in inverno sulla superficie del lago. Oggi le ghiacciaie più famose si trovano alle "conserve" di Cazzago Brabbia ma si sa che in zona ne esistevano altre: due a Calcinate del pesce, una a Biandronno, una a Bodio e una, appunto, a Bardello. A pochi passi dal lago, in un ambiente architettonico che lascia stupefatti per l'intricata rete delle strette strade del centro storico, la ghiacciaia resta a testimonianza di un'estetica del costruire che, usando materiali semplici, sostanzialmente pietra, in forme geniali, riusciva a costruire sul territorio veri e propri gioielli di architettura pre-industriale.
Siamo nel primo pomeriggio e non ci sono molto abitanti in giro. Per strada però incontriamo un signore e chiediamo: "sa indicarmi da che parte devo andare per la ghiacciaia?" "No, mi spiace". Riproviamo: chiediamo a una signora che passeggia nella nostra direzione, finalmente ci risponde: "segua la strada là in fondo a sinistra e scenda giù". L'indicazione si rivela essere giusta.<\/p>\n
Oggi ci permettiamo di lanciare una proposta: perché non fare come a Cazzago Brabbia, dove questi stessi edifici sono stati restaurati e adesso ospitano eventi culturali, ravvivando e illuminando l'immagine di tutta la zona che le circonda?