{"id":19794,"date":"2009-11-10T04:46:37","date_gmt":"2009-11-10T04:46:37","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-11-13T06:33:30","modified_gmt":"2009-11-13T06:33:30","slug":"maciachini-l-indunese-monumentale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/maciachini-l-indunese-monumentale\/","title":{"rendered":"Maciachini, l’indunese “monumentale”"},"content":{"rendered":"
Chi era Carlo Maciachini? –<\/strong> Quanti di voi collegano il nome Maciachini<\/strong> al piazzale trafficato di Milano? I più esperti, invece, non avrebbero dubbi. Carlo Maciachini è stato uno degli architetti più importanti dell'ottocento<\/strong>. Pur rappresentando un'eccellenza nel panorama architettonico italiano, certamente non può essere considerato una "star" ai livelli di Bramante o Brunelleschi. E' quindi delegato al noto piazzale milanese e alla sua opera più importante, il Cimitero Monumentale<\/strong> meneghino<\/strong>, il compito di tramandare la memoria del Maciachini. Proprio la valceresina Induno Olona<\/strong> gli ha dato i natali, il 2 aprile del 1818. Un tuffo nel passato dell'architetto che ci permette di immaginarlo bambino alla brughiera, in compagnia dei suoi genitori al lavoro nei campi. Una Induno Olona fatta di paesaggi bucolici e dominata dal Castello dei Medici, molto diversa da quella del terzo millennio. Proprio ritornando in Valceresio, durante l'ultimo trentennio della sua vita, Maciachini, dopo una carriera contrassegnata da prestigiose collaborazioni in tutta Italia, regala ai suoi concittadini due chicche che <\/p>\n riassumono come meglio non potevano la sua arte. L'ampliamento della Chiesa San Giovanni di Battista<\/strong> e l'ideazione del Cimitero<\/strong>. <\/p>\n Il suo stile –<\/strong> L'arte del Maciachini si muove tra il romanico e il gotico, con influssi orientali, che dimostra di saper fondere abilmente nel proprio mestiere, tanto che lavorò alla costruzione di una chiesa di culto non cristiano (quella serbo-ortodossa di San Spiridione a Trieste). Non disdegnò neanche l'utilizzo della pianta a croce greca, non tanto comune nelle chiese cristiane cattoliche. La critica lo definì un maestro eclettico che seppe destreggiarsi con duttilità ed astuzia nel suo campo.<\/p>\n I progetti indunesi –<\/strong> Troppo piccola per ospitare tutta la cittadinanza indunese, intorno al 1875, Carlo Maciachini progetta l'ampliamento della parrocchiale di San Giovanni Battista<\/strong>. Un lavoro complesso visto la posizione della chiesa, stretta tra la strada, da un lato, e <\/p>\n la montagna, dall'altro. L'allargamento più facile, con l'aggiunta di due navate laterali, non era possibile. Perciò, e qui sta la genialità dell'architetto, decise di allargarla nella parte absidale creando un effetto quasi barocco dal punto di vista scenografico. Il Machiachini conferma la sua vocatio per le opere sacre progettando il cimitero di Induno<\/strong>, una copia in miniatura del Monumentale di Milano, progetto che gli ha permesso di entrare di diritto nel panorama architettonico nazionale. L'ingresso del camposanto valceresino, pur nella sua semplicità, racchiude un elemento innovativo: l'impianto urbanistico di chiara ispirazione neoclassica. Tutto è stato ben calcolato, niente è stato lasciato al caso. E' rigida l'impronta che il Maciachini ha voluto dare al cimitero indunese: ha pensato agli spazi per le cappelle di famiglia a quelle per le sepolture. Il suo progetto pulito ed essenziale è stato, purtroppo, sovvertito negli anni seguenti quando un ampliamento del cimitero si è reso necessario. L'espansione laterale (necessaria visto l'aumento demografico di Induno Olona) ha, di fatto, messo in crisi le rigide strutture architettoniche del Maciachini. Di quel calibrato progetto rimane, oggi, solo qualche traccia riconoscibile dagli addetti ai lavori.