{"id":19932,"date":"2009-11-19T11:29:35","date_gmt":"2009-11-19T11:29:35","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-11-20T06:47:17","modified_gmt":"2009-11-20T06:47:17","slug":"ho-visto-cose-che-voi-umani","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/ho-visto-cose-che-voi-umani\/","title":{"rendered":"Ho visto cose che voi umani…"},"content":{"rendered":"
<\/p>\n L'interrogativo sul destino futuro –<\/strong> "I've seen things you people wouldn't believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion… All those … moments will be lost in time, like tears… in rain". È la celebre sequenza di "Blade Runner", indimenticabile film di fantascienza del 1982, ispirato al romanzo "Il cacciatore di androidi" di Philip K. Dick. Il Museo d'arte di Lugano<\/strong> mette in campo tutti gli interrogativi sul destino di un rapporto, tuttora enigmatico, tra l'essere umano e la macchina, dove il primo ha già da tempo accolto in sé – integrandole – parti meccaniche e la seconda sembra sempre più emulare il corpo fino quasi a volerlo sostituire. "Corpo Automi Robot. Tra arte, scienza e tecnologia"<\/strong> costituisce l'offerta culturale più rilevante della Città di Lugano <\/strong>nell'autunno 2009. Il progetto infatti prevede numerose manifestazioni collaterali tra cui una rassegna cinematografica a cura del cineclub Luganocinema93. L'esposizione allestita al Museo d'Arte e a Villa Ciani, è curata da Bruno Corà <\/strong>e Pietro Bellasi<\/strong>. Nel ricchissimo catalogo, i contributi critici dei curatori e di esperti di diverse discipline: dalla storia all'arte, alla musica, al teatro, al cinema, all'ingegneria.<\/p>\n Legami tecnologici –<\/strong> La mostra si articola in due sezioni: <\/p>\n la prima, allestita a Villa Ciani<\/strong>, ripercorre la storia degli automi, proponendo un excursus dalla Grecia classica ai nostri giorni e includendo alcuni prodotti della più avanzata tecnologia quali robot, androidi, ecc. Particolare attenzione viene data agli androidi sei-settecenteschi, realizzati sotto l'impulso delle nuove scoperte scientifiche e fisiologiche. Negli spazi espositivi vengono trattate anche le sorprendenti applicazioni della robotica, i cui ambiti sono sempre più numerosi: dai robot industriali che compiono operazioni ripetitive fungendo da forza lavoro nelle catene di assemblaggio, ai robot dalle sembianze umane, così come i giocattoli che imitano esseri umani ed animali nelle movenze e nelle funzioni. Né vengono trascurati i frutti della tecnologia biomedica, come apparecchi acustici e pace-maker i quali, impiantati chirurgicamente all'interno del corpo umano permettono di attuare la fusione uomo-macchina dando origine a ibridi o cyborg. <\/p>\n In contatto con… Leonardo –<\/strong> Disegni, libri a stampa, documenti relativi al teatro, al cinema e alla musica, video (con riferimento ai calcolatori e ai moderni software) vengono presentati seguendo un allestimento a carattere prevalentemente cronologico, consentendo la messa in dialogo delle opere esposte, provenienti da diverse raccolte sparse in tutto il mondo. Anche il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano <\/strong>partecipa a questa iniziativa con sei modelli storici di macchine costruite negli anni ‘50 partendo dall'interpretazione dei disegni di Leonardo da Vinci e dedicate allo sviluppo di automatismi. <\/p>\n <\/p>\n L'arte coi bulloni – <\/strong>La seconda sezione della mostra, presentata al Museo d'Arte, dà spazio alla riflessione sulla creazione artistica dell'età moderna e contemporanea. Ampio spazio è dedicato al Dada<\/strong>, movimento che ha trovato un'inesauribile fonte di energia creativa nel crescente conflitto tra società e rivoluzione industriale. La macchina, pensata come oggetto che amplifica le potenzialità dell'uomo essendo al suo servizio, è allo stesso tempo avvertita come elemento distruttore che conduce alla menomazione dell'uomo stesso. Dalle bizzarre e affascinanti macchine celibi di Marcel Duchamp e<\/em> Francis Picabia<\/strong> il percorso espositivo prosegue con le glorificazioni futuriste della modernità (Giacomo Balla, Fortunato Depero, Enrico Prampolini, Mario Sironi), le più inquietanti interpretazioni surrealiste e le creazioni razionali degli artisti legati al Bauhaus. L'esposizione procede poi verso l'arte contemporanea: dalle macchine di Jean Tinguely <\/strong>e quelle inutili di Bruno Munari <\/strong>ai corpi virtuali della videoarte (Marcel.lì e Stelarc). per sé complessa poiché si estende su campi di tipo storico, mitologico, estetico e poetico, vi è un profondo interesse per la scienza, la tecnologia, ma soprattutto per l'arte che, nel corso dei secoli, hanno fornito ragioni, dati e, ancor più, percezioni estreme, sentimenti estranianti capaci di suggerire scenari fantapoetici. Le ambivalenze simboliche del corpo, la sua dimensione di simulacro biologico, la sua dissoluzione o conservazione si giocheranno in un futuro prossimo anche in relazione allo sviluppo della macchina. La quale ha già dimostrato, morfologicamente e nelle sue funzioni, quanto possa nascondere in sé l'origine antropologica. Dal computer al cervello, dalla macchina fotografica all'occhio, dall'escavatore al palmo della mano, il corpo umano giunge a diverse contaminazioni con la meccanica. E proprio a quelle frontiere sopraggiunge con frequenza, non senza il turbamento di trovarsi ogni volta ai limiti. Con l'arte, il pensiero sembra mettersi parzialmente al riparo da rischi estremi, spingendosi sempre più avanti. Non sappiamo fino a dove. Con l'arte si può sapere, molto prima e di più, dove è protesa l'umanità. La mostra, senza alcuna pretesa di completezza, mette a fuoco alcuni tra i nuclei tematici più significativi, dai quali partire per approfondire o dischiudere ulteriori ambiti suggeriti spesso dalle opere o dovuti alla suggestione di accostamenti tra loro. Il percorso tracciato, accanto alla linea storica, segue quella poetica per penetrare una realtà ancora piena di incognite.<\/p>\n "Corpo Automi Robot. Tra arte scienza e tecnologia" Oskar Schlemmer, Das Triadische Ballett, 1922 L'interrogativo sul destino futuro – "I've seen things you people wouldn't believe. Attack ships on fire off the shoulder of Orion… All those … moments will be lost in time, like tears… in rain". È la celebre sequenza di "Blade Runner", indimenticabile film di fantascienza del 1982, ispirato al […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":19933,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41,64,15],"tags":[],"yoast_head":"\n
Ballett, 1922<\/span><\/div>\n
1919-1920<\/span><\/div>\n
(Bambola blu), 1917<\/span><\/div>\n
<\/strong>
Occasioni di riflessione –<\/strong> All'origine di questa mostra, di <\/p>\n
25 Ottobre 2009 – 21 Febbraio 2010
Lugano, Museo d'Arte, Riva Caccia 5
Villa Ciani, Parco Civico
<\/strong>Orari: martedì – domenica e 28 dicembre: 10.00 – 18.00
24 dicembre: 10.00 – 16.00
1 gennaio: 14.00 – 18.00
chiuso lunedì e 25-26 dicembre
Presentando il biglietto d'ingresso alla mostra si avrà diritto all'ingresso ridotto al:
– Museo Cantonale d'Arte, Lugano, che completa il progetto con la mostra "Guardami. Il volto e lo sguardo nell'arte 1969-2009".
– Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"