{"id":19974,"date":"2009-11-24T12:12:00","date_gmt":"2009-11-24T12:12:00","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-11-27T07:17:27","modified_gmt":"2009-11-27T07:17:27","slug":"moderni-ma-senza-esagerare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/moderni-ma-senza-esagerare\/","title":{"rendered":"Moderni, ma senza esagerare"},"content":{"rendered":"
Gli anni ‘30 segnano un momento importante nel mondo del collezionismo bustese. Cambiano i gusti. L'opera non è più la decorazione delle pareti domestiche e l'inconfondibile conferma dell'opulenza raggiunta. La scelta dell'acquisto, ora, si fa consapevole e attenta. Ma soprattutto gli appassionati incominciano ad andare a visitare le mostre, allestite a Milano e in Provincia, chiedendo consigli a mercanti e critici . Prende avvio da questo momento, da questo clima, la mostra "Moderni ma non troppo" – Tradizione e innovazione nelle opere in collezioni bustesi degli anni Trenta" allestita, fino al 31 gennaio, nelle sale di Palazzo Cicogna. Il passaggio di gusto è testimoniato da tre raccolte che hanno segnato un fondamentale momento storico tra gli appassionati d'arte a Busto. Premiato il buon gusto –<\/strong> Una collezione rilevante, di spicco, la più rigorosa e, dal punto di vista delle scelte, la più coerente che Busto abbia avuto in quel periodo. Da buon toscano qual era, Noferini non si fece mancare un sostanzioso numero di lavori firmati dai pittori del movimento macchiaiolo, post macchiaiolo e di diverse scuole italiani. Aveva ben undici Fattori, sei Signorini, tre Borrani, tre Patini, due Lega, due De Nittis, due L. Gioli, due G.Palizzi, un Boldini, un Induno, un Zandomeneghi, un Mancini e poi ancora opere di D'Ancona, Abbati, Gola, Induno, Michetti, Gola, Bazzaro."E' stato impossibile, per diverse cause, riunire oggi tutta la colleziona dispersa all'asta alla galleria Pesaro di Milano nel 1934. A parte la sconosciuta collocazione di alcuni lavori, sappiamo che, in questo periodo, diversi dipinti sono esposti in altre mostre allestite a Padova, a Roma e a Piacenza. Di altri capolavori non c'è stata la disponibilità del prestito da parte dei proprietari. Grazie alla collaborazione di direttori di musei, galleristi e privati, gli organizzatori della mostra sono riusciti a raccogliere una ventina di queste preziose tele. Nelle sale di Palazzo Cicogna sono quindi esposti assaggi della collezione: un esemplare di Fattori, uno di Silvestro Lega, un'opera di Gioli dalla quale è ripreso il manifesto della mostra e altri quadri rimasti nella casa di Noferini dopo la sua scomparsa". Lo spazio delle donne <\/strong>–
Collezione Giuseppe Noferini <\/strong>– "Ci siamo accorti – spiega Claudio Fantinati assessore alla cultura di Busto – come in quel periodo molti cittadini bustocchi possedessero quadri che, col passare del tempo si sono rivelati molto importanti. Questa è la conferma che, nella nostra cultura, l'amore per le cose belle si è sempre accompagnato alla capacità di fare impresa. Con questa mostra, che si inserisce nel percorso di riscoperta dei valori e delle bellezze cittadine, vogliamo regalare ai bustocchi la possibilità di ammirare i gusti e le raffinatezze conservate nel silenzio di antiche e preziose dimore. Il percorso prende avvio da raccolta di Giuseppe Noferini "Qualcuno, ancora lo ricorderà. – precisa lo storico Giuseppe Pacciarotti (curatore della sezione riguardante la collezione Noferini) – Noferini fu una personalità di spicco del cotonificio Dell'Acqua-Lissoni-Castiglioni. L'imprenditore, di origini toscane arrivò a Busto come rappresentante e, a suon di promozioni ricoprì l'incarico di amministratore delegato. E fu grazie alla forte disponibilità economica, che potè, nel giro di pochi anni (dal 1928 al 1932), raccogliere un nutrito numero di opere". <\/p>\n
La raccolta di Paolo Candiani <\/strong>– Accanto alla raccolta Noferini è possibile ammirare quella di Paolo Candiani, la cui famiglia era proprietaria di un importante cotonificio. L'architetto (questa era la sua professione) oltre ad acquistare opere di antichi maestri come Bergognone, Garofalo, Tanzio da Varallo e Tiziano, guardò ai pittori della continuità tardo ottocentesca quali Domenico De Bernardi, Giuseppe Montanari, Guido Tallone e Luigi Zago, Silvio Bicchi.
"La terza raccolta da ammirare si compone di opere raccolte da diversi appassionati tra cui Giovanni Uberti Bona che nonostante i modesti mezzi riuscì a scegliere con acutezza artisti che allora si presentavano come promesse in particolare pittori chiaristi.<\/p>\n
Infine nel percorso della mostra è stato dato spazio alle presenze femminili in alcune di queste raccolte a partire dalla genovese Tilde Ferrero, seconda moglie di Giuseppe Noferini.
"Tra le altre pittrici, tutte tra l'altro presenti alle esposizioni Sindacali e della Permanente di Milano: Ada Van der Shalk, artista che partecipò ad alcune mostre del "Novecento Italiano" e alla Biennale di Venezia del 1936, Nina Bassani Antivari e Gian Paola Litta Modignani. Dipinti che non passarono inosservati nemmeno alle autorità. In occasione di una mostra, il podestà di Busto, decise di acquistare un quadro della Bassani che con altri lavori, avrebbe avviato la galleria d'arte moderna della città di Busto che purtroppo… ancora oggi non c'è".
A corredo della mostra il catalogo contenente i saggi critici degli studiosi, le schede e le riproduzioni di tutte le opere esposte.<\/p>\n
"Moderni ma non troppo" – Tradizione e innovazione nelle opere in collezioni bustesi degli anni Trenta
<\/strong>Busto Arsizio – Palazzo Cicogna –
Dal 29 novembre 2009 – al 31 gennaio 2010
Dalle 15 alle 19 – da martedì a sabato 10-12\/16-19 domenica- lunedì 25-26 dicembre e 1 gennaio 2010 chiuso
La rassegna promossa e organizzata dalla città di Busto Arsizio, Assessorato alla Cultura ed Educazionesi avvele di un comitato scientifico composto da Silvana Aldeni, Giulia Gambassi Pensa, Giuseppe Pacciarotti, Paolo Rusconi.
<\/strong>