{"id":19982,"date":"2009-11-25T05:48:09","date_gmt":"2009-11-25T05:48:09","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-11-27T07:22:17","modified_gmt":"2009-11-27T07:22:17","slug":"la-colomba-il-simbolo-di-floriano-bodini","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/la-colomba-il-simbolo-di-floriano-bodini\/","title":{"rendered":"La colomba, il simbolo di Floriano Bodini"},"content":{"rendered":"
L'arte di Floriano Bodini<\/strong> torna ad essere tema di studio all'Università Statale di Milano. "Bodini ho avuto modo di conoscerlo in passato, occupandomi spesso di cataloghi d'arte", afferma Andrea Fumagalli<\/strong> attualmente residente a Peschiera Borromeo, impegnato come grafico. Lo studioso ha dedicato la sua tesi di laurea triennale in Storia dell'Arte, guidato dal prof. Antonello Negri<\/strong>, ad un aspetto ancora poco conosciuto della produzione dello scultore: 'L'iconografia della colomba nella grafica di Floriano Bodini'<\/strong>.<\/p>\n Come nasce l'idea di una tesi su Floriano Bodini?<\/strong> La grafica è una spetto meno noto nell'arte di Bodini. Come si sviluppano gli argomenti nella tesi?<\/strong> In che modo Floriano Bodini si avvicina al mondo della grafica?<\/strong> Come procede successivamente la produzione grafica?<\/strong> Perchè la scelta della colomba e come si evolve nel tempo questa figura?<\/strong> Andrea Fumagalli L'arte di Floriano Bodini torna ad essere tema di studio all'Università Statale di Milano. "Bodini ho avuto modo di conoscerlo in passato, occupandomi spesso di cataloghi d'arte", afferma Andrea Fumagalli attualmente residente a Peschiera Borromeo, impegnato come grafico. Lo studioso ha dedicato la sua tesi di laurea triennale in Storia dell'Arte, guidato dal […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":19983,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[230,45,18],"tags":[],"yoast_head":"\n
"Ho avuto l'opportunità di fare questa tesi, attraverso un amico comune, il prof. Renato Galbusera<\/strong> dell'Accademia Albertina, amico e assistente di Bodini, testimone diretto della produzione di molte opere grafiche, i cui consigli e ricordi risultano davvero importanti", dichiara Andrea Fumagalli<\/strong>. Una ricerca condotta a diretto contatto con l'ambiente familiare dell'artista nato a Gemonio, ma cresciuto nell'atmosfera milanese. Conosciuto per la sua ricca produzione scultorea non solo in Italia, l'operato di Bodini si completa con un'altrettanta consistente produzione grafica. La moglie Caroline e le figlie Paola e Sara stanno da tempo lavorando al riordino dei lavori firmati dal padre artista; una tesi che aiuta questa fase di catalogazione oltre ad indagare un aspetto meno noto della figura poliedrica di Bodini: "Ho scattato io le fotografie inserite nella tesi, e con il loro determinante aiuto sono state nominate e ordinate cronologicamente", precisa Fumagalli.<\/p>\n
<\/strong>"L'insieme delle sue opere grafiche risulta corposo, ben 302 tavole, e ricopre tutto l'arco della sua attività artistica, anche se ad un'analisi più attenta si rileva che dall'inizio degli anni ottanta la sua attività incisoria è stata meno produttiva, probabilmente dovuto all'aumento delle commissioni pubbliche di opere scultoree" scrive lo studente. "Scopo di questo lavoro è mettere in evidenza, nell'ambito della sua ricerca nel campo grafico il tema specifico delle colombe, tema presente in modo assiduo in tutta la sua produzione, non solo grafica".
Come sono iniziate le tue ricerche?<\/strong>
"Oltre alle testimonianze dirette, due sono stati dal punto di vista bibliografico i punti di riferimento fondamentali: Floriano Bodini – Opera Grafica<\/em>, di Enzo Fabiani<\/strong>, il primo catalogo che ha avuto il merito di raccogliere la quasi totalità della produzione grafica di Bodini, in secondo luogo il catalogo commentato dal critico Mauro Corradini<\/strong>: Floriano Bodini – Le grandi Incisioni<\/em>, edito a Chiari nel 1998. Entrambi hanno evidenziato come l'attività grafica di Bodini non sia secondaria alla sua produzione scultorea, ma anzi rappresenti un luogo in cui esprimere delle poetiche autonome rispetto ad essa".<\/p>\n
1984, litografia a sei colori<\/span><\/div>\n
"L'elaborato si apre con una breve nota biografica di Floriano Bodini che segue il suo percorso dagli esordi all'Accademia di Brera agli ultimi anni di produzione, passando per l'esperienza del Realismo Esistenziale<\/strong>, le commissioni più importanti, per arrivare ai numerosi premi ricevuti. Successivamente viene analizzato l'insieme della sua produzione grafica, partendo dai maestri che lo hanno introdotto, gli stampatori con cui ha collaborato e i principali temi trattati nelle sue opere. La parte centrale di questo lavoro è l'analisi di come il tema delle colombe abbia rappresentato per lui un terreno fertile in cui sviluppare la propria ricerca. Quest'importanza è sottolineata dalla quantità di opere in cui compare questo soggetto ben settanta su un totale di trecento. Le opere analizzate sono ordinate cronologicamente, in modo che sia evidente di come il tema trattato cambi con il passare del tempo e di come le sue variazioni formali vadano di pari passo alle variazioni di significato attribuite al soggetto. La prima colomba appare nel 1969<\/strong> con l'opera Pontefice<\/em>, l'ultima invece è del 2004 ed è emblematicamente l'ultima sua incisione<\/strong>. La tesi si chiude con un capitolo in cui metto in risalto come questo soggetto, nelle opere dell'artista, "migri" dalla scultura alla grafica mantenendo sia la forza espressiva che il significato. A questo scopo si pone l'accento sulla sua opera più famosa Ritratto di un Papa<\/em>, opera lignea in cui compare per la prima volta la colomba e di come essa sia stata riproposta in più versioni grafiche, spesso provocatorie, ma che ne mantengono i tratti formali caratterizzanti".<\/p>\n
"L'approccio dell'artista con l'incisione è parzialmente da autodidatta. Il primo contatto con quest'arte avviene fuori dall'Accademia di Brera a contatto con incisori professionisti e soprattutto con lo stampatore Giorgio Upiglio<\/strong> con cui instaurò uno stretto rapporto di collaborazione proseguito poi per tutta la sua carriera artistica. Nelle prime opere si fa sentire una costruzione ancora legata alla scultura, con creazioni in cui i volumi sono evidenti e la struttura architettonica è spiccata. La prima evoluzione formale avviene alla fine degli anni cinquanta con opere come Flirt<\/em>, Florida dancing<\/em>, l'Aquilone<\/em>, Fucilazione<\/em>, fino al Crocefisso<\/em>: sono queste le opere in cui Bodini si discosta dalla scultura e dalle influenze precedenti, opere in cui si evidenzia una specifica poetica formale. Da questo momento l'incisione terminerà di essere una tecnica sussidiaria alla scultura, ma diverrà al pari di essa luogo in cui esprimere i propri slanci e le proprie tensioni. In questa prima fase le opere sono realizzate soprattutto in in bianco e nero e quasi tutte con la tecnica della punta secca, dell'acquaforte e dell'acquatinta. Giorgio Upiglio<\/strong> e Pietro Diana<\/strong> sono i principali stampatori che collaborano con lui in questo periodo".<\/p>\n
"Dopo una pausa, la dedizione verso la grafica riprende nel 1965. Con la produzione in tale settore degli anni Sessanta<\/strong>, inizia per Bodini la riflessione su due temi che segnano la contemporanea scultura dell'artista: i pontefici <\/strong>e l'indagine sugli animali<\/strong>. Accanto a questi argomenti sviluppa anche il tema familiare: il soggetto preferito che ricorre di continuo è la prima figlia Paola. Dai primi anni Ottanta in avanti la grafica diviene a
servizio della scultura".<\/p>\n
"L'interesse per questa immagine è confermato dalla sua collezione di oggetti che ritraggono colombe o di cui richiamano la forma. Costituita da oggetti di varie
forme e materiali la collezione è eterogenea e interessante. Nella grafica di Bodini risulta chiaro come il tema delle colombe abbia rappresentato per lui un terreno fertile in cui sviluppare la propria poetica. Tale figura è stata scelta non a caso dall'artista quale simbolo del museo a lui intitolato. Frutto di una ricerca ricca di stimoli provenienti da fonti diverse, colte e popolari, anche quando è stata inserita in un contesto commerciale, finalità questa propria della grafica, questa immagine non è mai stata banalizzata, ma ha sempre mantenuto una sua alta dignità simbolica e formale.
La mia ricerca è proseguita con un'analisi della colomba a livello simbolico e l'interpretazione di questa nella sfera artistica, facendo paralleli con altri artisti del secolo scorso che utilizzato tale simbolo, da Picasso a Braque". <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"