{"id":20028,"date":"2009-11-27T04:27:26","date_gmt":"2009-11-27T04:27:26","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-11-27T07:17:08","modified_gmt":"2009-11-27T07:17:08","slug":"merchandising-pro-o-contro-l-arte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/merchandising-pro-o-contro-l-arte\/","title":{"rendered":"Merchandising, pro o contro l’arte?"},"content":{"rendered":"
\"Un'operaUn'opera di Bravi<\/span><\/div>\n

Riqualificare disvelando – Giannetto Bravi<\/strong> si spoglia dei panni da custode museale, per indossare quelli dell'artista, alla mostra che lo vede protagonista al Chiostro Arte Contemporanea<\/strong>, dal titolo "Merchandise<\/strong>". Accanto a lui un composito gruppo di artisti che formano il nucleo d'arte contemporanea della galleria di Duilio e Marina Affanni<\/strong>. Il gadget del museo – borsa, matita, tovagliolo di carta, gomma, penna, raccoglitore, segnalibro, block-notes – su cui è riprodotta l'immagine di un capolavoro di un artista maggiore o minore, è l'oggetto dell'indagine più recente indagine di Bravi sul sistema dell'arte dagli anni del boom economico. La questione è: un semplice oggetto di commercio può avere qualità ed un suo specifico carattere? Certo ce lo ha insegnato il design! Anzi è proprio questo a riqualificare il semplice oggetto industriale, risultato di una produzione seriale. L'oggetto di un book shop museale, però, ha a che fare con l'arte visiva, dall'antica alla recente. Lo sa bene Giannetto che compie un gesto artistico, nel quale vi si riconosce una precisa riflessione sul mondo dell'arte contemporaneo: attaccare gadgets dello stesso tipo, riproducenti la medesima opera d'arte, ad una tela per poi incorniciarla, significa da un lato compiere una riqualificazione dell'oggetto e dell'opera d'arte ridotta a puro merchandise, dall'altro compiere un atto di sacralizzazione, lo stesso compiuto dal commercio, di cui appunto l'artista disvela le logiche sotterranee. Non solo, Bravi, scegliendo a volte souvenirs museali con immagini di autori minori, conferisce loro quei tanto agognati 5 minuti di notorietà di warholiana memoria<\/strong>, che antichi sistemi commerciali avevano loro negato ed ora, paradossalmente, con le stesse armi del commercio, vengono "glorificati".<\/p>\n

\"Un'altraUn'altra opera dell'artista<\/span><\/div>\n

Realtà dualistica –<\/strong> "Ospitare una personale di Bravi" – spiega Marina Affanni<\/strong> – "e dare alla mostra un titolo provocatorio come "Merchandise", vuol dire interrogarsi sul lavoro del gallerista, mostrarne la dualità della mansione. Una galleria cerca di promuovere e fare cultura, di sostenere la ricerca artistica, ma non potrebbe permetterselo senza vendere le opere d'arte ai collezionisti, cioè senza fare commercio. In questo lavoro si agisce per stimoli culturali e di cuore, ma anche attraverso logiche economiche. Siamo in un sistema in cui le pubbliche amministrazioni spesso latitano e dove tutto ha un costo: anche la promozione dell'arte. E d'altra parte, lo stesso Cafè collegato alla nostra galleria, non va interpretato solo come semplice locale commerciale, ma anche come luogo d'incontro e di dialogo". L'amore per la sperimentazione artistica e la cultura possono convivere con il commercio dunque, ce lo dimostrano i titolari della galleria attraverso le poche righe di commento, affisse sotto le opere della mostra: le note tecniche, espressione dell'oggetto da vendere, sono accompagnate dalle ragioni culturali della scelta dell'artista e dai risvolti umani sottesi al rapporto di amicizia tra i galleristi e gli autori del pezzo artistico.<\/p>\n

\"Un'altraUn'altra opera dell'artista<\/span><\/div>\n

Piccoli musei invitano al viaggio – Arcangelo, Jorge Eielson, Marco Di Giovanni, Andrea Facco, Jean-Michel Folon, Piero Gilardi, Ferdinando Greco, Alberto Storaci, Ketty Tagliatti, Franco Marrocco, Jorunn Monrad, Adele Prosdocini, Alessandro Verdi<\/strong> sono i nomi degli artisti della collettiva che si sviluppa al primo piano della galleria "Il Chiostro". Tutti, a loro modo, esprimono il valore del merchandise, come i 5 ritratti di Di Giovanni<\/strong> ripresi da banconote venezuelane dove l'arte prende ispirazione dall'oggetto principe del commercio, il denaro, o come l'acquerello di Folon,<\/strong> riproducente una fiammella, la stessa che poi è diventata simbolo di una pubblicità per un noto gestore del gas: vale a dire che l'arte può anche essere al servizio del commercio. Questi ed altri esempi costituiscono quello che è il piccolo museo degli Affanni che, con Giannetto Bravi, condividono una sorta di desiderio compulsivo che li spinge a collezionare. Oggi l'arte contemporanea dà la possibilità di sfatare il mito dell'arte elitaria, facendoci diventare un po' tutti protagonisti e collezionisti di piccole, ma preziose opere d'arte, tutti in qualche modo siamo capaci di creare dei musei personali, proprio come quello di Giannetto e degli Affanni. Un'arte accessibile a tutti quella delle piccole quadrerie, le quali, per citare il titolo dato al catalogo antologico di Bravi dal curatore della mostra, Roberto Borghi<\/strong>, sono un "perpetuo invito al viaggio". <\/p>\n

"Merchandise<\/strong>"
Chiostro Arte Contemporanea
Viale Santuario 11 Saronno (VA)
Inaugurazione: 29 novembre 2009 ore 17<\/strong>
Periodo: 29 novembre 2009 – 24 gennaio 2010 (chiusura natalizia dal 24 dicembre al 11 gennaio 2010)
Orari: da martedì a venerdì e domenica 10-12.30; 16-19; sabato 10-12.30 e al pomeriggio su appuntamento
Ingresso libero
Info http:\/\/www.ilchiostroarte.it\/ Tel. 02 9622717<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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