{"id":20202,"date":"2009-12-16T09:48:29","date_gmt":"2009-12-16T09:48:29","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-12-21T04:18:54","modified_gmt":"2009-12-21T04:18:54","slug":"poveri-ma-belli-si-realizza-il-sogno-del-conte-panza","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/poveri-ma-belli-si-realizza-il-sogno-del-conte-panza\/","title":{"rendered":"Poveri ma belli, si realizza il sogno del Conte Panza"},"content":{"rendered":"
<\/p>\n <\/strong><\/p>\n La confessione del Conte –<\/strong> Solo ora che è qui, il Conte Panza confessa il suo amore per Merz e il suo igloo. "Prima non potevo permettermi di comprare, per la mia collezione, opere tanto costose e ho scelto i giovani americani che apprezzavo e che costavano meno. Ma oggi che l'Arte Povera è qui nella villa, messa gomito a gomito con la collezione che conoscete, sono davvero felice." Il tutto a dispetto di un rapporto umano difficile tra le figure del collezionista e dell'artista, tra Giuseppe Panza e Mario Merz testimoniato dal Direttore Generale del FAI, Marco Magnifico. Sodalizio sempre più stretto –<\/strong> Il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto e Trento, a differenza del collezionista varesino, il portafogli per permettersi l'Arte Povera l'ha avuto e (come fargliene un torto?) ha acquistato (ma ha anche accettato prestiti da collezioni private) l'Arte Povera. Parola ai protagonisti –<\/strong> Vi riportiamo qualche dichiarazione rilasciata dai protagonisti della mostra durante la presentazione e le nostre interviste a Marco Magnifico e Giorgio Verzotti.<\/p>\n Gabriella Belli<\/strong>, durante l'incontro di presentazione di "Arte Povera" ha più volte ricordato quanto l'arte contemporanea, in realtà, sia una questione non tanto di conoscenza e competenza tecnica, quanto di empatia. "E' l'empatia che conta nell'arte contemporanea, non la conoscenza della storia, della teoria o l'interpretazione. C'è chi sente, percepisce, coglie: questo è l'importante<\/em>". La Direttrice del MART, inoltre, ha sottolineato l'importanza del rapporto fiduciario che da tempo il Museo di Rovereto coltiva coi collezionisti privati, rapporto che ha permesso nel corso degli anni, di proporre al pubblico italiano opere che in pochi avrebbero la possibilità di ammirare altrimenti. Giorgio Verzotti,<\/strong> noto critico d'arte, ha collaborato al progetto grazie alla stesura di un testo per il catalogo della mostra. Nel suo intervento ha stilato una serie di parole chiave per descrivere l'arte povera. Artevarese lo ha interrogato su quella che sembra una provocazione, ossia definire questo movimento come "classico". <\/em><\/p>\n A Marco Magnifico<\/strong>, Direttore Generale Culturale del FAI, abbiamo chiesto se quello tra MART e Villa e Collezione Panza sia un sodalizio ormai assodato. <\/em>ARTE POVERA: ENERGIA E METAMORFOSI DEI MATERIALI. OPERE DALLE COLLEZIONI DEL MART<\/strong> Il Conte Giuseppe Panza di Biumo La confessione del Conte – Solo ora che è qui, il Conte Panza confessa il suo amore per Merz e il suo igloo. "Prima non potevo permettermi di comprare, per la mia collezione, opere tanto costose e ho scelto i giovani americani che apprezzavo e che costavano meno. Ma […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":20203,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[64,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
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La cornice della "rivelazione" è la presentazione della mostra "Arte Povera: energia e metamorfosi dei materiali. Opere dalle collezioni del Mart<\/strong>" visitabile nelle scuderie e nelle Sale della Villa di Biumo Superiore fino al prossimo 28 marzo 2010. Oltre 20 opere ripercorrono la storia di quello che è stato definito "uno dei movimenti più significativi della ricerca artistica italiana del secondo dopoguerra".<\/p>\n
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Dopo la scorsa avventura chiamata "Morandi" e col doppio sigillo di Mart e Villa Panza, i due enti ci riprovano con questa nuova esposizione che esce dagli spazi assegnati alle mostre temporanee e invade la storica dimora in consegna al Fondo per l'Ambiente Italiano. Marco Merz, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti, Giuseppe Penone, Gilberto Zorio, e Giovanni Anselmo portano a Varese la rivisitazione dei materiali "poveri" ad uso artistico. Visti i nomi e la cura della mostra (che porta la doppia firma di Anna Bernardini – Responsabile Scientifico di Villa Panza – e Gabriella Belli – Direttrice del MART-) l'esposizione di Varese punta in alto e si candida ad essere la mostra più "internazionale" di questa stagione nella città giardino.<\/p>\n
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"Sembra una contraddizione in termini" ci racconta Verzotti "però non lo è. Tra le tante idee che gli artisti dell'Arte Povera hanno elaborato c'è anche un pensiero sul classico, che naturalmente non è visto come un concetto appagante e che deriva direttamente dall'accademia e che come tale viene ripreso, ma è un concetto che viene interrogato ed anche negato, se si vuole, aggredito, rovesciato, però c'è sempre. Come nella "Venere degli Stracci" di Pistoletto dove la Venere callipigia c'è, ed è una scultura classica, come in tutti i calchi in gesso di Paolini che sono tutti citazioni dirette o indirette dall'epoca neoclassica, percui un'epoca in cui già allora il classico era un concetto, un problema. Per non parlare di tutto il discorso di Kounellis, che è molto ricco di questi riferimenti alla classicità greca, lui che tra l'altro è greco, sempre però vista come una tematica da riattualizzare, da confrontare con la nostra temporaneità. Però c'è. Quindi è una contraddizione soltanto apparente."<\/p>\n
"E' un grande onore per il FAI e per Varese avere un sodalizio ormai assodato con il MART, che è oggi la realtà che si occupa di Arte Contemporanea più prestigiosa in Italia e una delle più prestigiose nel mondo e, oltretutto prestano a Varese una collezione che è forse uno dei nuclei più prestigiosi del MART, che è quella dell'Arte Povera. Ancora si ha un pò di diffidenza nei confronti dell'Arte Povera, ci si chiede cosa sia questa arte fatta con gli stracci, ma dopo il futurismo costuituisce il movimento italiano in assoluto più importante e conosciuto nel mondo: si pensi che si chiama "Arte Povera" anche a New York e a Los Angeles. Molto spesso si ha una diffidenza verso l'Arte Contemporanea, il pubblico dice "non la capisco". In realtà non c'è niente da capire, ci si deve solo emozionare. Se si entra nella scuderia di Villa Panza e si vede questo immenso, doppio igloo di Mario Merz non si può non rimanere meravigliati. Colpisce allo stomaco questo enorme ammasso di fascine di legno di vite che diventano una forma unica, ed è impressionante. I tronchi di Michelangelo Pistoletto con dentro lo specchio che dialogano con le opere di Ford Beckam, anche se uno non sa chi è Beckam o Pistoletto, vede che è una cosa meravigliosa, che c'è un'armonia, che c'è un'eccellenza […] L'invito è quello di non abbassare la saracinesca all'Arte Contemporanea, perchè il cuore capisca questa emozione".<\/p>\n
17 dicembre 2009 – 28 marzo 2010
FAI Villa e Collezione Panza
Piazza Litta 1- Varese
Tel. 0332\/283960
e-mail: faibiumo@fondoambiente.it
Orari: 10 -18 (tutti i giorni escluso i lunedì non festivi). Ultimo ingresso ore 17.30
Ingresso (comprendente mostra, Villa e Collezione Permanente): adulti 10 euro, ridotti (bambini 4-12 anni) 5 euro. Studenti fino a 25 anni: 5 euro. Aderenti FAI: 2 euro
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