{"id":20272,"date":"2009-12-22T10:54:19","date_gmt":"2009-12-22T10:54:19","guid":{"rendered":""},"modified":"2009-12-28T04:36:05","modified_gmt":"2009-12-28T04:36:05","slug":"chiodetti-quali-orticelli-a-varese-ci-sono-le-caste","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/chiodetti-quali-orticelli-a-varese-ci-sono-le-caste\/","title":{"rendered":"Chiodetti: “Quali orticelli? A Varese ci sono le caste”"},"content":{"rendered":"
Altra puntata per info@cultura (la nuova trasmissione di La6 Tv) e nuove interessanti rivelazioni dagli addetti ai lavori del mondo culturale varesino. Cosa pensi riguardo alla ormai famigerata "sindrome degli orticelli" di cui parla Campane?<\/strong> <\/p>\n "Non si rischierebbe di tagliare le gambe alle associazioni più piccole in questo modo?" L'intervista prosegue poi con interessanti dichiarazioni sulle novità di Sala Veratti<\/strong> e del suo calendario 2010 e sui "nuovi padroni di casa", e qualche polemica (per la verità condivisa da molti) sulla mancanza di programmazione culturale nella nostra città. Appuntamento su La6 Tv domenica 27 alle 20,45.
Questa volta tocca a Mario Chiodetti<\/strong> rispondere alla polemica lanciata da Andrea Campane dai nostri studi, riguardo alla "sindrome degli orticelli". Il giornalista varesino non si tira indietro e denuncia sindromi ben peggiori. Questo uno stralcio dell'intervista, che andrà in onda domenica 27 dicembre alle 20,45 su La6.<\/p>\n
"Innanzitutto bisogna dire una cosa: Campane non ha tutti i torti nel definire queste faccende come "orticelli privati e personali". Esistono, come ha detto anche Silvio Raffo prima di me, nel senso che di cose a Varese se ne fanno anche, però passano inosservate molte volte, perchè non c'è propaganda e a volte non c'è sufficiente pubblicità, su questo sono d'accordo. Però questi "orticelli" perchè si sono creati? Perchè ci sono, senza far polemica, delle piccole caste a Varese. Ci sono gruppi che fanno le loro cose da anni (bene o male, questo non sta a me dirlo), però comunque queste piccole caste ci sono ed è difficilissimo entrarci, e quindi ci sono quelli che fanno il Premio Chiara, quelli che fanno il Premio Morselli, quelli che faranno il Premio Mura, ed altri ancora, e ognuno percorre la propria strada e raramente coinvolge quelli degli altri "orticelli". Questa cosa effittivamente esiste, ed esiste anche il fatto che non tutti gli orticelli sono uguali: ci sono degli "orticelli ricchi" e degli "orticelli poveri", quelli dove si coltiva poco e quelli dove si coltiva tanto. Questa è una cosa che, comunque, nelle piccole città accade perchè ci si conosce un po' tutti, quindi alla fine c'è quello privilegiato perchè conosce "Pinco Pallo", e l'altro invece che non lo conosce e quindi fa più fatica. Però, forse, non sono d'accordo fino in fondo con Campane, perchè il Comune di Varese dovrebbe farsi lui stesso carico di andare incontro e sentire le associazioni, di capire chi fa delle cose di qualità e chi non le fa. Insomma cercare di privilegiare la qualità, e magari anche le persone che da tanti anni tentano a Varese di fare cultura. Bisognerebbe guardarsi in faccia almeno una volta, fare delle riunioni periodiche tra tutti i "coltivatori di orticelli" e stilare un programma comune, cercare di mettersi insieme e fare una prova almeno per una stagione, e provare ognuno a proporre una cosa".<\/p>\n
<\/strong>"E' un discorso anche di qualità. Giustamente ci vorrebbe una commissione per valutare la qualità, ma ci sono le persone che possano dare questi giudizi? Io ho i miei dubbi a questo punto, perchè se ne vedono di ogni colore. Alla fine ognuno fa quello che può e quello che riesce a fare, però non tutte le proposte sono valide. Bisognerebbe riuscire per lo meno a fare un censimento. Una volta che si fa il censimento si capisce, appunto, chi è affidabile e chi no, perchè poi canta anche la carta, cioè quello che è stato fatto negli anni, i progetti di chi lavora sul territoro da magari 30 anni. Alla fine è questione di mettere da parte le invidie, i piccoli dissidi tra un gruppo e l'altro. Bisogna guardarsi in faccia, lasciare da parte queste cose e rimboccarsi le maniche e vedere di far decollare la cultura a Varese, perchè in questo momento è decisamente ferma. Io, di iniziative di qualità, non ne vedo!"<\/p>\n