{"id":20502,"date":"2010-01-22T03:30:39","date_gmt":"2010-01-22T03:30:39","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-01-22T07:31:22","modified_gmt":"2010-01-22T07:31:22","slug":"raphael-de-vittori-e-la-scultura-che-infrange-il-genocidio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/raphael-de-vittori-e-la-scultura-che-infrange-il-genocidio\/","title":{"rendered":"Raphael De Vittori e la scultura che infrange il genocidio"},"content":{"rendered":"
\"Un'operaUn'opera dell'artista in mostra<\/span><\/div>\n

Tramandare una cultura <\/strong>– "Non parliamo di ebrei soltanto quanto vengono uccisi". E' dura e critica Raphael De Vittori Reizel<\/strong> quando ci racconta le ragioni della sua mostra, ospitata alla Sala Serra di Ispra<\/strong> fino a domenica 31. Sculture che imprimono nei materiali modellabili l'impronta della memoria ed il dolore per una cultura, quella ebraica, mandata in fumo dalla barbarie nazista.
Un bagaglio che molto ha prodotto e molto ha da insegnare, che dalla Shoah ha tratto una nuova dimensione ancorata a salde radici artistiche e letterarie. E' questo quello che è accaduto dalla distruzione del Tempio di Gerusalemme in poi, quando cominciò, già ad opera dei Romani, il tentativo di cancellazione e isolamento (diaspora) della cultura ebraica: una continua produzione di scrittura per tramandare la propria identità.

Gli ebrei nei secoli<\/strong> – Un popolo che per l'Occidente ha sempre rappresentato "l'altro", pur essendo profondamente parte della civiltà occidentale.
E' questo il messaggio profondo delle opere della De Vittori Reizel: dentro quei forni, in quei campi di concentramento, il rischio è che finisca davvero quello che di volta in volta, secondo il potere e la cultura dominante è "il diverso".<\/p>\n

\"L'arteL'arte di Raphael De Vittori Reizel<\/span><\/div>\n

Spunti per nuovi lavori <\/strong>– "Questo mondo di carta, basato sulla parola, – dice Raphael – fatto di fascino, di misticismo e di tanta realtà oggettiva, è qualcosa che mi interessa moltissimo, proprio per questa sua astrazione dalla realtà e nello stesso tempo questo suo appoggiarsi alla realtà nella sua dimensione aerea".
Come i fogliettini appoggiati al muro del pianto di Gerusalemme, che quando passa il vento vengono strappati e volano verso l'alto come messaggi, che scappano verso una voce che chiama dall'alto, la cultura ebraica ha in sé tutta una dimensione surreale, immaginifica, dal profondo fondamento morale, che sollecita le realizzazioni e i pensieri degli artisti e Raphael stessa confessa di volersi muovere adesso, con la sua arte, verso l'esplorazione di queste suggestioni.<\/p>\n

UN GENOCIDIO UN'EREDITA'
Sculture di Raphael De Vittori Reizel<\/strong>
Sala Serra – Ispra
Fino al 31 gennaio 2010
Ingresso Gratuito

Un'opera dell'artista in mostra Tramandare una cultura – "Non parliamo di ebrei soltanto quanto vengono uccisi". E' dura e critica Raphael De Vittori Reizel quando ci racconta le ragioni della sua mostra, ospitata alla Sala Serra di Ispra fino a domenica 31. 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