{"id":20518,"date":"2010-01-25T05:19:09","date_gmt":"2010-01-25T05:19:09","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-01-29T07:51:17","modified_gmt":"2010-01-29T07:51:17","slug":"un-mondo-a-scatti-per-karen-berestovoy","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/un-mondo-a-scatti-per-karen-berestovoy\/","title":{"rendered":"Un mondo a scatti per Karen Berestovoy"},"content":{"rendered":"
Tutta Karen in mostra<\/strong> – Il volto di Karen Berestovoy <\/strong>è ormai noto a chi si occupa di fotografia. Tra i protagonisti sempre attivi della Fotofficina<\/strong> di Barasso<\/strong>, Karen è pronta per una mostra personale dopo essersi ultimamente dedicata principalmente all'insegnamento e allo studio. Reduce da un'importante esperienza formativa in Argentina, sua terra d'origine, Karen torna negli spazi di Barasso: "Ho voluto portare diversi esempi di lavori che sto portando avanti o che ho già concluso, così da mostrare anche ai miei allievi quello che faccio e per far capire meglio chi sono", spiega la fotografa. Una mostra dalla breve durata ma dalla forte intensità, suddivisa in quattro sezioni: Erranza<\/strong>, Rayograph<\/strong>, Il mare della morte<\/strong> e Donne<\/strong>.<\/p>\n Vagabondare, gironzolare<\/strong> – "Un progetto ancora nella fase iniziale, ma che ho voluto presentare proprio per questo motivo – racconta l'artista – sette immagini che percorrono un racconto, seguono il cammino del vagabondare, girare, vedere, conoscere. Erranza<\/strong>, che nasce da 'errare', è da leggere nella singolarità dell'individuo che sbaglia, si perde, vive parallelamente ad altri punti di vista simili o completamente differenti. Un movimento eterno nato da un desiderio di libertà, di curiosità, di voglia di superare i confini conosciuti. Una forma di solitudine non diluita dalle presenze umane circostanti. Un dolore, una solitudine". A questo primo lavoro si accosta Rayoghraph<\/strong>, parte di quella collezione realizzata tra i 2001 e il 2004 e composta da ben 66 <\/p>\n scatti dal titolo Ray<\/em>, non ancora esposta al pubblico cittadino. La tecnica del rayograph, che l'artista usa fin dagli anni '90, ci viene spiegata nelle sue componenti essenziali: "Mi interessa la vicinanza tra pittura e fotografia. Nel caso del Rayograph, per creare delle immagini, si usa la luce; nell'altro, invece, l'olio, l'acrilico", spiega Karen. Le sue sono vere e proprie scatole di luce da cui prendono corpo immagini, sagome, forme, atmosfere. "Questi Rayograph rappresentano una rivalutazione dell'esercizio dell'immaginazione, in cui gli eventi sono reinventati e disegnati attraverso un'infinita scala di grigi. L'oggetto smette in questo caso di essere ciò che è, convertendosi in un mero intermediario tra la luce e la carta. Per questa ragione, perde il suo significato originario, assumendo quello di "ambasciatore della fantasia dell'artista", percepita da un punto di vista sperimentale ed estetico", prosegue l'autrice. <\/p>\n La memoria quotidiana<\/strong> – A breve Karen tornerà in Argentina <\/strong>per presentare la sua mostra, il progetto a cui tiene in maniera particolare: 'Memoria Viva Infinta'<\/strong> titolo subentrato a 'Memoria Viva Argentina'. Il 24 marzo<\/strong> in Argentina si ricorda il giorno della memoria, della verità e della giustizia, "Ma le ingiustizie al mondo sono ancora moltissime – prosegue Karen – ognuno ha la sua memoria da ricordare. Oltre alla mia terra ho voluto rendere omaggio anche al Cile. Per questo, il mio progetto iniziale si è ampliato guardando ad una realtà in difficoltà con la realtà del Plan Condor. Memoria Viva Infinita 2010<\/em><\/strong> verrà presentato a Buenos Aires nel prossimo mese di marzo, in contemporanea con la proposta di Salomè<\/strong>, progetto diretto da Stéfano Pérez Tonella<\/strong>, il quale avrà luogo a Varese, il medesimo mese, presso lo Spazio Mercantile<\/strong>. L'opera simbolo che ho deciso di esporre per presentare in anticipo questo lavoro (perchè <\/p>\n non è mai abbastanza il tempo della memoria) alla Fotofficina, piccola selezione di quello che porterò in mostra a Buenos Aires, è Il Mare della Morte<\/em>.<\/p>\n Temi diversi – <\/strong>Progetti che si intersecano in tempi e modi, progetti che trovano il fil rouge nella passione e nell'occhio sensibile e attento di Karen Berestovoy e che vengono esposti uno accanto all'altro. Donne <\/strong>è un altro lavoro, un'altra ricerca personale che l'artista vuole presentare. "La serie Donne<\/em><\/strong> è stata creata fra il 1992 e il 1993. Il gruppo è formato da 30 originali in diapositive colore e negativo B&N, entrambi di 35 mm, costruite con la messa in scena di due modelle" spiega la fotografa. <\/strong>'Mostra fotografica Karen Berestovoy'<\/strong> Collezione 'Ray' Tutta Karen in mostra – Il volto di Karen Berestovoy è ormai noto a chi si occupa di fotografia. Tra i protagonisti sempre attivi della Fotofficina di Barasso, Karen è pronta per una mostra personale dopo essersi ultimamente dedicata principalmente all'insegnamento e allo studio. Reduce da un'importante esperienza formativa in Argentina, sua terra […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":20519,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[12,64,51],"tags":[],"yoast_head":"\n
<\/p>\n
venerdì 29 gennaio ore 20 – 23
domenica 31 gennaio 17 – 21
Fotofficina, Via Rossi, 39
Barasso (VA)
www.fotofficina.org<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"