{"id":20736,"date":"2010-02-18T03:51:52","date_gmt":"2010-02-18T03:51:52","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-02-19T05:47:33","modified_gmt":"2010-02-19T05:47:33","slug":"saronno-specularit-di-frontiera","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/saronno-specularit-di-frontiera\/","title":{"rendered":"Saronno, specularit\u00e0 di frontiera"},"content":{"rendered":"
Sensibilità speculari –<\/strong> Essere svizzero, di cultura ebraica, ma amare l'Italia; essere italiano e trovare in Svizzera il senso più profondo dell'ultima parte della propria esistenza. Questo in breve i profili di due al volgere della loro esistenza: quelli di Willy Varlin<\/strong> e Giovanni Testori<\/strong>, animati da profonda amicizia e sensibilità speculari. A Napoli l'artista scoprì i gesti delle mani e dell'esistenza, il critico d'arte a Bondo, residenza svizzera di Varlin, ritrovò l'ancestralità di un linguaggio artistico in via di estinzione nell'Italia degli anni Settanta. Un viaggio nell'arte del Novecento – <\/strong>Accanto ai due libri precedenti, "La cenere e il volto. Scritti sulla pittura del Novecento" e "La cenere e la carne. Scritti sulla scultura del Novecento", quello su Varlin costituisce l'ultima tappa di un itinerario percorso da Testori nell'arte del Novecento. Un viaggio psichico, tematico ed espressivo in cui la scrittura è dialettica senza fine della luce e dell'ombra, di un luogo non luogo, quale fu appunto Bondo, "un paese in una valle senza aggettivi", dove la pittura di Varlin arriva alla sua massima espressione: una "grande deflagrazione" del corpo.<\/p>\n Giovanni Testori<\/strong> "La cenere e il niente. Scritti per Varlin"<\/strong> Stefano Crespi Sensibilità speculari – Essere svizzero, di cultura ebraica, ma amare l'Italia; essere italiano e trovare in Svizzera il senso più profondo dell'ultima parte della propria esistenza. Questo in breve i profili di due al volgere della loro esistenza: quelli di Willy Varlin e Giovanni Testori, animati da profonda amicizia e sensibilità speculari. A […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":20737,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[13,46],"tags":[],"yoast_head":"\n
La cenere e il niente –<\/strong> "La cenere e il niente. Scritti per Varlin" <\/strong>è un dipinto di parole che descrivono l'artista svizzero, al secolo Willy Leopold Guggenheim, e le sue opere, ma anche un autoritratto di Testori che, nell'essenzialità espressiva dei corpi ritratti dall'amico, ritrova l'emozione più intima e profonda dell'uomo, ed un linguaggio ancestrale lontano dal simbolo e dall'astrazione di tanta arte concettuale e povera che le Biennali di Venezia degli anni Settante stavano accogliendo. "I grandi poeti hanno l'intuizione dell'epoca e Testori ha avuto la sua", dice Stefano Crespi<\/strong>, quando cita le parole del critico d'arte: "non getteremo alcun fiore sul cadavere di questa Biennale". Il rimando è una kermesse artistica, ormai estranea, nella logica testoriana, al desiderio del corpo, della pittura e dell'emozione profonda dell'uomo.<\/p>\n
Presentazione di Stefano Crespi
Villa Gianetti Via Roma 20 Saronno (VA)
Domenica 21 febbraio 2010 ore 16.30
Ingresso libero<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"