{"id":20780,"date":"2010-02-18T06:03:38","date_gmt":"2010-02-18T06:03:38","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-02-19T05:46:46","modified_gmt":"2010-02-19T05:46:46","slug":"per-quelli-che-hanno-la-stoffa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/per-quelli-che-hanno-la-stoffa\/","title":{"rendered":"Per quelli che… hanno la stoffa"},"content":{"rendered":"

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\"CartellaCartella colori seta
(Museo didattico di Como)<\/span><\/div>\n

L'arte filata –<\/strong> Un piccolo vorace bruco, il baco, dopo aver divorato ininterrottamente foglie di gelso per ben trentadue giorni, si trascina faticosamente verso la sommità di un ramo e si avvolge con un filo lungo circa un chilometro e mezzo, attendendo di trasformarsi in una goffa farfalla. Ha inizio così una storia affascinante, nella quale natura e ingegno dell'uomo hanno ugual merito nella creazione di un materiale unico, legato da sempre ad un immaginario fatto di paesi lontani, ricchezze e splendore. La seta.
<\/strong>
Didattica d.o.c. –<\/strong> Per comprendere nel dettaglio non solo le fasi produzione e la lavorazione del filo di seta, ma <\/p>\n

\"QuadernoQuaderno di tessitura (Museo didattico di Como)<\/span><\/div>\n

anche le ripercussioni sociali che hanno accompagnato lo sviluppo dell'industria serica, è fondamentale visitare il Museo didattico della Seta della città di Como,<\/strong> esemplare connubio tra esigenze conservative e divulgative connesse a quella che è stata una delle realtà produttive più importanti in Italia. Aperto al pubblico nel 1990, il Museo si propone come luogo deputato a tramandare la memoria storica dell'industria serica comasca. Conservando macchine e reperti industriali dal 1850 al 1950, la collezione rende chiara evidenza dell'avanzata tecnologia e della perfezione raggiunta nella produzione della seta in quello che è stato il periodo più glorioso per l'industria comasca, periodo durante il quale innovazioni tecniche su scala industriale e talento imprenditoriale hanno reso le sete di Como competitive e famose a livello internazionale.<\/p>\n

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\"TessutoTessuto moderno
(Museo didattico di Como)<\/span><\/div>\n

Derby con la Francia –<\/strong> L'industria della seta<\/strong>, impiantata nella città e nel suo territorio già nel XVI secolo, aveva convissuto con quella più redditizia della produzione di panni di lana fino a quando la concorrenza dei paesi nordici non aveva fatto concentrare gli sforzi sul miglioramento degli allevamenti dei bachi. L'abbondanza di acqua rendeva il territorio comasco ideale per le fasi di produzione del filo di seta, e la selezione delle migliori razze di bachi fece raggiungere vette insuperate nella produzione della seta grezza, alla quale si aggiunse, nel XIX secolo, un'industria tessile in grado di gareggiare con la stessa Lione<\/strong>. <\/p>\n

Dalla didattica alla ricerca –<\/strong> Il Museo conserva nei suoi spazi espositivi esempi di macchinari utilizzati per filare e tessere il filo di seta, nonché una sezione dedicata alla conoscenza del ciclo vitale del baco. All'interno del percorso museale sono esposti strumenti affascinanti come torcitoi necessari alla creazione del filo di seta come noi oggi lo conosciamo, grandi telai per la produzione dei tessuti operati, vasche per la tintura e la stampa delle pezze, macchinari particolari come la pressa per la marezzatura della seta. Il Museo è inoltre centro di ricerca<\/strong>, essendo inserito in un vasto complesso che comprende il Centro Tessile Serico Spa Consortile<\/strong>, per la formazione e l'aggiornamento tecnologico degli addetti del settore, la Stazione sperimentale della Seta per la ricerca nel campo della produzione tessile, unitamente alle sedi comasche dell'Università dell'Insubria e del Politecnico di Milano.<\/strong> Il Museo didattico della Seta è dunque uno strumento non solo di conoscenza, ma vitale crocevia nel quale conoscenze passate e innovazioni future dialogano incessantemente.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Cartella colori seta (Museo didattico di Como) L'arte filata – Un piccolo vorace bruco, il baco, dopo aver divorato ininterrottamente foglie di gelso per ben trentadue giorni, si trascina faticosamente verso la sommità di un ramo e si avvolge con un filo lungo circa un chilometro e mezzo, attendendo di trasformarsi in una goffa farfalla. 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