{"id":20976,"date":"2010-03-11T12:14:17","date_gmt":"2010-03-11T12:14:17","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-04-05T09:27:09","modified_gmt":"2010-04-05T09:27:09","slug":"l-artista-maledetto-dallo-stile-aristocratico","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/l-artista-maledetto-dallo-stile-aristocratico\/","title":{"rendered":"L\u2019artista maledetto dallo stile aristocratico"},"content":{"rendered":"
<\/p>\n Chi sa se è proprio vero che<\/strong> dopo un'accesa discussione con Utrillo<\/strong> su chi fosse, tra i due, il migliore, i due pittori, dalle bottiglie passarono presto alle mani e finirono con l'essere derubati dei pochi spiccioli che avevano in tasca e con l'addormentarsi per strada abbracciati l'un l'altro. L'altro dei due è Amedeo Modigliani<\/strong> che, nel corso della sua pur breve esistenza, vide nascere e crescere attorno a sè una miriade di racconti e "leggende metropolitane" simili a questa, passando alla storia come artista "maledetto", la cui vita fu in certo senso specchio della «bohème», drammaticamente attraversata da miseria, alcool e droghe.<\/p>\n Già l'infanzia di Amedeo, detto "Dedo",<\/strong> si svolge accanto a personalità di grande spessore: la madre, innanzitutto, donna indipendente e dalla grande apertura mentale, e il nonno materno Isaac Garsin.<\/strong> <\/p>\n Questi, poliglotta, appassionato di storia e di filosofia, si prende cura, sostituendosi al padre naturale, spesso assente, del piccolo Dedo con grande dedizione, accompagnandolo nelle prime visite ai musei, sollecitando la sua precoce creatività. L'amore per le arti figurative nasce presto e dopo la rinuncia ai regolari corsi scolastici, Modigliani intraprende la propria formazione dapprima nella città natale, presso l'atelier di Guglielmo Micheli,<\/strong> ma dopo un viaggio al Sud nell'inverno del 1900, che si configura come un vero e proprio "Grand Tour", decide di proseguire l'iter a Firenze e a Venezia. Ma ben presto, si verifica lo "stacco dai maestri" e convinto di non aver più nulla da imparare in terra italiana, Modigliani inizia a sentire l'esigenza di trasferirsi nel luogo allora maggiormente deputato alla realizzazione di ambizioni di libertà creativa, dove la sua arte avrebbe trovato, finalmente, un linguaggio autonomo: Parigi. <\/p>\n <\/p>\n Nella capitale francese,<\/strong> dove Modì arriva grazie ad una piccola somma di denaro datagli dalla madre, l'artista si iscrive all'Académie Colarossi. <\/strong>Visita chiese, musei, gallerie ma lentamente abbandona gli abiti borghesi per vestire i panni dell'"artista" secondo un processo di identificazione che ne farà col tempo uno dei prototipi meglio riusciti. A Montmartre, alla locanda Lapin Agile<\/strong>, fa amicizia con Utrillo<\/strong>; al Bateau-Lavoir, edificio storico e fucina del Cubismo, incontra tra gli altri Picasso, Derain, Picabia e Apollinaire: <\/strong>finalmente sente di essere al posto giusto al momento giusto. Non riuscendo però a vendere nulla di quanto prodotto fino ad allora, inizia proprio in questo stesso periodo una disperata, e mai sopita, ricerca di soldi. <\/p>\n Parallelamente Picasso e gli altri del Bateau-Lavoir<\/strong> scoprono la Scultura Negra, l'arte oceanica ed <\/p>\n extraeuropea, che tanta influenza eserciterà anche sul giovane livornese. Nell'ottobre del 1907 riesce ad esporre al Salon d'Automne, dove ha inoltre l'occasione di ammirare molte opere di Cézanne<\/strong>, ma la presa di coscienza della sua diversità rispetto ai rigidi schieramenti (tra Cubisti e Fauvisti soprattutto) delle Avanguardie, lo porta ad abusare di droghe e alcool. Nel 1908 espone al Salon des Indépendants, ma passando quasi inosservato, decide di dedicare ogni sua energia alla scultura. Nascono così opere con elementi stilizzati desunti principalmente dall'arte arcaica e primitiva. Presto lascia Montmartre per Montparnasse, e l'incontro con Constantin Brancusi, <\/strong>stimola profondamente la sua attività plastica. Nella primavera del 1910 presenta sei opere al XXVI Salon des Indépendants senza però ricevere nessun commento da parte della stampa e della critica. Inoltre le sue opere, giudicate troppo "individuali", e quindi difficili da vendere, non suscitano l'interesse dei galleristi. Inizia così, e durerà fino al 1914, il periodo più nero e scarsamente produttivo di tutta la sua esistenza. <\/p>\n <\/p>\n Lo stato di miseria in cui giace<\/strong> e l'assunzione sempre più considerevole di alcool e droghe lo trasformano in un artista "maudit", dal comportamento dissoluto e senza regole. In questo stesso periodo però scolpisce diverse Teste<\/strong>, spesso precedute da studi di Cariatidi<\/strong>, e dipinge alcune opere su commissione, ma trascorre gran parte del tempo alla Rotonde e Chez Rosalie, ai cui clienti cerca di vendere, spesso con scarsi risultati, qualche disegno. Nell'aprile del 1913 si reca a Livorno dove realizza alcune sculture che, non potendo però riportare a Parigi, preferisce – secondo la leggenda – gettare nel canale. L'incontro con il polacco Léopold Zborowski<\/strong>, suo protettore, sostenitore, mercante nonché miglior amico fino alla fine, avviene nel giugno del 1916 e questi è in grado di garantirgli, in cambio di parte della sua produzione, una paga settimanale. <\/p>\n Nella primavera del 1917 incontra Jeanne Hébuterne<\/strong>, allora diciannovenne studentessa d'arte: subito ricambiato, se ne innamora perdutamente. Jeanne, ragazza malinconica e riservata, nella sua cieca adorazione di Modigliani, si rivela fin dall'inizio molto diversa dalle altre donne da lui frequentate in passato. Ma se la sua arte, ora più limpida e serena, sembra risentire della presenza della compagna, l'uomo non modifica il proprio stile di vita e nell'autunno la sua salute inizia a peggiorare seriamente. Qualche mese dopo, inoltre, una mostra di sue opere allestita presso la Galleria Weill<\/strong> suscita enorme scandalo<\/strong>: uno dei nudi più notevoli viene infatti considerato d'oltraggio al comun senso del pudore, determinando così l'immediata chiusura dell'esposizione. <\/p>\n Verso il 1919 realizza gli unici quattro paesaggi<\/strong> del suo intero corpus pittorico e diversi ritratti per i quali posano <\/p>\n bambini del luogo e, soprattutto, l'amata compagna. Ma i suoi vizi lo portano ad assumere un atteggiamento sempre più autodistruttivo. Nei primi giorni del 1920, Modigliani giunge all'Hôpital de la Charité in stato di incoscienza. Il 24 gennaio muore di meningite tubercolare. Due giorni dopo, la compagna Jeanne, incinta all'ottavo mese, si uccide gettandosi dalla finestra. Gli Hébuterne scelgono di seppellire la figlia in forma privata, mentre al funerale di Modigliani tutta Parigi accorre a seguirne il feretro. Solo nel 1930, però, i resti di Jeanne verranno tumulati accanto a quelli di Modigliani. Oggi riposano assieme nel cimitero parigino di Père Lachaise. A novant'anni dalla scomparsa, il 19 marzo 2010<\/strong>, con un omaggio ad Amedeo Modigliani la Fondazione Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella Onlus inaugura la sua nuova sede museale nella città di Gallarate con una rassegna che rimarrà aperta al pubblico fino al 19 giugno 2010.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Nudo disteso Chi sa se è proprio vero che dopo un'accesa discussione con Utrillo su chi fosse, tra i due, il migliore, i due pittori, dalle bottiglie passarono presto alle mani e finirono con l'essere derubati dei pochi spiccioli che avevano in tasca e con l'addormentarsi per strada abbracciati l'un l'altro. L'altro dei due è […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":20977,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[38,64,15,231],"tags":[],"yoast_head":"\n
museo de l'Orangerie<\/span><\/div>\n
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