{"id":20999,"date":"2010-03-16T11:03:15","date_gmt":"2010-03-16T11:03:15","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-04-05T06:17:22","modified_gmt":"2010-04-05T06:17:22","slug":"te-la-do-io-l-america","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/te-la-do-io-l-america\/","title":{"rendered":"Te la do io l’America…"},"content":{"rendered":"
<\/p>\n Liberi di pensare e di parlare –<\/strong> Per certi versi è sollevante leggere che ancora qualche autore pone mente al dibattito sulle arti, propone un'idea di arte espansa e senza complessi, senza lasciarsi travolgere dall'ansia "da prestazione" ma concentrandosi sui nodi fondanti e più problematici del "fare arte". Come a dire che ogni tanto è bene ossigenare la mente, prendere tempo e spazio per una sana e costruttiva riflessione sull'arte. Ugo Nespolo <\/strong>pare proprio che dedichi non poche energie alla riflessione gravitante intorno al suo lavoro e a quello dei suoi contemporanei. Presso la Galleria American Design and Art di Lugano<\/strong>, situata nel centro della città, alle spalle del Museo Cantonale d'Arte, apre giovedì 24 marzo 2010, una mostra dedicata ad Ugo Nespolo dal titolo "High and Low<\/strong>". La rassegna accoglie una serie di opere che ben rappresentano la molteplicità di interessi dell'artista piemontese: si va dai suoi tipici dipinti su legno, alle tempere, alle serigrafie, agli intriganti lavori plastici eseguiti in vetro.<\/p>\n Contro i luoghi comuni –<\/strong> Il titolo della mostra è ben <\/p>\n illustrato dallo stesso artista che scrive: "Che l'arte abbia bisogno di uscire allo scoperto, travalicare i limiti territoriali imposti dal dannoso purismo imperante (ora in via di estinzione) è un fatto assodato e conclamato. Le tradizionali distinzioni tra cultura high <\/em>e cultura low<\/em> sembrano davvero e non soltanto barriere di comodo di un pensiero romantico d'accatto che vede l'artista sacerdote di un rito destinato ai pochi. In altre epoche – che attraversano l'intera storia dell'arte – la presunta distinzione dell'arte "pura" da quella "applicata" era tanto esigua da far assurgere a livello di veri capolavori oggetti d'uso ed elementi decorativi. Persino il grande futurista Fortunato Depero con i compagni di viaggio Balla e Prampolini con l'invenzione delle "Case d'Arte" nobilitano ed uniscono opere d'arte applicata a pittura e scultura al punto di alimentare il bel sogno dell'arte che sposa la vita. L'idea di questa mostra è allora quella di proporre un'idea di arte espansa e senza complessi, una mostra in cui si propongono oggetti ed immagini realizzati con tecniche diverse e tutti facenti parte dell'ideale collezione d'oggetti che intendono popolare il mondo di leggerezza e di serenità raggiungibile."<\/p>\n <\/p>\n America sì, ma con misura –<\/strong> Le opere di Nespolo ben si integrano nello spazio espositivo tra gli arredi art déco americani che costituiscono per il nord Italia e per la Svizzera una piacevole e inattesa scoperta. La Galleria "American Design and Art" <\/strong>vi invita a fare un viaggio nel passato prossimo, un viaggio nell'immaginario collettivo: gli anni tra le due guerre, gli oggetti del nascente design, i luoghi reali e i luoghi immaginari della mitica capitale del cinema americano. Oggi, American Design and Art, propone una collezione di mobili e Juke Boxes cercati e selezionati direttamente negli USA, una proposta di pezzi che a distanza di anni conservano intatta la loro modernità, firmati dai più grandi designers dell'epoca quali, Donald Deskey, Kem Weber, Norman Bel Geddes, Gilbert Rhodes, Paul Fuller. Non chiamatelo modernariato –<\/strong> Dal Museo fanno sapere: "Abbiamo scelto il periodo fra le due guerre con la consapevolezza di poter recuperare i primi esemplari di quegli oggetti d'uso che hanno influenzato la progettazione degli interni e cambiato il modo di vivere in generale. In quel periodo, infatti, architetti e designers americani rielaborarono le influenze dell'Art Déco europea fino a sviluppare una serie di stili del tutto autonomi e particolari come il "Machine Age" e l'avveniristico "Airstream" secondo il gusto del colossale che sempre ha dominato oltreoceano. La decorazione interna di case, uffici, ristoranti, edifici pubblici fu rivoluzionata dalle stilizzazioni moderniste; i designers crearono ogni tipo di mobile utilizzando i nuovissimi materiali che la tecnica metteva a loro disposizione: bakelite, formica, alluminio, cromo, tutti materiali per allora rivoluzionari. Quegli interni, quei mobili sono considerati, oggi, classici del design e come tali la Galleria American Design And Art intende proporli, assieme ad una serie di accessori originali della stessa epoca, a interior designers e collezionisti quale reale alternativa ai pezzi codificati dell'antiquariato tradizionale.<\/p>\n UGO NESPOLO "HIGH AND LOW"<\/strong> Ugo Nespolo, Fiori Liberi di pensare e di parlare – Per certi versi è sollevante leggere che ancora qualche autore pone mente al dibattito sulle arti, propone un'idea di arte espansa e senza complessi, senza lasciarsi travolgere dall'ansia "da prestazione" ma concentrandosi sui nodi fondanti e più problematici del "fare arte". Come a dire che […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":21000,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[41,64,14],"tags":[],"yoast_head":"\n
<\/p>\n
dal 26 marzo al 30 aprile 2010
presso la Galleria American Design and Art, Lugano
Orari: giovedì, venerdì e sabato, ore 10.30 – 12.30 \/ 15.30-18.30 e su appuntamento<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"