{"id":21401,"date":"2010-04-28T02:59:26","date_gmt":"2010-04-28T02:59:26","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-04-30T07:20:40","modified_gmt":"2010-04-30T07:20:40","slug":"gaudenzio-e-de-rocchi-corrispondenza-artistica","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/gaudenzio-e-de-rocchi-corrispondenza-artistica\/","title":{"rendered":"Gaudenzio e De Rocchi: “corrispondenza artistica”"},"content":{"rendered":"
<\/p>\n A Saronno l'arte chiama l'arte lungo i secoli.<\/strong> Sembra essere questo uno dei messaggi principali del libro "Angeli Musicanti. Da Gaudenzio a De Rocchi tra lirismo e spiritualità<\/strong>" scritto a tre mani da Pietro C. Marani, Elena Pontiggia e Giulia Mazzoleni. <\/strong>Artisti si confrontano e si richiamano a distanza di tanto tempo. Così l'avventura pittorica di Francesco De Rocchi <\/strong>inizia con quella che egli chiamava "la prima pagina della mia vita d'artista": l'incontro con Gaudenzio Ferrari <\/strong>e con gli angeli musicanti della cupola del Santuario in una visione, all'età di tredici anni, che culmina quasi in un'estasi mistica. E nelle pagine del volume, edito da Macchione, si sfogliano le avventure di vita e di arte di due maestri: del grande pittore di Valduggia che si recò a Saronno, per almeno tre volte nel 1534, per sottoporre il suo progetto di decorazione della cupola del Santuario e dell'artista che esordì nel 1932 con la prima personale a Milano. Gaudenzio e Francesco: lontanissimi eppure uniti da una straordinaria carica inventiva. <\/p>\n La mappatura –<\/strong> Il volume si segnala, oltre che per gli interventi dei tre studiosi, anche per la pubblicazione <\/p>\n inedita di un grafico di Claudio Fociani<\/strong>, fatto eseguire su indicazione dello stesso Marani <\/strong>(che ha diretto i restauri nel 1997). Il disegno segnala con colori diversi le giornate esecutive degli affreschi della cupola: in giallo sono colorate le giornate (se ne contano ben 39) in cui compaiono i volti degli angeli e le teste eseguite, con tecnica liquida e sapiente, da Gaudenzio stesso; in rosa (per un totale di 19 giornate), quelle dove appaiono i volti molto chiaroscurati, ottenuti con pennellate arricciate (probabilmente eseguite dal Lanino<\/strong>); e infine in azzurro quelle giornate (37) dove si riscontrano incisioni tratteggiate date con il manico del pennello e dovute ad un terzo artista. <\/p>\n Regia artistica – A Gaudenzio<\/strong>, secondo questa inedita ed interessante ricostruzione, spetta la supervisione "a macchia di leopardo" su tutta l'estensione della cupola, dando l'avvio alle teste e ai volti degli angeli secondo il suo stile naturalistico e magistrale. Anche le sculture lignee con Dio Padre, l'Assunta, i Profeti <\/em>e le Sibille<\/em>, <\/p>\n vennero eseguite da intagliatori diversi sotto il diretto controllo del maestro Ferrari fino alla sua morte sopraggiunta il 31 gennaio 1546.<\/p>\n La memoria dell'antico –<\/strong> Capolavoro del maestro piemontese, il Concerto degli Angeli <\/strong>affrescato sulla cupola di Saronno appare condotto secondo un'infinita variazione sul tema del volto e del volo angelico, efebico, colto "di naturale", producendo una serie di angeli musicanti più che cantori che con i loro strumenti forniscono un campionario completo della strumentazione musicale del tempo. D'altro canto, le prime opere di De Rocchi<\/strong> rivelano una radicata ascendenza classica che va dal Luini a Gaudenzio. Questi influssi, precisa Elena Pontiggia <\/strong>nel suo contributo, si avvertono specialmente nella predilezione per le forme vaste, tondeggianti e monumentali. Ma anche cromaticamente De Rocchi attinge al Rinascimento lombardo: guarda alla "maniera grigia" del Bergognone<\/strong> e ai toni bronzei del Foppa<\/strong>, così come alle tinte luminose di Masolino <\/strong>a Castiglione.<\/p>\n E lo stesso De Rocchi, in più di un'occasione, <\/strong>rivelò che gli unici artisti verso i quali provava commozione, erano i primitivi. Scrive l'artista stesso in una nota autobiografica: "Ricordo che appena finite le occupazioni della scuola, la mia gioia era di recarmi a guardare i dipinti della chiesa dell'Immacolata: Luini e Ferrari. Caro ricordo la strada che da via S. Giacomo arrivava al grande viale dove sorge quel santuario".<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Gli angeli di Guadenzio A Saronno l'arte chiama l'arte lungo i secoli. Sembra essere questo uno dei messaggi principali del libro "Angeli Musicanti. Da Gaudenzio a De Rocchi tra lirismo e spiritualità" scritto a tre mani da Pietro C. Marani, Elena Pontiggia e Giulia Mazzoleni. Artisti si confrontano e si richiamano a distanza di tanto […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":21402,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[13,46],"tags":[],"yoast_head":"\n
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