{"id":21527,"date":"2010-05-12T06:26:22","date_gmt":"2010-05-12T06:26:22","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-05-14T06:26:10","modified_gmt":"2010-05-14T06:26:10","slug":"robert-mapplethorpe-la-perfezione-in-ogni-cosa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/robert-mapplethorpe-la-perfezione-in-ogni-cosa\/","title":{"rendered":"Robert Mapplethorpe: la perfezione in ogni cosa"},"content":{"rendered":"
La "scultura veloce" –<\/strong> "Cerco la perfezione nella forma […] un soggetto piuttosto che un altro non fa differenza. Cerco di catturare quello che mi appare scultoreo". Il corpo umano costituisce il principale oggetto di indagine nella ricerca fotografica di Mapplethorpe, autore al centro dell'attuale esposizione del Museo d'Arte della città di Lugano <\/strong>intitolata "Robert Mapplethorpe. La perfezione nella forma".<\/strong> E il contemporaneo, con tutte le sue contraddizioni ed incertezze, guarda all'antico, comprese le inquietudini e le ambigue atipicità del Manierismo. <\/p>\n I curatori della rassegna<\/strong> hanno selezionato un significativo repertorio di oltre novanta opere che illustrano la costante ricerca di un'ideale perfezione plastica da parte di Mapplethorpe, ricerca che ha permesso di stabilire un affascinante dialogo tra il fotografo americano e i grandi maestri del Rinascimento, in particolare Michelangelo. In questo senso, appaiono significative le affermazioni dello stesso Mapplethorpe: "Se io fossi nato cento o duecento anni fa avrei potuto fare lo scultore, ma la fotografia è un modo più veloce per vedere le cose, per fare scultura" e ancora "Vedo le cose come fossero sculture… dipende da come quella forma sta all'interno dello spazio e credo che questo tipo di approccio derivi dalla mia… formazione storico-artistica".<\/p>\n Guido Comis, curatore del Museo d'Arte<\/strong>, spiega ai nostri microfoni: "È nelle intenzioni dello stesso Mapplethorpe ispirarsi all'antico, istituendo dei parallelismi formali <\/p>\n pienamente riconosciuti dalla critica d'arte contemporanea. Questa mostra nasce grazie alla collaborazione e agli eccezionali prestiti concessi dalla Galleria dell'Accademia, da Casa Buonarroti e dal Museo Nazionale del Bargello<\/strong>, che consentono di stabilire un confronto diretto fra il lavoro di Mapplethorpe e i modelli rinascimentali a cui si ispirava: oltre a tre opere di Michelangelo, <\/strong>l'allestimento comprende anche capolavori di Pontormo <\/strong>e Giambologna<\/strong>. In particolare l'olio di Pontormo, realizzato su disegno di Michelangelo e raramente esposto fuori Firenze, giunge per la prima volta in Svizzera. Abbiamo rinunciato al Mapplethorpe più controverso e spettacolare per concentrarci su alcuni soggetti meno noti: la ricerca della perfezione si esprime anche in soggetti particolari come una pagnotta di pane, un grappolo d'uva, un carnoso fiore. I corpi umani, dall'altro canto, appaiono quasi algidi, geometrizzati e sofisticati nella loro perfezione. L'allestimento della mostra, infine, valorizza le opere del maestro americano, grazie ad un percorso essenziale, minimalista e di grande impatto".<\/p>\n I modelli del contemporaneo –<\/strong> L'ammirazione di <\/p>\n Mapplethorpe per gli ideali rinascimentali, tuttavia, non gli impedisce certo di essere un artista del suo tempo, come testimoniano i ritratti di alcuni dei protagonisti della scena artistica newyorkese degli anni settanta e ottanta: l'amica e musa Patti Smith, Philip Glass, Robert Wilson, Henry Geldzahler e David Hockney.<\/strong> In questo senso, completano il percorso espositivo alcune opere di artisti moderni e contemporanei cui Mapplethorpe è interessato: Man Ray<\/strong>, che Mapplethorpe identificava come il più importante fotografo mai esistito, Brice Marden ed Ettore Spalletti<\/strong> (presente con un'opera espressamente realizzata per questa mostra) e last but not least <\/em>Andy Warhol.<\/strong><\/p>\n Scatti secretati – <\/strong>Nel corso degli anni settanta e ottanta, Robert Mapplethorpe venne alla ribalta della scena <\/p>\n artistica internazionale, allora dominata dal minimalismo e dal neoespressionismo, proprio grazie alle sue immagini estremamente raffinate ispirate all'arte classica. Mapplethorpe applica questa rigorosa ricerca formale a tutto ciò che ritrae: dagli armonici corpi nudi di atleti e sportivi, alle nature morte e ai ritratti con i quali è più evidente il confronto con l'arte rinascimentale, fino ai soggetti più scabrosi, notoriamente il suo "Portfolio X<\/strong>" che fu al centro di accese polemiche. <\/p>\n L'esposizione dedicata al grande fotografo americano scomparso nel 1989 a soli 42 anni e curata da Bruno Corà, Franca Falletti e Jonathan Nelson, <\/strong>si articola in cinque sezioni: Mapplethorpe e il Rinascimento, La geometria della forma, Il frammento come forma, La forma si sdoppia, La forma scultorea che illustrano altrettanti aspetti della rigorosa ed equilibrata ricerca formale condotta dall'artista.<\/p>\n Robert Mapplethorpe. La perfezione nella forma<\/strong>
fino al 13 giugno 2010
Museo d'Arte della città di Lugano
Villa Malpensata, Riva Caccia 5, Lugano
Orari: da martedì a domenica 10.00 – 18.00 (orario continuato)
Ogni venerdì il Museo d'Arte rimane aperto fino alle ore 21.00
Chiuso tutti i lunedì
Per info: tel. 0041 (0)58 866 72 14 – fax. 0041 (0)58 866 74 97