{"id":21679,"date":"2010-05-26T17:14:10","date_gmt":"2010-05-26T17:14:10","guid":{"rendered":""},"modified":"2010-05-28T08:10:12","modified_gmt":"2010-05-28T08:10:12","slug":"se-la-museologia-si-mette-in-discussione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/se-la-museologia-si-mette-in-discussione\/","title":{"rendered":"Se la museologia si mette in discussione"},"content":{"rendered":"
<\/p>\n La museologia da anni si sta mettendo in discussione.<\/strong> E sta provando a scardinare dal suo interno l'immagine polverosa e ottocentesca che ancora vuole il Museo come semplice raccolta o contenitore di oggetti (principalmente, ma non solo, d'arte). Un'istituzione largamente percepita come immutabile, condannata alla fissità e alla passività<\/strong> (dove, nelle vetrine, poco si riesce a vedere e nulla a toccare), un "tempio sacro" della cultura che se ne sta lì, nell'olimpo dei pochi addetti ai lavori e che riesce ad allontanare più che ad avvicinare. Anche la forma (le strutture con alti basamenti come l'austera Alte Nationalgalerie di Berlino) e certi criteri di allestimento (le enfilades<\/em> di stanze che mettono a dura prova la resistenza fisica anche del più accanito cultore d'arte) certo non hanno aiutato a liberare il Museo da quest'aura antiquata ed incartapecorita.<\/p>\n Educational + entertainment –<\/strong> All'estero lo chiamano "edutainment" e pare essere un buon antidoto alle vecchie formule di museologia. Giacché non pare essere peccato provare diletto e piacere nell'imparare. E così, i Musei <\/p>\n degni di questo nome, oggi stanno letteralmente spalancando le porte e con varie forme di coinvolgimento puntano a tutte le forme di comunicazione, di interesse e di sensibilizzazione. Dai percorsi e laboratori di didattica (un ambito che spesso da noi è lasciato all'improvvisazione e pensato come parcheggio per stage di laureandi in beni storico-artistici), agli strumenti di partecipazione e di apprendimento differenziato e personalizzato, fino agli itinerari per diversamente abili, il Museo sta cercando di diventare vero luogo di inclusione.<\/p>\n Ripartire da quì –<\/strong> "Spesso ci si lagna dell'aspetto provinciale della cultura di Varese. Ma non credo che le cose stiano davvero così". A parlarci è Livia Cornaggia dell'Associazione Controluce onlus<\/strong>, promotrice di un <\/p>\n progetto inedito nella provincia di Varese e destinato certamente a lasciare un solco profondo. "Toccare volti, corpi, gesti, espressioni, scoprire volumi e prospettive attraverso le proprie mani. La via percettiva attraverso il tatto è preclusa in quasi tutti i musei, anche se l'osservazione tattile rappresenta il principale canale di conoscenza per i non vedenti. Questo ospitato al Museo Salvini, crediamo sia un significativo passo di coinvolgimento educativo e museologico, destinato anche ai vedenti. Pare davvero di essere stati disabituati a toccare e quando lo facciamo spesso lo facciamo con violenza. Questo è dunque un percorso per tutti, un approccio all'estetica in gran parte ancora inesplorato".<\/p>\n La mappa tridimensionale –<\/strong> La conversazione con Livia prosegue citando gli esempi del Museo tattile Omero di Ancona e quello tiflologico di Madrid <\/strong>che hanno fatto dell'osservazione tattile il loro principale canale di conoscenza. E indubbiamente negli spazi del Museo Salvini di Cocquio, le forme dei mulini riprodotte nei modellini, che pure appaiono familiari, al tatto rivelano molte informazioni inedite e un modo nuovo di rapportarsi con i volumi e le forme, sfogliando con le mani la realtà. 'Mulini & Mulini dal mulino nell'arte al mulino tattile'
<\/p>\n
<\/strong>Museo Salvini, contrada Salvini, 5
Cocquio Trevisago
La mostra resterà aperta fino al 25 giugno 2010
nei giorni di sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
Per informazioni:
http:\/\/www.museosalvini.it\/
http:\/\/www.manufacto.com\/
http:\/\/nuke.controluceonlus.org\/